Monday, 5 March 2012
Discorso al Teatro Adriano di Roma, 25 settembre 1943
di Rodolfo Graziani
Ufficiali, soldati, marinai, aviatori e militi delle Forze armate d’Italia! Popolo italiano tutto! Assumo la dirigenza del Ministero della difesa nazionale nel periodo più tragico della nostra storia.
Chi vi parla è il Maresciallo d’Italia, il quale, durante la sua lunga vita di soldato, ha ampiamente conosciuto fortuna e malasorte, e, per le sue armi, il sole della gloria o l’ombra dell’ingratitudine. Adesso egli è stato chiamato dal destino a stríngere il pugno intorno alla spada per cancellare la macchia della vergogna, con la quale l’infedeltà e il tradimento hanno deturpata la bandiera d’Italia. La fase di ogni tradizione militare è il senso dell’onore.
Non il popolo italiano, e neppure le sue forze armate possono essere accusate di disonore e convinte di tradimento: è stato, insieme con la Casa Savoia, un uomo di nome Badoglio, che ha perso il diritto di chiamarsi ufficiale, avendo egli non soltanto tradito i nostri alleati germanici, nipponici e delle altre Nazioni impegnate con noi nella lotta comune, ma ha ingannato altresì tutto il popolo italiano con uno degli atti più disgustosi che la storia degli uomini abbia conosciuto nell’intero suo corso.
Un atto tale da compromettere tutto un popolo per generazioni e generazioni davanti al mondo, nel suo onore, nel suo credito e nella sua stessa capacità di contrarre nel futuro accordi ed alleanze. Il Maresciallo Badoglio dopo avere fino all’ultima ora del giorno 8 settembre assicurato le autorità germaniche della fedeltà alla alleanza e sulla continuazione della guerra a fianco di essa (e tutto questo quando giù l’armistizio era stato firmato dal giorno 3 settembre) ha lasciato che dal 3 al 9 gli anglo-americani completassero la distruzione di Napoli ed attuassero quella di Frascati.
Compiuta questa ultima azione criminale (i 6000 morti di Frascati lo accusano) la notte sul 9 è fuggito ignominiosamente trascinando nella sua rovina il Re – e con lui sono fuggiti tutti i capi militari complici – abbandonando il loro posto di comando e di responsabilità.
Badoglio per la paura fisica della sua persona, non ha neppure compiuto il gesto burocratico di lasciare investito un qualsiasi Capo militare di assumere la direzione di quelle operazioni contro i germanici che chiaramente indicava con la subdola frase compresa nel suo proclama: « combattere contro tutti coloro che avessero attaccato le nostre forze ». Ad altri non poteva certo riferirsi.
Ha lasciato così nell’anarchia e nel caos le forze armate che nelle tragiche giornate del 9-10 e successive, senza guida, senza ordini, senza condottiero e capi, si sono dissolte, hanno abbandonato le armi, subendo così l’onta e la vergogna, conseguenza del disonore seminato da Badoglio sulla scia della sua sicura fuga. Chi non ricorda con orrore, o Romani e voi tutti cittadini di altre città, le tremende giornate del 9 e 10 settembre quando abbandonati a voi stessi, disarmate, indifesi, avreste potuto essere veramente vittima totalitaria ed olocausta dell’alleato tradito, se questo avesse realmente voluto vendicare col terrore il tradimento cui era stato soggetto? Questo terrore al contrario non fu attuato dai germanici ed ancora oggi è da precisare chi in una tale caotica situazione, abbia tirato il primo colpo là dove per istigazione di Badoglio si è realmente combattuto. Ma la reazione germanica al tradimento fu, al contrario, contenuta nei limiti minori possibili, in virtù della azione moderatrice del Fuhrer che così agiva solo per legami di amicizia e fedeltà che lo stringono a Mussolini e per la iniziativa di generosi comandanti, primo fra tutti il Maresciallo Caviglia, che adoperammo la nostra autorità ed influenza per ridurre al minimo il danno e sedare gli animi.
