Saturday 3 March 2012

Discorso di Pescara, 21 agosto 1923

Al popolo di Pescara

di Benito Mussolini

Cittadini di Pescara!

Da oggi avrò il gradito ricordo di avere potuto comunicare con il vostro animo profondo e devoto alla Patria. Siamane, visitando la Mostra, ho avuto la rivelazione visiva del vostro potente sforzo di costruttori e di produttori. Io ho detto e ripeto che siete benemeriti della Nazione. Lo siete stati in guerra; molti abruzzesi sono stati con me nelle trincee e posso attestare il fermo valore dei loro solidi petti.

Siamo tutti devoti all'Italia; questa è la fede che ci riscalda lo spirito; dal più alto al più umile ognuno deve compiere il suo preciso dovere.

Se noi riusciremo - e riusciremo perché io lo voglio e voi lo volete - a fondere tutte le nostre energie e ad esaltare la nostra fede, a credere, a fermamente credere nei radiosi destini d'Italia, non c'è da temere il ritorno offensivo del nemico.

Vorrei che certi pallidi politicastri i quali perdono il loro tempo in lunghe e prolisse disquisizioni sulla forza e sul consenso, partecipassero a queste nostre fresche ed impetuose adunate di popolo per convincersi che, oltre alla forza, il Governo fascista ha il consenso della parte migliore del popolo italiano. Ed è per qusto che noi, del Governo fascista, dichiariamo che saremo inflessibili ed inesorabili contro tutti coloro che volessero rievocare l’Italia di ieri: la piccola Italia che non può essere la nostra grande Italia, quella che siamo noi, quella che vogliamo. Così non è il partito: è qualche cosa di più: è una milizia, è una religione, una passione che infiamma tutti i giovani generosi italiani e con i giovani gli adolescenti ed i vecchi che non si sentono tali e che hanno raccolta la face viva riaccesa dai morti della grande guerra. I morti della grande guerra ci hanno detto che bisogna vincere la pace e si deve vincere con il lavoro, con la disciplina, con la concordia. E d’esempio quotidiano di lavoro e di disciplina crediamo debbano essere soprattutto ed in prima linea i fascisti che hanno l’onore e l’orgoglio di partecipare a questo grande Partito che, volere o no, ha salvato la Patria.

Io serberò nel profondo del cuore il ricordo di questa ospitale e fraterna accoglienza.

Gridiamo insieme: Viva il Re!, Viva l’Italia!, Viva il Fascismo!