Sunday 4 March 2012

Discorso di Roma, 9 gennaio 1938

Agli agricoltori e agli ecclesiastici vincitori dell'VIII Concorso del Grano

di Benito Mussolini

Camerati!

È qui, fra noi, venuto espressamente a Roma per partecipare a questa tradizionale cerimonia d'esaltazione delle forze e degli sforzi dell'agricoltura italiana, il camerata Darré ministro dell'agricoltura del Reich. Nell'applauso col quale l'avete accolto c'è l'espressione del vostro e del mio sentimento: sentimento di simpatia e di amicizia.

L'opera che il Ministro Darré deve svolgere nel suo Paese è specialmente ardua ed egli vi mette tutta la sua passione di rurale. Anche in questo campo è possibile ed utile una collaborazione fra i due popoli.

Il camerata Ministro Rossoni vi leggerà tra poco le cifre che rappresentano il consuntivo dell'annata agricola 1937. Possiamo considerare tali cifre, con soddisfazione. L'annata è stata buona. Ottimo il raccolto del grano, che è sempre il raccolto base.

Il raccolto deficitario del 1936, di milioni 61, ci ha costretto a importare 19 milioni di quintali di grano, per un valore di 1500 milioni di lire. Il raccolto del 1937 cancella questa voce dalle nostre importazioni.

Sarebbe un eccesso di ottimismo attendersi nel 1938 un raccolto altrettanto abbondante. Questa è la causa principale dell'introduzione delle miscele che, nella modesta proporzione del dieci per cento, sono state accolte dovunque senza inconvenienti di sorta.

Il camerata Rossoni vi dirà che la politica del Regime è stata diretta ad aumentare i prezzi delle derrate agricole. Ci vantiamo d'averlo fatto, e siamo lieti di avere evitato la rovina dell'agricoltura, fondamento dell'economia italiana.

Naturalmente l'aumento necessarissimo dei prezzi all'ingrosso del grano, granturco, riso, latte, carne, ecc., non poteva non ripercuotersi nei prezzi al minuto. Ma il controllo del Partito prima, delle Corporazioni poi, ha evitato le punte. Prezzi troppo bassi rovinano la produzione, prezzi troppo alti contraggono i consumi e quindi si ripercuotono sulla produzione. La politica del Fascismo tende a realizzare l'equilibrio tra i due elementi che si condizionano a vicenda.

Il raccolto granario del 1937 è uguale a quello del 1934. Ciò significa che si può arrivare ad una media di 80 milioni di quintali. La battaglia del grano continua e su di essa si fa perno per muovere verso le massime produzioni tutta l'agricoltura italiana.

Io che conosco i rurali italiani, nel loro sentimento, nella loro fatica, so che essi sono decisi a raggiungere la totale vittoria e la raggiungeranno.