Ma l’abitudine di Badoglio a sabotare ed a tradire ha lontani e vicini precedenti da Caporetto ad oggi e saranno a suo tempo precisati agli italiani perché il falso idolo sia finalmente smascherato, denudato ed infranto. Più di una volta io ho dovuto personalmente constatare il sabotaggio che quest’uomo opponeva contro gli sforzi guerrieri dell’Italia Fascista, intesi a procurare pane e vita al nostro popolo: e ciò per criminoso spirito di intrigo e sete di potere. Nei messaggi di odio e di cecità, che egli ha testé indirizzato dal campo nemico alla nostra gente infelice trascinata da lui nella catastrofe, egli ha tentato di giustificare il suo obbrobrioso voltafaccia con lo sfavorevole andamento delle operazioni militari. Ma chi porta la responsabilità di tale sfavorevole andamento se non Badoglio stesso, che, quale Capo di Stato Maggiore Generale, nei 21 anni decisivi precedenti al conflitto dirigeva con piena responsabilità l’armamento della Nazione? E chi, se non lui, era il Capo dello Stato Maggiore Generale durante la preparazione e l’inizio della campagna in Grecia? E durante la prima fase della campagna in Africa Settentrionale?
Davanti alla storia e davanti ai nomi intemerati dei nostri commilitoni caduti per la grandezza d’Italia, io pronuncio perciò solenne accusa contro questo uomo che, abbandonandosi ad oscuri istinti ed a torbide influenze, ha la colpa della insufficiente preparazione delle forze armate d’Italia. Quando Benito Mussolini, il 25 luglio fu arrestato sulla soglia della casa del Re, contro ogni norma giuridica e contro ogni consuetudine civile, e deportato, Badoglio si affrettò a spargere la voce che ciò fosse stato fatto per dare la pace all’Italia. Era una menzogna.
Con disprezzo ed arroganza Churchill ha svelato al mondo, nel suo discorso ai Comuni, le singole fasi delle trattative segrete con Badoglio. Ne risulta chiaramente che questi non progettava un armistizio con la mèta della pace, ma con la mèta di continuare la guerra nelle schiere dei nostri nemici e contro le divisioni dei nostri alleati. I nostri soldati ancora combattevano, sanguinavano, morivano a fianco dei commilitoni alleati, e già era deciso e firmato che le nostre forze armate avrebbero dovuto, ad un dato momento, attaccare con frode quegli stessi commilitoni per poi continuare a spargere il proprio sangue, quali mercenari senza onore, sotto le bandiere dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. Inaudita vergogna! E quanta miseria per liti nelle parole di Churchill.
Inaudita vergogna perché l’onore militare imponeva che si continuasse la guerra fino all’ultimo a fianco dell’alleata Germania e che la resistenza fosse protratta ad oltranza, cadendo se occorreva, ma con onore, per poter ripetere il motto storico di Francesco I: « Tutto é perduto fuorché l’onore », sommo patrimonio per le Nazioni e per gli uomini. Ma Badoglio che ha trascinato alla rovina il popolo italiano, tenta ora di infamarlo gettando su di esso la colpa per la pressione subita dal concluso armistizio. Non é vero che il popolo abbia voluto una così infamante resa incondizionata. Io ne rivendico la dignità mai smentita.
Il popolo unanimemente afferma che se un armistizio doveva concludersi, ciò avrebbe dovuto farsi quanto mai al primo giorno della caduta del Governo Fascista. E concludersi secondo le leggi internazionali d’accordo con gli Alleati, denunziando lealmente ad essi la nostra impossibilità a continuare la lotta, e tutto il mondo ci avrebbe compreso. Perché Badoglio non ha fatto questo?
Perché colpevole principale del complotto che portò alla caduta di Mussolini, Badoglio asserragliato nella sua sontuosa villa, avuta in omaggio proprio dal Fascismo, tremò di paura per il timore che una mano vindice lo colpisse a seguito di qualche indiscrezione. Tramò nell’ombra la resa infame, avvelenò l’animo del popolo portando alla ribalta un Governo bolscevizzante per narcotizzarlo ed addormentarlo durante i 45 giorni del suo malefico potere. Infine egli concluse nell’oscurità il patto disonorevole per tutto il popolo italiano, e da quel momento pensò solo, secondo il suo vecchio ed abusato stile, a sottrarsi al pericolo con la fuga, lasciando dietro di sé la rovina ed il caos.
