Sunday 4 March 2012

Discorso di Mantova, 29 luglio 1941

Alla prima legione di camicie nere destinata al fronte russo

di Benito Mussolini

Legionari!

Un grande onore e un sommo privilegio vi attendono e sono sicuro che voi lo sentite nell'animo vostro di combattenti volontari. L'onore e il privilegio di partecipare ad un'autentica battaglia di giganti.

Per venti anni i popoli della terra sono stati agitati da questa alternativa, da questo ferreo dilemma: fascismo o bolscevismo, Roma o Mosca. (Vibranti acclamazioni).

L'urto tra i due mondi, che noi abbiamo voluto e abbiamo iniziato negli anni lontani delle squadre della rivoluzione, è giunta al suo epilogo. Il dramma è all'atto quinto. Lo schieramento è ormai completo.

Da una parte, Roma-Berlino-Tokio; dall'altra, Londra (si fischia a lungo) -Washington-Mosca.

Nemmeno il più lontano dubbio ci sfiora circa l'esito di questa immane battaglia: noi vinceremo. (Si applaude freneticamente). Vinceremo, perché la storia dice che i popoli i quali rappresentano le idee del passato devono perdere dinanzi ai popoli che rappresentano le idee dell'avvenire.

Legionari!

Sul fronte russo voi combatterete insieme non solo con i camerati tedeschi, ma con i finlandesi, i magiari, i romeni, gli slovacchi e con volontari d'altre nazioni. Sono sicuro che, nelle soste, il vostro contegno sarà irreprensibile e, nel combattimento, v'impegnerete con estrema decisione e con la massima energia. (I Legionari gridano: «Sì, Duce! »). Nel combattimento, chi esita, cade.

Queste mie parole siano il viatico che vi accompagna, un atto di fede, un auspicio di vittoria.

Legionari! Saluto al re!