Saturday, 3 March 2012

Discorso al Consiglio dei Ministri, 15 gennaio 1923


di Benito Mussolini

L'avvenimento più importante di questi ultimi giorni nella politica internazionale è l'avanzata francese nella Ruhr.

A proposito di questa avanzata è opportuno chiarire l'atteggiamento italiano dato che, a scopi politici e forse borsistici, non lo si è voluto dovunque valutare al giusto segno.

Bisogna ritornare alla conferenza di Parigi e al rigetto da parte italiana, francese e belga del progetto di Bonar Law, per comprendere la linea di condotta seguita dal Governo italiano. Sta di fatto che ognuna delle potenze dell'Intesa ha seguito un proprio atteggiamento, dovuto alle sue particolari condizioni. Senza contare l'associato americano, che ha ritirato le sue truppe dal Reno, l'atteggiamento delle altre potenze è il seguentè.

L'Inghilterra non ha solidarizzato con la Francia ma non si è decisa, almeno fino a questo momento, a lasciar partire le sue truppe dal suolo tedesco né ha modificato il suo atteggiamento di amicizia verso la Francia, come risulta dalle più recenti manifestazioni del Foreign Office.

La Francia, interessata al problema delle riparazioni ha, in base ai deliberati della commissione delle riparazioni, inviato una commissione di controllo per la produzione del carbone e, in un secondo tempo, truppe di protezione.

Il Belgio ha dato alla Francia una parziale solidarietà militare e una completa adesione politica.

L'Italia ha dato alla Francia soltanto la sua solidarietà politica e tecnica mandando ingegneri nella Ruhr.

L'Italia. non poteva isolarsi senza commettere un gravissimo errore.

Non poteva straniarsi totalmente da una operazione di controllo che si svolge sopra un terreno carbonifero, cioè d'importanza fondamentale per l'economia europea e italiana.

In quanto al progetto di blocco continentale antiinglese, esso non esiste. 1l Governo italiano non ha mai fatto una simile proposta e, in ogni caso, non avrebbe mai potuto pensare ad una unione continentale diretta contro l'Inghilterra, e per l'importanza che ha l'Inghilterra nella vita economica del continente, e per le relazioni che corrono tra l'Inghilterra e l'Italia.

È vero, invece, che il Governo italiano ha consigliato la Francia a limitare al possibile il carattere militare nella questione della Ruhr e a non rifiutarsi, sul terreno scottante della Ruhr, alla possibilità di accordi. Se questa intesa, che darebbe la pace all'Europa, si realizzasse è opinione dell'Italia che non potrebbe avvenire senza la partecipazione e il consenso dell'Inghilterra. L'Italia, che non ha carboni, non può permettersi il lusso di rinunzie o di isolamenti, ma giova chiarire, perché è la verità, che la politica italiana, anche in questa occasione, si è ispirata a con· siderazioni di ordine generale, fissate nel memorandum di Londra ai fini della tutela degli interessi italiani e dell'economia europea. Il Governo italiano pensa che se c'è la possibilità di un accordo — il Governo italiano lavora in tale senso — grave errore sarebbe quello della Germania di respingere tale possibilità. Sembra che una détente fra comando francese e taluni industriali del bacino della Ruhr sia avvenuta. Quanto alle masse operaie non pare che debbano dare soverchia difficoltà alle operazioni di controllo.

Il pagamento della rata del 15 gennaio è stato rinviato alla fine del mese. Sono quindici giorni di tempo utile e sufficiente per sanare la situazione. Non pare improbabile un avvicinamento della Francia al progetto italiano, che fu preparato a londra, sul tema delle riparazioni.

Quanto all'atteggiamento del Governo dei sovieti, esso appare assai circospetto e non si è allontanato da manifestazioni di solidarietà puramente verbali col proletariato tedesco.

Da wanna giungono in genere notizie più soddisfacenti. Ho il piacere di dire che in talune questioni che parevano preludere ad una rottura, data la loro delicatezza, come quella delle minoranze, se un accordo si è raggiunto lo si deve all'opera sagace ed equilibratrice della delegazione italiana. (Senza alcuna discussione le dichiarazioni del Presidente sono approvate all'unanimità).

I colleghi del Consiglio dei ministri avranno certamente e attentamente letto le deliberazioni del Gran Consiglio nazionale del fascismo e ne avranno rilevato il carattere di estrema importanza.

Si tratta di un organo squisitamente politico che non invade minimamente il terreno specifico del Governo, che è rappresentato del Consiglio dei ministri. Infatti nessuno dei provvedimenti legislativi presi o di quelli che si dovranno prendere dal Consiglio dei ministri ha formato oggetto di discussione del Gran Consiglio fascista. Tutte le decisioni di questo Consiglio sono di natura specificamente politica. Così in esso si è precisato il carattere della Milizia Nazionale; si è formato l'organo che deve stabilire i rapporti tra fascismo e nazionalismo e sono stati stabiliti i rapporti del Partito Fascista con gli altri partiti che collaborano lealmente col Governo e con le organizzazioni dei datori di lavoro preesistenti alla formazione delle organizzazioni analoghe fasciste.

Importante è il voto col quale le Associazioni dei combattenti e dei mutilati, che sono entrate nell'orbita statale, vengono invitate a dare uomini per le amministrazioni dello Stato.

Né meno significativo e solenne è stato l'atto di leale devozione alla monarchia che disperde ogni piccolo equivoco di interessati politicanti, per i quali è giunto opportuno il monito che ha chiuso i lavori del Gran Consiglio con cui il Governo, dico, si noti, il Governo, schiaccerà inesorabilmente ogni tentativo di opposizione 1arvata o palese.

Il Gran Consiglio ha anche salutato il popolo italiano che lavora, che va ricomponendo la sua disciplina operosa e che accetta i provvedimenti del Governo, anche i più duri, perché ha la certezza che sono soltanto jspirati da ragioni di ordine assolutamente nazionale. Cosl la funzione specificamente storica del Gran Consiglio fascista io questo momento è nettamente delineata. Il Gran Consiglio fiancheggia e salvaguarda l'azione del Governo e compie, nel seno del Partito e nella vita della Nazione, quell'opera di orientamento politico generale che deve servire di base consensuale all'opera del Governo stesso. (Il Consiglio prende atto).

Per quello che riguarda la situazione interna niente di notevole da segnalare, all'infuori di una certa agitazione comprensibile, provocata dal decreto antivìncolista degli affitti. Di queste agitazioni non mi preoccupo eccessivamente. Mi spiego il contrasto, ma tutto fa credere che saranno sanate e dalle commissioni arbitrali e dalla moderazione intelligente dèi padroni di casa.

A Torino, ad esempio, e lo segnalo a titolo d'onore, i proprietari di case si sono messi sulla via dell'accordo direttamente con gli inquilini. A Milano l'intervento del Comune ha già stabilito una certa misura di aumento di pigioni. A Roma, mercè l'interessamento solerte del sindaco Cremonesi, la libertà; che era necessaria, non condurrà ad abusi di sorta.

Del resto se i proprietari si dimostrassero incapaci della libertà, non v'è dubbio che la riperderebbero.

Le elezioni amministrative continuano a svolgersi nelle varie zone d'Italia con vasto concorso di cittadini alle urne e con la vittoria completa degli elementi nazionali. (ll Consiglio approva all'unanimità).