Questo é quanto afferma il popolo italiano, né si illuda il Maresciallo Badoglio di poterlo ulteriormente ingannare con la sua blaterazione radiofonica. Ormai il falso profeta é smascherato dai fatti. E sappia che il popolo italiano conosce perfettamente che é da lui gettato nella guerra civile e fratricida, la quale inesorabilmente dovrà esplodere dal momento in cui egli ha affiancato le forze armate dell’Italia meridionale a quelle anglo-americane. Combatteranno perciò i fratelli contro i fratelli, sarà sparso il sangue comune sul corpo martoriato della Patria, l’orrore della guerra civile dopo secoli di fratellanza italica, tornerà ad insanguinare le zolle della Patria per sua colpa? E quei prigionieri che hanno tanto sofferto nei lontani campi dell’India, della Rodesia, del Kenia, del Tanganica, ecc., sono oggi soggetti alla sua azione di negriero arruolatore per costituirne milizie a pro del nemico.
Camerati tutti dell’Italia meridionale, e voi tutti che soffrite nella prigionia, non aderite alla parola infame di questo traditore, ma al contrario sabotatene l’opera malefica. Il sangue ricadrà su lui che un giorno infallibilmente sarà colpito dalla nemesi che dovrà annientarlo.
Per crearsi ulteriori alibi Badoglio sosteneva ancora essere, stato l’atteggiamento della Germania, dopo l’armistizio, a costringere l’Italia ad attaccarla.
Ma anche su questo punto lo stesso Churchill é di opinione diversa. Egli ci svela infatti che divisioni di paracadutisti angloamericani, in collaborazione col traditore, avrebbero dovuto occupare Roma e che soltanto la prontezza delle truppe germaniche, nell’assumere il controllo degli aeroporti italiani, impediva la esecuzione di tale piano, già deciso assai prima che la Germania potesse sospettare le trattative dell’armistizio. Ma allora basta: su quest’uomo il popolo italiano e tutto il mondo hanno ormai anticipato quello che sarà il tremendo giudizio della storia.
Camerati, é con dolore e tristezza che io devo notare come anche il Re e la sua Casa non possano salvarsi in questa drammatica e disonorevole crisi. Gli annali millenari del popolo italiano non conoscono infatti un Re, né un Principe, i quali nell’ora del rischio abbiano abbandonato la loro gente ed i loro soldati per rifugiarsi presso il nemico. I disertori, a qualunque rango appartengano, non hanno più alcun diritto di chiedere ad altri fedeltà e seguito. E’ perciò il Re stesso che col suo atto ha distrutto il giuramento che a lui prestammo con purezza di cuore e lealtà di carattere ed al quale abbiamo tenuto fede in tante gravi contingenze per la Patria. Il Re ha così distrutto le forze armate di cui pure fu comandante supremo, lasciandole senza guida in un mondo di gigantesche lotte fra le potenze. Non solo materialmente egli ha perciò posto queste forze a disposizione delle potenze straniere, ma ha minato alle basi quei sentimenti di onore, senza i quali nessun esercito può esistere e durare. A tutto ciò si contrappone la volontà vitale di tutto il popolo italiano, la fierezza di ogni soldato, degno di questo nome.
Pienamente consapevole della mia responsabilità nazionale e personale, io vi chiamo, camerati, a collaborare. Senza riguardo ad interessi personali o a speculazioni politiche, col coraggio della convinzione e con la virtù degli animi, noi dobbiamo riconquistare all’Italia la purezza dell’onore popolare, patrimonio preziosissimo della razza, il combattimento ed il lavoro, non il tradimento e la infedeltà, restituendoci la nostra indipendenza e la nostra integrità territoriale. Ed é per questo, solamente per questo, che io offro tutta la mia vita entrando a far parte del nuovo Governo. lo vi garantisco che nulla vi sarà chiesto che non serva a conseguire tale méta, e che la sicurezza e la calma verranno ristabilite.
Inquadratevi perciò volontariamente nel fronte nazionale e popolare di un Fascismo repubblicano liberato da ogni scoria di ambizioni e di cupidigie personali. Sotto la guida del Duce, che già una volta ha salvato l’Italia dal naufragio dell’anarchia, riprenderemo insieme la lotta contro la decomposizione, la degenerazione ed il tradimento, contro gli aizzatori ed i sabotatori di ogni specie. Ripristinando l’onore, metteremo mano alla costituzione delle nuove milizie del popolo italiano, giovani, modernamente armate, idealmente partecipi di una fede e di una volontà. Ufficiali e soldati, ancora una volta il destino vi offre una possibilità e vi schiude le porte. La vostra risposta deciderà sulla sorte delle generazioni venire. Con l’aiuto di Dio e con la purezza dei nostri cuori, noi supereremo vittoriosamente la prova.
Viva l’Italia!