(Pubblicato in « Corso di cultura fascista ad uso delle scuole medie », 1935)
di Nino Sammartano
Dal 1870 al 1929 si era trascinata in Italia una questione di alta importanza, cioè la questione romana.
La questione romana nasceva, nei termini in cui si era trascinata per più di mezzo secolo, da questo fatto storico:
Il 20 settembre 1870 Pesercito italiano conquistava Roma per farla Capitale del Regno d'Italia.
Costituitosi nel 1861 il Regno d'Italia, questo non poteva rimanere senza Roma, cioè senza la sua Capitale naturale. Il 20 settembre quindi, permettendolo le condizioni storiche, Vittorio Emanuele II spinse il suo esercito a Roma.
Il Papa, che non aveva voluto cedere Roma, protestò davanti al mondo per quell'atto, ritenendolo un atto di sopraffazione e di violenza da parte del Re d'Italia.
Il Regno d'Italia regolava i suoi rapporti con la Santa Sede con una Legge delle Guarentigie. Con questa legge si dichiarava sacra ed inviolabile la persona del Papa, si assegnava al Papa una dotazione annua, si concedeva la proprietà dei Palazzi vaticani, del Laterano, e si garantiva al Papa e alla Chiesa la più ampia libertà nell'esercizio della missione e del ministero cattolico.
Il Papa non volle accettare la Legge delle delle Guarentigie e per protesta si rinchiuse in Vaticano, considerandosi prigioniero.
Cominciò così la questione romana, questione delicatissima sia perchè metteva la coscienza dei cittadini italiani cattolici in uno Stato di disagio, sia perchè indeboliva lo Stato soprattutto davanti agli Stati Cattolici i quali la facevano sempre pendere sul nostro capo, come una spada di Damocle. A tutto questo si deve aggiungere una lotta continua tra i cattolici, confusi sotto il nome di clericali, e i partiti anticlericali, spinti e mossi contro il cattolicismo soprattutto dalla massoneria.
Tentativi di Conciliazione erano stati fatti anche prima del Fascismo, ma essi non potevano avere buon esito perchè il clima in cui sorgevano era avvelenato da una lotta continua ed esasperante degli uni contro gli altri. La massoneria che imperava in tutta la vita italiana non avrebbe mai permesso una conciliazione tra Stato e Chiesa. Dopo la guerra il primo uomo che cominciò a guardare al Cattolicismo con spirito nuovo fu Mussolini. In un suo discorso in Parlamento prima della Marcia su Roma, il Duce parlò del grande valore universale della Chiesa di Roma. Conquistato lo Stato, le cose mutarono. Innanzi tutto si introduceva il Crocifisso nelle Scuole e l'insegnamento religioso. Si riteneva incompatibile con il Fascismo la Massoneria e poi si proibiva la vita a questa vasta organizzazione segreta che rappresentava uno Stato nello Stato.
Così la questione romana poteva entrare in un ambiente e in un clima dove, se non facile, la sua soluzione si rendeva possibile.
E difatti l'II febbraio 1929 Stato e Chiesa sancivano la pace con gli accordi costituiti da un Trattato, da una Convenzione e da un Concordato. Col Trattato lo Stato Italiano abrogava la Legge delle Guarentigie e, riconoscendo la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale, le riconosceva anche la piena proprietà e la esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana nel Vaticano che diventò la Città del Vaticano.
La Santa Sede a sua volta riconobbe il Regno d'Italia sotto la dinastia dei Savoia, con Roma Capitale dello Stato Italiano.
Fuori della Città del Vaticano la Santa Sede ha la proprietà di Chiese e Palazzi per i quali gode delle immunità riconosciute agli agenti diplomatici.
Piazza San Pietro fa parte della Città del Vaticano, ma è aperta al pubblico e la polizia italiana vi esercita il suo potere. Tra Stato Italiano e Chiesa vennero allacciati buoni rapporti diplomatici. La Chiesa ha un Nunzio Apostolico presso il Re d'Italia, e lo Stato Italiano ha il suo Ambasciatore presso il Vaticano.
Col Concordato vennero regolati i rapporti fra lo Stato e la Chiesa in Italia. L'Italia assicurava alla Chiesa Cattolica il libero esercizio del potere spirituale e il libero esercizio del culto e della sua giurisdizione in materia ecclesiastica. La Santa Sede nomina i Vescovi e gli Arcivescovi, ma prima deve ottenere il consenso da parte dello Stato. Vescovi e Arcivescovi prima di prendere possesso dei loro uffici debbono giurare fedeltà al Re, al Governo, alle leggi dello Stato.
L'insegnamento religioso viene esteso nelle Scuole Medie e viene impartito da Sacerdoti o da persone designati dalle Autorità ecclesiastiche e nominati dai Capi d'Istituto.
Secondo il Concordato il matrimonio celebrato davanti al Sacerdote assume valore giuridico e viene trascritto nei registri dello Stato Civile. Lo Stato riconosce però la piena nell'esercizio degli altri culti ammessi.
Il Concordato è uno degli atti più importanti fatti dallo Stato Fascista perchè, stabilendo buoni rapporti tra Stato e Chiesa, ha sanato un'annosa questione e ha portato anche in questo campo la pace, l'armonia e la collaborazione.