Saturday 10 March 2012

I lupi, il gregge e i pastori

(Pubblicato in « Corrispondenza Repubblicana », 3 febbraio 1944)

di Anonimo

Dai nostri microfoni è stata già data la notizia del violento attacco sferrato dal giornale bolscevico Isvestia contro la santa Sede. È appena superfluo ricordare che il summenzionato giornale, così come il confratello Pravda, non stampa una sola parola che non sia stata precedentemente vistata dall'Ufficio politico del partito bolscevico.

In questo caso, così come in tutte le manifestazioni della vita russa, la voce è quella del padrone, maresciallo Stalin. Bisogna anzitutto precisare che l'attacco ha una origine lontana, e precisamente negli Stati Uniti. Vi è, nel felice Paese di Roosevelt, un associazione per la politica estera, la quale ha fatto oggetto di studio l'atteggiamento della santa Sede nei confronti del fascismo. Tra l'altro l'associazione ha constatato che il « riconoscimento da parte del Vaticano della conquista dell'Abissinia fu un atto assai imprudente ». Occupandosi dei lavori di questa associazione americana, il redattore della Isvestia, Petrov, ne ha preso motivo per scrivere l'articolo di cui ci occupiamo. L'attacco è, quindi, di origine americana, e poi ripreso dalla stampa moscovita. Che negli Stati Uniti il Vaticano sia combattuto e detestato non meraviglia. Poco conta che ci siano venti milioni di cattolici, numero rimasto immutato da decenni, e che tali cattolici siano quasi esclusivamente immigrati polacchi, italiani, irlandesi. La Repubblica cosiddetta stellata è un Paese profondamente, inguaribilmente, fisiologicamente fuori di ogni religione. L'unico Dio che laggiù sta sugli altari è l'oro. Più della Russia, è l'America rooseveltiana il Paese dei « senzadio ». Vi sono ben quaranta milioni di atei dichiarati, professanti l'ateismo e raccolti in una potente associazione, che si prefigge la diffusione di questa dottrina.

Gli altri ottanta milioni di americani, ivi compresi quindici milioni di negri, sono divisi in ben trecentoventitré sette religiose, molte delle quali costituiscono autentiche manifestazioni, talora carnevalesche, di follia e stupidità, sempre però a sfondo di dollari e di affari.

Un paese che porti nel suo grembo « ganghe » del genere è perlomeno incapace di sentire il cattolicesimo romano e di valutarne la plurisecolare portata religiosa e storica. È insomma, anche da questo punto di vista, perfettamente in linea col compare bolscevico di Mosca. Roosevelt completa Stalin e viceversa.

Stabilito così il fatto che ha dato origine all'articolo della Isvtstia non può meravigliare che Petrov ne abbia approfittato per perfezionare e completare l'attacco partito d'oltre oceano. Dice Petrov testualmente:
« L'aspetto più significativo per giudicare la politica della santa Sede è dato dall'atteggiamento assunto dal Vaticano al tempo della gloriosa avventura di Hitler e Mussolini nella guerra di Spagna con l'intervento armato. 
Nel giugno 1940, il Vaticano rimase nel più assoluto silenzio dinanzi all'aggressione della Francia da parte di Mussolini, ed è sintomatico il fatto che tra i primi Stati a riconoscere il Governo di Pétain, imposto da Hitler, sia stato proprio il Vaticano. Durante il fascismo, il Vaticano è stato uno strumento del regime, oggi odiato dalle masse popolari. L'appoggio dato a Hitler e Mussolini » — conclude Petrov — « ha screditato la politica estera del Vaticano e l'ha posta nella posizione di diretta correità con il fascismo ».
Non è il caso di polemizzare con il signor Petrov. Non è compito nostro quello di difendere la politica del Vaticano. Ci limitiamo a fissare quanto segue: la presa di posizione decisamente ostile dei circoli americani, assai vicini a Roosevelt, contro il Vaticano, e la immediata attestazione di solidarietà con questi circoli da parte dei dirigenti la politica russa. L'attacco è, quindi, concentrico. A tenaglia. Si inserisce nel ricatto compiuto sull'Argentina e nelle brutali pressioni attualmente esercitate sulla Spagna di Franco, due paesi eminentemente cattolici. Oggi è la volta del Vaticano. Non bisogna illudersi sul fatto che apparentemente viene messa in questione soltanto la « politica » del Vaticano. Trattasi di una manovra. Si comincia con la politica per mascherare e meglio preparare la successiva fase dell'attacco. Oggi si parla di «Vaticano»; domani sarà precisato l'obiettivo e cioè la « Chiesa », che tale politica ha ispirato e seguito nell'interesse dei fedeli.

Darebbero prova singolare di incoscienza quei cattolici italiani che non rilevassero l'estrema gravità di questo preliminare atto di ostilità compiuto da americani e da russi.

E somma prova di incoscienza forniscono quei pochi o molti cattolici italiani che auspicano una vittoria degli alleati, i quali sono al di fuori del cattolicesimo o contro la Chiesa di Roma.

Nelle vicinanze immediate dell'ovile cattolico, già si aggirano i lupi, protestanti, ortodossi, o semplicemente atei. Vysinskij dei « senzadio » sta tra Brindisi e Bari.

Se vogliamo salvare il gregge, siano vigilanti i pastori.