Friday 1 March 2013

Intervista del giornalista americano William Philip Simms a Benito Mussolini, 24 maggio 1937

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 28 maggio 1937)

Alle domande rivoltegli dal signor Simms, il Duce ha dichiarato:

Mussolini: L'Europa e il mondo dovranno, quanto prima, trovare mezzi efficaci per porre un freno alla corsa agli armamenti, oppure essere preparati a far fronte ad una crisi di gravità forse senza precedenti. Tale crisi potrebbe svilupparsi in una delle due seguenti direzioni: potrebbe assumere un carattere politico e portare alla guerra, oppure potrebbe assumere un carattere economico.

Prima o dopo, l'attività del riarmo dovrà rallentare; altrimenti la disoccupazione ed i mali affini potranno trascinare il mondo verso difficoltà simili o ancora più grandi di quelle da cui si cominciava a vedere una prossima possibilità di uscita.

L'unica alternativa è quella di porre fine a questa competizione prima che sia troppo tardi.

Io credo che, qualora il Presidente Roosevelt volesse prendere l'iniziativa di convocare una conferenza per la limitazione degli armamenti nel prossimo avvenire, questo gesto avrebbe sicuramente un grande successo.

L'Italia desidera la pace. Ne ha bisogno e per molto tempo, allo scopo di sviluppare le risorse di cui ora dispone.

Non parlo di disarmo, ma di una limitazione degli armamenti. Il disarmo, in questo momento, è impossibile. Non parlo nemmeno di una riduzione degli armamenti attuali. Lo sviluppo della situazione è già giunto a un punto in cui anche ciò è fuori questione.

Ma una limitazione nell'avvenire è una cosa che ha qualche possibilità di riuscita. E quando dico avvenire, non intendo un periodo vago e distante, ma un avvenire prossimo.

Circa le ambizioni dell'Italia in Spagna, nelle Baleari o nel Mediterraneo occidentale, queste — ha detto il Duce — sono semplicemente storie non vere. L'Italia non ha simili ambizioni. Ed ha aggiunto:

Mussolini: Tuttavia l'Italia è decisamente opposta a che il bolscevismo prenda piede in Spagna o nel Mediterraneo, poiché il bolscevismo è sempre la più grande minaccia dell'Europa. Per questa ragione l'Italia crede fermamente che sarebbe non solo nel suo interesse, ma in quello della Francia, della Gran Bretagna, dell'Europa, degli Stati Uniti e del mondo che vinca il generale Franco.

Mussolini non ritiene che sia essenziale per la pace d'Europa che tutte le nazioni aderiscano a un unico grande patto. Egli crede che cinque nazioni potrebbero raggiungere lo scopo, e cioè l'Italia, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania e la Polonia.