Saturday 3 March 2012

Discorso alla Camera, 17 febbraio 1922

Sulla mozione Celli

di Benito Mussolini

Onorevoli colleghi io non so se al termine di questa giornata si possa realmente dire con coscienza tranquilla che le situazioni politiche siano perfettamente chiarite. Ma dal momento che l'onorevole Cavazzoni mi ha quasi personalmente chiamato in causa mi sono deciso a prendere la parola per contribuire a chiarire questa situazione per vedere se è possibile di chiarirla per esaminare se sia possibile non di dare un Ministero alla nazione ma un Governo.

Evidentemente l'onorevole Modigliani afferma sempre più in modo brillante le sue attitudini di stratega del gruppo parlamentare socialista. Siete arrivati all'astensionismo: siete già sulla via della perdizione! (Ilarità).

Ma io richiamo i democratici e i popolari a valutare nella sua concretezza l'apporto collaborazionista del gruppo parlamentare socialista. Non vi porto centoventidue astensioni perché in quel gruppo fanno capo a Maffì Velia ed altri una quarantina che io chiamo — senza intenzione di offendere — selvaggi i quali sono ancora fermi nella posizione della vecchia intransigenza più o meno elettorale e non seguirebbero io credo l'altra parte del gruppo sulla strada del collaborazionismo.

L'ordine del giorno Celli è un ordine del giorno insidioso e contraddittorio: solo attraverso dichiarazioni di voto si possono determinare le posizioni reciproche di fronte a questo ordine del giorno. Noi di quest'ordine del giorno non accettiamo la conclusione cioè non approviamo le dichiarazioni del Governo quindi neghiamo la fiducia al Governo dell'onorevole Bonomi.

Quanto alle premesse conviene intenderci e spiegarci. Dice quest'ordine del giorno: « La Camera considera la necessità di restituire al Paese le condizioni indispensabili per la pacifica convivenza delle classi ». Questo significa se le parole hanno un senso che le classi esistono e nessuno pensa a violentemente sopprimerle; di più che è augurabile che fra queste classi vi sia un regime di pacifica convivenza.... (Modigliani. « Quindi non la dittatura!». Ilarità, commenti).

Vengo anche alla dittatura. Ora io dico ai socialisti: queste parole significano che voi anche attraverso la vostra semplice astensione siete convinti che le classi devono esistere e che fra di esse ci debba essere un regime di pacifica convivenza. (Commenti). Quindi non più tentativi di occupazione delle fabbriche. (Approvazioni a destra commenti a sinistra).

Non più scioperi generali politici; poiché tutto ciò turberebbe quel regime di pacifica convivenza al quale voi stessi date... (Interruzioni commenti).

La libertà del lavoro e delle organizzazioni è un principio che noi accettiamo perché voi sapete — lo sapete benissimo — che a lato del movimento fascista è sorto un movimento sindacale (commenti all'estrema sinistra) e non è possibile reclutare 250.000 organizzati con la violenza. (Rumori vivissimi all'estrema sinistra). Ma c'è di più in quest'ordine del giorno; c'è la necessità dell'obbedienza alla legge di questo Stato di queste istituzioni; alla legge esistente che voi oggi implicitamente riconoscete ed alla quale vi impegnate di obbedire. (Applausi all'estrema destra). È quindi pacifico che almeno 70 dei 122 deputati socialisti pur semplicemente astenendosi entrano con quest'ordine nelle rotaie della legalità monarchica. (Applausi a destra rumori vivissimi all'estrema sinistra).

Noi dichiariamo — e parlo in nome di tutti i gruppi della destra — che voteremo questa prima parte dell'ordine del giorno. (Commenti).

Respingiamo invece la seconda parte dell'ordine del giorno non tanto per quello che dice quanto per ciò che può non dire o sottintendere. Voi sapete che il fascismo già da tre anni ha nel suo programma la costituzione dei Consigli tecnici nazionali; ragione per cui noi non ci opponiamo al secondo capoverso di questa parte dell'ordine del giorno cioè non ci opponiamo a che le rappresentanze dirette del lavoro facciano sentire la loro voce nei consessi del lavoro.

La terza parte dell'ordine del giorno è assai vaga. Qui si rivela veramente la mentalità del riformista Celli e dei riformisti in genere. Noi non abbiamo difficoltà di votare anche questa terza parte dell'ordine del giorno perché là dove si parla di «nazioni depresse da intransigenti egoismi e da crudeli sperequazioni» noi comprendiamo in primo luogo la nazione italiana. (Applausi a destra). Ecco perché noi fascisti non ci facciamo illusioni soverchie sui risultati della Conferenza di Genova.

