Alle gerarchie del fascismo albanese
di Benito Mussolini
Vi ringrazio, o camerati albanesi, di essere venuti a Roma oggi, quarto annuale della fondazione dell'impero, nel quale voi siete entrati con eguali doveri ed eguali diritti a quelli del popolo italiano, in quanto considero come fratelli il popolo italiano e il popolo albanese.
Le mie direttive sono chiare e definitive. Nella nuova comunità che lancia l'Albania sulle strade del progresso e della prosperità, il Partito Fascista Albanese ha un compito di importanza fondamentale.
Come in Italia, così in Albania, il Partito deve essere in ogni momento l'interprete esatto, pronto, disinteressato dei bisogni, delle speranze, dell'anima del popolo.
Se io ho (letto in Italia che il regime deve andare verso il popolo, altrettanto e soprattutto dico per l'Albania.
Ho notato con molto interesse che gli iscritti al Partito Fascista albanese sono già alcune decine di migliaia. E ho notato quanto avete detto: i fascisti devono rappresentare l'aristocrazia operante della comunità popolare. E appunto in quanto essi rappresentano questa aristocrazia, devono sentire l'orgoglio di servire il popolo, per elevarlo moralmente e materialmente ad un livello superiore di vita.
Non ho bisogno di dirvi che io seguo con particolare simpatia l'opera vostra e vi prego di portare il mio saluto più cordiale, più fraterno — un saluto che parte dal cuore — a tutte le Camicie Nere d'Albania e a tutto il popolo albanese che ha associato il suo destino a quello che è e sarà il destino di grandezza imperiale dell'Italia.