di Arnaldo Mussolini
Nelle mie poche facoltà di mente e di spirito, per una misura di semplice previdenza, non sotto l’impressione di profezie più o meno sinistre sento la necessità di fissare le mie precise volontà perché in caso di morte coloro che mi sopravvivono conoscano i miei propositi, la mia fede e la mia devozione per loro.
Rivolgo innanzi tutto un pensiero a Dio supremo regolatore della vita degli uomini e desidero morire - se è possibile - col grande conforto della Religione cattolica alla quale ho creduto sino dall’infanzia e che nessuna vicissitudine di vita privata o politica ha mai sradicato dal mio spirito tormentato.
Funerali religiosi quindi assai semplici, senza sfarzo di corone, di fiori o di discorsi. Chiedo ai colleghi di essere sobri di commenti nel necrologio. Un corteo di breve durata e di breve percorso. Agli intimi solo esprimo il desiderio di saperli al seguito mio fino al recinto che accoglierà le mie spoglie mortali. Non ho preferenze per il luogo della sepoltura. Se mia moglie e i miei figli si fermano a Milano desidero rimanere vicino a loro altrimenti in Romagna nella tomba di Mussolini, se un giorno si farà, o meglio ancora a Paderno nel poggio appena fuori del Cimitero in un’urna di sasso vivo. Mi sembrerà di rivivere in eterno con la gente della mia terra, dominando la vallata dove un giorno fiorì la mia speranza.
In linea politica riaffermo la mia fede fascista e la certezza nei destini della mia Patria adorabile, vivamente rammaricato di non aver dato tutta la vita intensa di opere alla Grande Madre d’Italia. A mio fratello Benito la devozione di ogni tempo e l’augurio sentito per la sua nobile e fervida e disinteressata fatica. A mia sorella Edvige con maggiore tenerezza, per l’istintiva solidarietà tra gli umili, il mio affetto ed augurio fraterno.
Ma soprattutto e sopra tutti sta il mio cuore la mia piccola Augusta anima rara di bontà e di una virtù senza uguali. Lei mi à accompagnato attraverso la mia vita turbinosa, con una dedizione senza esempio. Madre e sposa amorosa, invoco dal sommo Iddio benedizioni infinite per Lei e la forza di superare con serenità le vicende tristi della vita, nell’attesa fidente di ritrovarci nel regno infinito dello spirito dopo la parentesi terrena.
Ai miei carissimi figlioli Sandrino (Italico), Vito e Rosina - tanta dolcezza della mia vita - le benedizioni del babbo - che à lavorato e sperato e creduto in Loro. Confido che l’esempio della mia attività, del mio disinteresse gioverà come sprone e paragone nelle difficili contingenze della vita. Sono certo che porteranno onoratissimi il mio nome intemerato e che circonderanno la loro Madre degnissima, di ogni vigile cura, attenzione e delicatezza.
I miei beni materiali sotto qualsiasi ragione o titolo, il premio di assicurazione e di liquidazione li eredita nella totalità mia moglie Augusta Bondanini e li amministra nel nome e nell’interesse dei nostri tre figlioli i quali alla morte della mamma divideranno in parti uguali le poche sostanze mobili ed immobili. L’importo dell’assicurazione dei giornalisti desidero sia devoluta all’Istituto di Previdenza. Altra beneficenza la lascio al criterio dei miei carissimi.
Chiedo umilmente perdono se inconsciamente ho fatto del male a qualcuno, se ho trasgredito le leggi divine ed umane. Affido il mio nome e la mia memoria ai miei famigliari ed affido l’anima alla misericordia di Dio.
Arnaldo Mussolini
Codicillo
Oggi, dieci dicembre millenovecentotrenta, rileggendo le mie disposizioni testamentarie, non ho ragione di sostanziali modifiche. La morte di Sandrino adorabile mi dà un’angoscia disperata. Egli deve essere vicino alle mie spoglie mortali come ho alta fede che Egli sarà vicino a me nei regni di Dio. La sua parte di beni ho disposto che sia distribuita in opere buone. Si continui a far rivivere la sua santa memoria in opere di bene. Rifiorisca sempre il suo nome e la sua santa memoria.
Dio ci assista.
Arnaldo Mussolini