Io non avevo mai assistito a Conferenze internazionali; ma mi è bastata l'esperienza di Cannes per diventare assai scettico sui risultati di queste accademie. Si tratta di vedere con quali mezzi attraverso quali sistemi si può arrivare a ricostruire economicamente l'Europa. Ad ogni modo il Governo che verrà dovrà tener conto che una delle nazioni che soffre di più per queste sperequazioni è l'Italia e per le materie prime e per i cambi.

E anche per le conseguenze politiche di una pace che come quella di Rapallo non ci poteva e non ci doveva accontentare.

Dopo di che io vi dico tranquillamente che dal punto di vista degli interessi della Nazione un esperimento collaborazionista mi atterrisce perché il socialismo dovrebbe largheggiare con la famiglia innumerevole dei suoi clienti; ma quando le casse sono vuote e l'erario è esausto non si può largheggiare se non facendo funzionare la rotativa dei biglietti con l'accrescere quindi la circolazione monetaria e la miseria generale. (Approvazioni a destra interruzioni a sinistra). Ma dal punto di vista dell'interesse del mio partito io non tre vorrei vedere di ministri socialisti in quei banchi ma cinque perché il giorno in cui voi sarete là non potrete mantenere nessuna delle vostre mirabolanti promesse. (Approvazioni a destra interruzioni all'estrema sinistra). E mentre voi fallirete a questo compito avrete alla vostra sinistra i comunisti e gli anarchici i quali approfitteranno largamente del vostro esperimento collaborazionista. Non ritornerete in 122 alla Camera (interruzioni e rumori all'estrema sinistra) se avrete il coraggio di spingere il vostro astensionismo fino alla partecipazione diretta al potere. (Interruzioni e rumori all'estrema sinistra).

Dopo di che io ripeto l'interruzione che ho fatto al discorso dell'onorevole Modigliani: infine tutte queste combinazioni parlamentari ci interessano mediocremente. (Interruzioni a sinistra). Noi siamo pochi qui dentro ma abbiamo delle forze grandissime nel Paese. (Interruzioni e rumori all'estrema sinistra scambio di apostrofi). Ma soprattutto convincetevi che sarebbe la vostra totale rovina una reazione antifascista che partisse dai banchi del Governo. (Voci all'estrema sinistra).

Non vogliamo farla. (Rumori commenti).

Voi non la volete fare adesso ma in pieno Congresso di Milano uno dei vostri dichiarava che avrebbe vestito volentieri la divisa di Guardia regia pur di debellare il fascismo. (Commenti). E il vostro segreto pensiero è questo: valervi dei mezzi delle forze armate che il Governo ha nelle sue mani per schiantare il movimento fascista. Disilludetevi: è tempo che mettiate in applicazione quella famosa mentalità marxista che non vi sorregge più evidentemente! (Rumori interruzioni) Se questa mentalità marxista vi sorreggesse ancora voi capireste che un movimento come quello fascista non è nato nel mio cervello e non si domina con misure di polizia. Tra poco vi convincerete che il movimento fascista corrisponde a una profonda trasformazione economica che si sta verificando nel paese e che tra poco sarà chiara attraverso le luci della statistica.

E giacché indicate la democrazia sappiatelo e lo sappiano anche i democratici che se per democrazia si intende facilonismo irresponsabilità tendenza al compromesso e alla transazione noi siamo recisamente antidemocratici (rumori commenti) e sin da questo momento vi annunciamo che non faremo più blocchi. (Commenti). Anche se la fine dei blocchi dovesse rappresentare una fiera disgrazia elettorale per la democrazia nell'attesa che la democrazia diventi partito. Se la democrazia non è capace di darsi una organizzazione storica nel paese in un paese signori come il nostro fin troppo democratico vuol dire che in Italia la democrazia non ha più niente da dire e da fare.
(Commenti).

Non c'è da stupirsi se il processo di chiarificazione ha più niente da dire e da fare. (Commenti). politica è così difficile e lento. La situazione politica non è che il riflesso necessario di una situazione mondiale assai confusa ed assai incerta. Ma io penso però che se ognuno qui e fuori di qui avrà il coraggio di essere quello che deve essere se qui e fuori di qui il borghese avrà il coraggio di essere borghese e non falso democratico o falso riformista (applausi a destra rumori a sinistra commenti) le cose andranno molto meglio. Una delle cause di quello che si potrebbe chiamare il malcostume politico italiano sta nel fatto che nessuno ha mai il coraggio di mostrarsi con i suoi propri ed inconfondibili connotati politici. (Ilarità commenti approvazioni).

Vi risparmio data l'ora ogni e qualsiasi perorazione. Combinate o non combinate il Ministero fatelo o non fatelo di sinistra; questo però sia chiaro ad evitare un pericoloso salto nel buio: che non si va contro il fascismo e che non si schiaccia il fascismo. (Applausi a destra congratulazioni rumori all'estrema sinistra commenti).