Ai legionari fiumani
di Benito Mussolini
Ero riluttante a parlare, perché non sapevo se voi avreste ascoltato volentieri un discorso.
(Grida unanimi di « Parli! Parli! » interrompono Mussolini).
Il mio ritegno era anche originato dal fatto che voi tutti avete avuto l'invidiabile onore d'ascoltare i discorsi più belli che siano mai stati pronunciati in lingua italiana.
La marcia di Ronchi segna una delle più gloriose pagine della nostra storia. Voi avete avuto l'onore di « agire » in essa e di costruire con la vostra opera e colla vostra fede la storia nuova. La marcia di Ronchi è il simbolo dello spirito dell'Italia vittoriosa.
I nuovi confini d'Italia sono stati conquistati in virtù dell'opera vostra e di quella mirabilmente ardita del vostro Comandante. L'Italia deve a voi il Nevoso ed il confine giulio. E voi avete anche consacrato per l'avvenire il diritto d'Italia sull'Adriatico e sulla Dalmazia tutta, da Zara a Cattaro. (Applausi scroscianti).
Noi ora non vi rivolgiamo parole seducenti. Voi siete perfettamente coscienti e saprete scegliere l'aggruppamento politico verso il quale orientarvi. I fascisti sono stati i soli a difendervi, ma non intendono con questo di ritenervi obbligati verso di loro.
Noi vi diciamo una sola parola: mantenete perennemente accesa la stupenda fiamma ideale che fino ad oggi avete alimentato col vostro eroismo e con la vostra fede.
Per essa sola l'Italia potrà raggiungere la sua vera grandezza e ritornare degna del suo grande passato e della sua recente vittoria, dominatrice del Mediterraneo, faro di civiltà per tutte le genti.
Per l'Italia, per il Comandante d'Annunzio, ora e sempre: « alalà! ».