Wednesday 7 March 2012

Viva Fiume!

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 13 settembre 1919)

di Benito Mussolini

L'impresa a cuì si è accinto Gabriele d'Annunzio, quella di restituire Fiume all'Italia, è destinata a suscitare la più grande emozione in tutto il mondo. Su la città del Quarnaro si era in questi dieci mesi di snervante attesa concentrata l'attenzione universale e la fama dell'Uomo, che vi è entrato ieri a sciogliere col gesto intrepido il nodo gordiano dei plutocrati occidentali, ha varcato i confini d'Italia e d'Europa.

Dopo dieci mesi, firmata la pace coll'Austria, bisognava dare la pace all'Italia anche sull'Adriatico, e poiché i mercanti d'occidente non si decidevano a concludere e trascinavano la cosa all'infinito, il gesto della violenza era necessario.

Non sappiamo quale sia il pensiero del governo dell'on. Nitti: quel che possiamo affermare è che con d'Annunzio andranno, se sarà necessario, decine di migliaia di volontari, tutta la migliore giovinezza d'Italia.

Comprendiamo le preoccupazioni degli ambienti politici romani, specialmente parlamentari. Ma noi, pur riconoscendo che la situazione politica generale è delicatissima, non condividiamo le eccessive preoccupazioni dei soliti pantofolai. Diciamo subito, per sventare l'inevitabile speculazione socialista, che il gesto di d'Annunzio non è affatto il preludio di un'altra guerra che possa impegnare il popolo italiano. L'occupazione e la difesa di Fiume non condurranno ad un'altra guerra semplicemente perché non vi sono nemici. Se la Croazia non ci dichiara guerra, saranno forse l'Inghilterra e la Francia che useranno violenza? L'ipotesi è assurda. Il Consiglio supremo manda delle note, e come ne ha mandate quando si trattava del bacino di Teschen o dell'occupazione di Klagenfurt, cosi può mandarne una per Fiume, ma sarà fatica sprecata.

Non cosi assurda è l'ipotesi di eventuali rappresaglie economiche da parte della plutocrazia anglo-americana. Ma al punto cui sono giunte le cose questo ricatto non ci atterrisce più. Si noti bene quello che diciamo in questo momento: piuttosto che essere strangolati dall'esoso capitalismo degli anglo-sassoni, gli italiani possono dare una direttiva tutt'affatto opposta alla loro attuale politica estera: possono attuare là politica « orientale » che ci accosterebbe ad un mondo dalle risorse inesauribili. Noi seguiremo attèntamente la situazione nuova e drammatica ed eccezionalmente interessante scaturita dal gesto di Gabriele d'Annunzio e intanto gridiamo con tutta l'anima: « Viva Fiume italiana! »