Agli insegnanti
di Benito Mussolini
Avete offerto alla capitale, in questa radiosa mattina, uno spettacolo magnifico. Tutti i romani che, avendo vissuto molti millenni di storia, sono portati ad una contemplazione piuttosto lenta degli avvenimenti e non sono facili ad eccessivi entusiasmi, oggi sono certamente rimasti ammirati di questo spettacolo di fresca primavera, che è stato loro offerta dalle scolaresche qui convenute da ogni parte d'Italia e soprattutto dalla Venézia Giulia, particolarmente cara al cuore di tutti gli italiani. Bene è stato detto che, negli anni grigi dell'anteguerra, le scuole della Lega nazionale ed in genere le scuole affidate a maestri italiani rappresentarono il focolare, attorno al quale si custodirono le speranze e la fede della stirpe italiana. Sono lieto di attestarvi l'espressione della mia fraterna simpatia : sono lieto di aggiungere che il Governo nazionale, il Governo fascista, tiene in sommo pregio i valori della scuola, ha nel massimo rispetto gli insegnanti di tutti i gradi, di tutte le scuole. Il Governo fascista sente, sa, è sicuro che la grandezza della Patria, alla quale noi tutti dobbiamo consacrare il meglio a elle· nostre energie, sarà compiuta dalle nuové generazioni.
Voi dovete essere gli artefici, e lo siete già stati, di questa rinnova~ione profonda dello spirito italiano. Tocca a voi il compito di confondere sempre più intimamente l'anima degli italiani che furono schiavi dell'Austria éon l'anima degli italiani che mossero e si sacrificarono a centinaia di migliaia per rompere le catene. Siete passati davanti al Milite Ignoto, ne avete certamente raccolto lo spirito: portatelo a Trieste accanto all'altro grande spirito di colui che fu il precursore della vostra e nostra liberazione: Guglielmo Oberdan. (Applausi).