Secondo discorso alle truppe della Divisione « San Marco »
di Benito Mussolini
Ufficiali! Sottufficiali! Graduati della divisione « San Marco »!
Sono trascorsi tre mesi dal giorno in cui io ebbi la grande gioia di incontrarvi e di trascorrere con voi una per me indimenticabile giornata. Da quel giorno altri avvenimenti si sono svolti nella nostra patria. Roma, che durante trenta secoli della sua storia non vide mai africani se non incatenati dietro al carro dei consoli vincitori, oggi ha le sue mura profanate da queste razze incivili e bastarde. Tutto ciò, se da una parte ci rattrista, dall'altra ci serve di sprone, per la necessaria riscossa.
Vi siete presentati in un modo che io non esito a definire superbo. Si vede nel vostro comportamento non soltanto l'espressione del vostro spirito e della vostra volontà, ma anche il risultato di questi mesi di addestramento sotto la guida degli istruttori germanici. Ad essi va il mio ringraziamento, ed in primo luogo voglio qui ricordare il generale Alberti, che si è dedicato a voi con particolare interesse e premura.
Voi dovete essere, sentirvi come un blocco infrangibile di cuori e volontà. Fra qualche tempo voi avrete la gioia di rivedere il suolo della patria.
Vi ho consegnato le bandiere e così la vostra divisione è completa. Sono le bandiere della Repubblica Sociale Italiana, attorno alla quale oggi già, ma più ancora domani, si raccoglierà in masse compatte l'intero popolo lavoratore italiano. Queste bandiere sono il simbolo della nostra fede, del nostro ardimento.
Io sono sicuro che quando i nemici multicolori della nostra patria sentiranno il vostro grido « San Marco », essi si accorgeranno di aver dinanzi a sé intrepidi cuori, decisi a tutto pur di conquistare la vittoria!