Saturday, 3 March 2012

Discorso alla Camera, 29 novembre 1924

Commemorazione di Giacomo Puccini

di Benito Mussolini

Onorevoli colleghi!

Ho la profonda tristezza di comunicare alla Camera una luttuosa notizia.

In una clinica di Bruxelles, dove si era recato quando il male che lo affliggeva aveva assunto un decorso inesorabile, è morto oggi il maestro Giacomo Puccini. (La Camera sorge in piedi).

Sono sicuro che la melanconia che ci invade in questo momento, è profondamente condivisa da tutto il popolo italiano e, si può dire, da tutto il mondo civile. Ognuno di noi ha vissuto dei momenti della musica pucciniana, ognuno di noi si è commosso innanzi ai protagonisti indimenticabili che Puccini recava sulle scene, che animava con l’impeto della sua musica.

Non è questa l’ora di discutere i pregi e la nobiltà delle sue creazioni. Certo è che nella storia della musica italiana e nella storia dello spirito italiano, Giacomo Puccini occupa un posto eminentissimo. Né voglio ricordare in questo momento che alcuni mesi or sono questo insigne musicista chiese la tessera del Partito Nazionale Fascista. Volle compiere questo gesto di adesione ad un movimento che è discusso, discutibile, ma che è anche l’unica cosa viva che ci sia oggi in Italia.

Ciò ricordato, al di sopra di tutte le adesioni, noi vogliamo onorare in Giacomo Puccini il musicista, il maestro, il creatore. La sua musica ha commosso molte generazioni compresa la nostra; non può morire, perché essa rappresenta un momento dello spirito italiano.

Tutto il popolo si raccoglie in quest’ora. Io credo che la Camera si faccia interprete di tutto il popolo italiano, elevando un tributo di ammirazione, di devozione e di rimpianto alla memoria di questo spirito nobilissimo. (Vive approvazioni).