Wednesday 7 March 2012

« Davar »

(Pubblicato in « II Popolo d'Italia », 19 giugno 1937)

di Benito Mussolini

Con questo titolo esce da molti anni a Milano una « rassegna israelitica illustrata di cultura, arte e attualità ». Nel suo ultimo numero di maggio-giugno c'è un articolo di fondo dedicato a celebrare la festa della rivelazione del Sinai, rivelazione che fu fatta da Dio esclusivamente al « popolo » ebraico, perché gli altri popoli interpellati, l'assiro e l'arabo, secondo la leggenda, non vollero accettare i comandamenti di Dio di non uccidere (l'assiro) e di non rubare (l'arabo). L'articolista dice che il « popolo » ebraico si era preparato a ricevere la legge mosaica attraverso la perfezione dei patriarchi, e che tale legge doveva essere diffusa fra tutte le genti, poiché il « preteso esclusivismo ebraico è un'invenzione di quanti vogliono denigrare il "popolo" ebraico ». Fatto della legge mosaica lo scopo della sua vita, il « popolo » ebraico ha sfidato secoli di torture fisiche e morali.
« Solo un'idea profondamente spirituale — dice l'articolista — ha la possibilità di resistere al cozzo di tutto il mondo riunito a sopprimerla; solo un'idea può sopravvivere ai diversi momenti storici del "popolo" che ne è possessore ».
Diamo atto che questo è vero.

E, più oltre, l'autore, con bell'impeto lirico, così scrive:
« Il denigrato Israele, il vilipeso "popolo" ebraico ha sorpassato non solo millenni di storia, ma due millenni di vita errante e frazionata ».
L'articolo così conclude:
« Malgrado le incertezze interne, e malgrado le ostilità esterne, con la legge e per la legge, Israele continuerà la "sua" storia ».
Questo articolo è un atto di sincerità che noi apprezziamo moltissimo e che preferiamo ai contorcimenti polemici e agli equivoci che si diffondono — astutamente — sulla materia. Non meritevole di biasimo, ma degno di lode è questo ebreo che si sente' tale, non come religione, ma come razza; questo ebreo che sente di appartenere ad un altro « popolo », che ha avuto e che avrà la « sua » storia e che non si è mai fuso o confuso con gli « altri » popoli. Facendo coincidere la religione con la razza e la razza con la religione, Israele si è salvato dalla « contaminazione » con gli altri popoli. I rapporti d'Israele con gli altri popoli coi quali è venuto a contatto, furono definiti con immagine caratteristica dal dottor Magulies, già rabbino di Firenze. L'ebreo — egli disse — sta agli altri popoli come l'olio che sta nell'acqua, ma non si confonde coll'acqua. Quello d'Israele è un riuscitissimo esempio di razzismo, che dura da millenni, ed è un fenomeno che suscita ammirazione profonda. Gli ebrei, però, non hanno diritto alcuno di lagnarsi quando gli altri popoli fanno del razzismo.