Wednesday, 7 March 2012

I luoghi comuni: Destra e sinistra

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 29 luglio 1922)

di Benito Mussolini

Il ministero di sinistra è definitivamente tramontato. L'on. Bonomi che voleva crearlo non è riuscito nella sua ingrata bisogna, nonostante gli aiuti fraterni dell'on. Turati, ma soprattutto i popolari vi hanno rinunziato col loro ultimo ordine del giorno, nel quale molti spiragli sono aperti perché vi passi la destra liberale-nazionalista.

I popolari hanno capito che bisognava non spingere le cose all'estremo e che solo volendo fare della brutta ironia si poteva pensare ad un ministero di pacificazione, che cominciava col dichiarare guerra ad una parte non trascurabile della Camera, ad una parte certamente preponderante del paese. Liquidato il ministero di sinistra, liquidato quindi il tentativo nittiano socialcollaborazionista, è tempo di aggiungere che queste parole di « destra » e di « sinistra » non hanno più alcun concreto significato e che in ogni caso ne hanno uno diverso da quello dell'anteguerra.

Si vuole forse dire che a destra c'è la reazione ed a sinistra la rivoluzione? Niente di più assurdo. Il fascismo, che siede a destra, ma poteva benissimo sedere alla montagna del centro, è reazionario nei confronti del socialismo, il quale, pure sedendo a sinistra, è oggi tipicamente, borghesemente, si potrebbe dire, conservatore e reazionario. Ma il fascismo, che siede a destra, ed è reazionario nei confronti del socialismo, è invece rivoluzionario nei confronti dello Stato liberale e del liberalismo inquantoché vuole ridurre lo Stato alle sue necessarie funzioni, vuole rianimarne le gerarchie e rinnega nello stesso tempo il modo dì governo liberale. Si vuole forse significare che a destra c'è la borghesia é a sinistra il proletariato? Lasciamo andare che anche i termini di « borghesia » e dì « proletariato » non corrispondono a nessuna concreta realtà sociale; ma sta di fatto che i veri borghesi — di abitudini, di temperamento, di portafoglio — stanno precisamente fra le democrazie, non esclusa quella estrema di sinistra. Non è significativo, ad esempio, che ieri i signori Max Bondi e Luzzatto appartenessero alla democrazia sociale, anzi al socialismo riformista? Dopo quel piccolo episodio della storia umana, che è stata la guerra mondiale, le vecchie posizioni mentali e politiche sì sono alterate e capovolte. Non è un paradosso affermare che ì rivoluzionari possono stare oggi a destra ed i reazionari a sinistra.

Queste parole insomma non hanno un significato fisso e immutabile: ne hanno uno variabile e condizionato dalle circostanze di luogo, di tempo e di spirito. Noi ci infischiamo sovranamente di queste vuote terminologie e soprattutto disprezziamo coloro che si appalesano terrorizzati da queste parole. Questi sciocchi impauriti abbondano soprattutto alla Camera. Ecco perché non si è fatto ancora un ministero. Ecco perché, quasi certamente, non si farà un governo.