Roma, 28 ottobre 1940
Ore 3:00
Il Governo italiano ha dovuto ripetutamente constatare come nel corso dell'attuale conflitto il Governo greco abbia assunto e mantenuto un atteggiamento che è in contrasto non solamente con quelle che sono le normali relazioni di pace e di buon vicinato tra due Nazioni, ma con i precisi doveri che al Governo greco derivano dalla sua condizione di Stato neutrale. A più riprese il Governo italiano si è trovato nella necessità di richiamare il Governo greco all'osservanza di questi doveri, e di protestare contro la loro sistematica violazione, violazione particolarmente grave per avere il Governo greco tollerato che le sue acque territoriali, le sue coste e i suoi porti fossero utilizzati dalla flotta britannica nel corso delle sue operazioni di guerra, favorito i rifornimenti delle forze aeree britanniche, permesso l'organizzazione di un servizio di informazioni militari nell'Arcipelago greco ai danni dell'Italia. Il Governo greco è perfettamente al corrente di questi fatti che hanno formato più volte oggetto di passi diplomatici da parte dell'Italia, ai quali il Governo greco — che pure avrebbe dovuto rendersi conto delle gravi conseguenze del suo atteggiamento — non ha risposto con alcuna misura di protezione della propria neutralità, ma anzi intensificando la sua azione di favoreggiamento delle Forze armate britanniche e la sua collaborazione con i nemici dell'Italia.
Il Governo italiano ha le prove che tale collaborazione era stata dal Governo greco prevista e regolata con intese di carattere militare, navale ed aeronautico. Il Governo italiano non si riferisce solamente alla garanzia britannica, accettata dalla Grecia come parte di un programma di azione diretta contro la sicurezza dell'Italia, ma agli espliciti e precisi impegni assunti dal Governo greco per mettere a disposizione delle Potenze in guerra con l'Italia importanti posizioni strategiche su territorio greco, comprese tra queste le basi aeree della Tessaglia e della Macedonia, destinate ad un attacco contro il territorio albanese.
Il Governo italiano — a questo proposito — deve ricordare al Governo greco l'azione provocatrice svolta verso la Nazione albanese con la politica terroristica da esso adottata nei riguardi delle popolazioni della Ciamuria e con i persistenti tentativi di creare disordini oltre le sue frontiere. Anche per questi fatti il Governo italiano è stato — ma inutilmente — nella necessità di richiamare il Governo greco sulle inevitabili conseguenze che tale politica avrebbe avuto nei riguardi dell'Italia.
Tutto questo non può essere dall'Italia ulteriormente tollerato. La neutralità della Grecia è andata diventando sempre più una mera parvenza. La responsabilità di questa situazione risale in primo luogo alla Gran Bretagna e al suo proposito di coinvolgere sempre altri paesi nella guerra. Ma è ormai manifesto che la politica del Governo greco è stata ed è diretta a trasformare il territorio greco, o almeno a permettere che il territorio greco sia trasformato in una base di azioni belliche contro l'Italia. Questo non potrebbe portare che ad un conflitto armato tra l'Italia e la Grecia, conflitto che il Governo italiano ha tutta l'intenzione di evitare.
Il Governo italiano è venuto pertanto nella determinazione di chiedere al Governo greco — come garanzia della neutralità della Grecia e come garanzia della sicurezza dell'Italia — la facoltà di occupare con le proprie forze armate, per la durata del presente conflitto con la Gran Bretagna, alcuni punti strategici in territorio greco. Il Governo italiano chiede al Governo greco che esso non si opponga a tale occupazione e non ostacoli il libero passeggio delle truppe destinate a compierla. Queste truppe non si presentano come nemiche del popolo greco, e in nessun modo il Governo italiano intende che l'occupazione temporanea di alcuni punti strategici dettata da necessità contingenti e di carattere puramente difensivo, porti pregiudizio alla sovranità e alla indipendenza della Grecia.
Il Governo italiano chiede ai Governo greco che esso dia immediatamente alle autorità militari gli ordini necessari perché tale occupazione possa avvenire in maniera pacifica. Ove le truppe italiane dovessero incontrare resistenze, tali resistenze saranno piegate con le armi e il Governo greco si assumerebbe la responsabilità delle conseguenze che ne deriverebbero.