Sunday 4 March 2012

Discorso di Roma, 5 maggio 1943

L'ultimo discorso dal balcone di palazzo Venezia

di Benito Mussolini

Sento vibrare nelle vostre voci l'antica, incorruttibile fede (la moltitudine prorompe in un formidabile grido: « Sì! ») e insieme una certezza suprema: la fede nel fascismo (« Sì! »), la certezza che i sanguinosi sacrifici di questi tempi duri saranno compensati dalla vittoria (altissime, prolungate acclamazioni), se è vero, come è vero, ché Iddio è giusto e l'Italia immortale. (Il popolo acclama entusiasticamente al Duce).

Sette anni or sono noi eravamo qui riuniti in questa piazza per celebrare la conclusione trionfale di una campagna durante la quale avevamo sfidato il mondo e aperto nuove vie alla civiltà. (Applausi prolungati). La grande impresa non è finita: è semplicemente interrotta. Io so, io sento che milioni e milioni di italiani soffrono di un indefinibile male, che si chiama il male d'Africa. (« Sì! »). Per guarirne non c'è che un mezzo: tornare. E torneremo. (La moltitudine prorompe in nuove, irrefrenabili acclamazioni e grida con una sola voce: « Sì! »).

Gli imperativi categorici del momento sono questi: onore a chi combatte, disprezzo per chi si imbosca, e piombo per i traditori di qualunque rango e razza. (Altissimi applausi).

Questa non è soltanto la mia volontà. Sono sicuro che è la vostra e di tutto il popolo italiano.