Wednesday, 7 March 2012

Il Napoleone della viltà

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 3 dicembre 1917)

di Benito Mussolini

Meravigliosa carriera quella dell'aspirante Krylenco. Un momento. È venuto fuori anche il vero nome di costui. Ci aspettavamo di sapere che si chiamasse Schoenberg o Zimmermann. Invece si chiama Abram. Altro impasto di lettere che puzza di tedesco e di sinagoga.

Abram è passato in cinque minuti da aspirante a generalissimo. Napoleone impiegò qualche mese per passare da tenente a generale. I marescialli napoleonici sortirono umili origini, ma fecero rapida carriera.

Abram li supera tutti. Marceau è generale, quando:
...alla morte radiosa
puro i suoi ventisette anni abbandona
come alle braccia d'arridente sposa.
Krylenco-Abram si abbandona invece a 20 anni alla resa lucrosa. Egli è l'Alessandro della paura; il Garibaldi della fuga; il Giulio Cesare del tradimento; il Napoleone della viltà.

Fulmine di pace vergognosa, egli percorre il fronte esortando i soldati a sollevare le mani e ad abbassare le armi, incitandoli a stringersi eroicamente intorno alla bandiera bianca.

Con una energia meravigliosa, libera l'esercito da quei generalissimi maniaci che osano ancora parlare di onore e di fede.

Sentiremo presto che ne ha fatto fucilare qualcuno. Se però riesce a trovare un plotone che non abbia paura dello sparo dei propri fucili.

Napoleone lasciò le più generose schiere dei suoi veterani nella ritirata di Russia. Krylenco-Abram saprà condurre tutto l'esercito russo nella ritirata. Ritirata nel suo significato di « latrina ».