Sunday 4 March 2012

Discorso di Roma, 22 dicembre 1933


di Benito Mussolini

Sono lieto di salutare in Roma, su questo colle dove si è svolta tanta parte della storia della civiltà, i convenuti alla prima adunata di studenti di tutte le Nazioni dell'Asia.

Questa vostra venuta non è priva di significato. Ricordo che qualcuno disse, e che molti dopo di lui, ripeterono: "East and West will never meet". Questa affermazione è smentita dalla storia. Venti secoli or sono Roma realizzò sulle rive del Mediterraneo una unione dell'occidente con l'oriente che ha avuto il massimo peso nella storia del mondo. E se allora l'occidente fu colonizzato da Roma, con la Siria, l'Egitto, la Persia, il rapporto fu invece di reciproca comprensione creativa. Questa unione fu il motivo fondamentale di tutta la nostra storia. Da essa sorse la civiltà europea. Questa deve oggi ritornare universale, se non vuole perire.

L'unità della civiltà mediterranea, che era oriente ed occidente, creata da Roma, è durata per molti secoli. Poi i traffici, deviati verso altri mari, l'afflusso dell'oro, lo sfruttamento di ricche regioni lontane furono la condizione di nascita di una nuova civiltà a carattere particolaristico e materialistico, civiltà che fu situata fuori del Mediterraneo.

Da allora i rapporti dell'occidente con l'oriente divennero esclusivamente di subordinazione e si limitarono ai semplici rapporti materiali. Cessò ogni vincolo spirituale di collaborazione creativa. Si formò e si diffuse l'opinione di un'Asia nemica dell'Europa, mentre, in realtà, si trattava di una particolare mentalità formatasi in certi Paesi di Europa, che era incapace o indifferente a comprendere l'Asia. Per essa l'Asia era solo un mercato di manufatti, una fonte di materie prime.

Questa civiltà a base di capitalismo e liberalismo nei secoli scorsi ha investito tutto il mondo. Il fallimento di essa si ripercuote perciò in tutti i continenti. Interessa quindi tutti i continenti la reazione contro la degenerazione liberale e capitalistica, reazione che trova la propria espressione nella fede rivoluzionaria del Fascismo italiano che ha lottato, che lotta, contro la mancanza di anima e di ideale di questa civiltà, che, negli ultimi secoli, ha avuto il sopravvento nel mondo.

Nei mali di cui si lagna l'Asia, nei suoi risentimenti, nelle sue reazioni, noi vediamo, dunque, riflesso il « nostro volto stesso ». La differenza è di forma e di dettaglio; il fondamento è il medesimo.

Oggi Roma e il Mediterraneo, con la rinascita fascista, rinascita soprattutto spirituale, si volgono a riprendere la loro funzione unificatrice. È perciò che la nuova Italia - questa Italia - vi ha qui convocati.

Come già altre volte, in periodo di crisi mortali, la civiltà del mondo fu salvata dalla collaborazione di Roma e dell'oriente, tosi oggi, nella crisi di tutto un sistema di istituzioni e di idee che non hanno più anima e vivono come imbalsamate, noi, italiani e fascisti di questo tempo, ci auguriamo di riprendere la comune, millenaria tradizione della nostra collaborazione costruttiva.