Wednesday 7 March 2012

Noi e il Partito Popolare

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 27 luglio 1922)

di Benito Mussolini

Gli ultimi avvenimenti di carattere non soltanto parlamentare hanno posto nettamente sul tappeto il problema dei nostri rapporti col Partito Popolare Italiano. Giova a tal uopo precisare le nostre posizioni mentali e pratiche. Fu detto e ripetuto a sazietà che il fascismo non è un movimento antireligioso. Esso non si propone di bandire, come pretendevano orgogliosamente e stupidamente insieme, talune parole materialistiche, « Dio dal cielo e le religioni dalla terra ». Il fascismo non considera la religione come una invenzione dei preti o un trucco dei potenti a scopo di dominazione sulla povera gente. Tali idiote spiegazioni del fenomeno religioso appartengono all'epoca del più degradante anticlericalismo.

Non antireligioso in genere, il fascismo non è anticristiano o anticattolico in particolare. Il fascismo vede nel cattolicismo lo sfogo gigantesco e riuscito di adattare ad un popolo come il nostro una religione nata in Oriente fra uomini di altra razza e di altra mentalità. Il cattolicesimo è la sintesi fra la Giudea e Roma, fra Cristo e Quirino. E la religione praticata da secoli e secoli dall'enorme maggioranza delle popolazioni italiane. Universale, perché creato sull'armatura di un impero universale, il cattolicismo fa di Roma uno dei centri più potenti della vita dello spirito religioso nel mondo. Come si vede, la posizione del fascismo di fronte al cattolicesimo è ben diversa da quell'anticlericalismo in voga nell'Italia mediocre dell'anteguerra.

Eppure, ciò malgrado, il Partito Popolare Italiano, che si vanta di essere cristiano e cattolico, fa combutta coi socialisti e coi democratici atei e massoni ed assume atteggiamenti di ostilità contro il fascismo. Il Partito Popolare, che poteva mantenersi amico e neutrale, si è invece palesato nemico acerrimo e subdolo del fascismo. E naturale che il fascismo raccolga il guanto di sfida. L'antifascismo del Partito Popolare non è che un aspetto della concorrenza di bottega fra Partito Popolare e Pus e bassamente demagogico.

Il Partito Popolare ha un'ala sinistra, che potrebbe militare benissimo nelle file del Pus ed un'ala destra, che si fa rimorchiare. L'antifascismo è destinato a dividere il Partito Popolare. L'episodio Boncompagni è un sintomo rivelatore. Il Partito Popolare è infatti il Partito ambiguo per eccellenza. Per reclutare le sue masse elettorali si è certamente giovato delle parrocchie, di un fattore religioso quindi; per mantenere queste masse si abbandona ad un mimetismo teorico e pratico delle dottrine e dei metodi del socialismo il Partito Popolare è religioso e profano ad un tempo. Comincia con Cristo e finisce col diavolo. Don Sturzo, si dice, celebra ancora la messa, cioè il sacrificio, la rinunzia, l'accettazione di questa valle di lacrime e Miglioli pratica la lotta di classe come il più esasperato dei socialisti.

Come si concilia il cristiano « amore del prossimo » con la predicazione dell'odio contro talune categorie di uomini? Il materialismo senza scrupoli, veramente « mammonico » del Partito Popolare è documentato dalle cronache parlamentari del dopoguerra. La disinvoltura del Partito Popolare è già stata bollata da uno dei maggiorenti della sezione milanese, il quale ha definito il Partito Popolare come la « vedova allegra della politica italiana »: definizione scarnificante, ma esattissima.

Il Partito dei Cristiano-Cattolici si è rivelato come un Partito di grassatori che dell'anima e dei suoi futuri destini altamente si infischiano, mentre pensano a riempire il sacco e a svaligiare la nazione. Nell'azione disordinata, ricattatoria e arruffona del Partito Popolare manca una qualsiasi linea di dignità e di nobiltà. Quando si pensi che il leader di questo Gruppo è il trentino De Gasperi, che fu suddito sempre fedele di Francesco Giuseppe, che fu redattore della Reichpost, il foglio più ignobilmente italofobo di Vienna, un De Gasperi le cui polemiche contro l'irredentismo di Battisti nessuno a Trento ha ancora dimenticato; quando si pensi, dicevo, che De Gasperi viene presentato come la espressione più alta del Trentino redento, si ha subito quanto occorre per definire il patriottismo e la dignità del Partito Popolare.

Con i suoi ultimi gesti parlamentari, con i suoi « veti » ridicoli, con i suoi non meno ridicoli tentativi di combinare un ministero di estrema sinistra, il Partito Popolare ha smorzato le ultime superstiti illusioni: siamo dinanzi ad un Partito infetto di socialismo, quindi anticattolico, quindi anticristiano. Il Partito Popolare dichiara guerra al fascismo e guerra avrà. I modi di questa guerra dipendono dalle circostanze locali; gli sviluppi ulteriori di questa guerra non sono prevedibili, ma non ci sarebbe da stupirsi se la lotta contro l'insopportabile tirannia dei pescicani del Partito Popolare sboccasse in una insurrezione anticlericale, molto meno vacua delle campagne anticlericali di altri tempi.

Nelle alte sfere del Vaticano v'è chi si domanda se la nascita e l'origine del Partito Popolare non si risolveranno in un danno enorme per la Chiesa. Prodotti certo di queste sempre più acute apprensioni sono i comunicati con i quali la Santa Sede dichiara di non avere nulla di comune con l'azione del Partito Popolare. Sta bene. Ma, alla fine, qualcuno potrebbe domandare se questa distinzione fra popolari e cattolici non sia troppo comoda. Il Vaticano non ha giurisdizione sui popolari in quanto Partito? E sia! Ma la deve avere però sui popolari in quanto si professano cristiani e cattolici. Qui è il ponte dell'asino! Qui si palesa la falsità intima di una situazione per cui il popolare, come partitante, fa il comodaccio suo o il comodo di don Sturzo, e, come credente, deve obbedire alla suprema ed unica autorità della Chiesa: il papa.

Ci sono, insomma, due papi in Italia: il primo, don Sturzo, ha la cura della carne; il secondo, Pio XI, ha la cura delle anime. Non sarebbe, per caso, don Sturzo l'antipapa ed uno strumento di satana? Da mille sintomi appare ormai evidente che grosse tempeste sorgeranno all'orizzonte della Chiesa se il Partito Popolare continuerà a incanaglirsi nella sua politica materialistica, tirannica e anticristiana.