Saturday 3 March 2012

Discorso di Losanna, 21 novembre 1922

Dichiarazioni fatte a Losanna ad un gruppo di giornalisti svizzeri, francesi, inglesi, americani

di Benito Mussolini

Non posso fare alcuna anticipazione o previsione sulla conferenza, la quale ancora è al suo primo inizio. L'Italia fa parte dell'Intesa, ma occorre dare un contenuto a queste parole. Non posso dire di essere soddisfatto, ma posso dichiarare che comincio ad essere soddisfatto. La soddisfazione è a gradi come tutte le cose umane.

Ho la più grande simpatia verso l'America e l'Italia intende fare una politica di amicizia cordialissima verso gli Stati Uniti. Credo che la Confederazione americana non possa disinteressarsi dell'Europa, perché l'Europa esiste ed ha il suo peso. Se si disinteressasse, non farebbe un buon affare. I trattati di commercio costituiscono mezzi pratici per la ricostruzione e servono di base per l'intese politiche.

Per la politica estera non potrei aggiungere altro.

Per la politica interna vi dirò che non farò mai una politica anti-operaia, anche perché il proletariato è stato molto saggio e benevolo verso la rivoluzione fascista. Gli interessi legittimi degli operai saranno difesi. Io distinguo tra operai e Partito Socialista, il quale si crede depositario della verità rivelata, di una specie di vangelo divino. Ciò è una sciocchezza. Se gli operai, che costituiscono il fondo del mio popolo, continueranno a tenere un atteggiamento saggio, troveranno nel mio Governo un amico.

Il mio spirito è profondamente religioso. La religione è una forza fondamentale che va rispettata e difesa. Sono pertanto contrario alla demagogia anticlericale ed ateista, la quale rappresenta un vecchio gioco. Affermo che il cattolicismo è una grande potenza spirituale e morale e confido che i rapporti tra lo Stato italiano e il Vaticano saranno d'ora innanzi molto amichevoli. Le nostre relazioni col Vaticano sono improntate ad amicizia e cordialità. Ma da questo a una riconciliazione ufficiale molto tempo ci corre. Il Vaticano è una potenza che non si può trascurare, ma conviene non confondere la politica e la religione.