Saturday, 3 March 2012

Discorso alla Camera, 19 luglio 1922

L'ultimo discorso dal banco di deputato

di Benito Mussolini

Onorevoli colleghi! La direzione del partito nazionale fascista ha invitato il gruppo parlamentare fascista a passare all'opposizione, cioè a votare contro il Ministero Facta. Io sono sicuro che tutti i miei colleghi deputati fascisti ottempereranno a quest'ordine tassativo. (Commenti).

Le ragioni che ci spingono a questa decisione, la quale può avere anche delle ripercussioni in seno a quella che si costuma chiamare la destra nazionale, sono ragioni d'ordine squisitamente politico e che prescindono, in un certo senso, dalla situazione prettamente parlamentare.

In fondo, onorevoli colleghi, mi pare che sia l'ora di diradare tutti gli equivoci, e in questa Camera di equivoci, a mio avviso, ce ne sono quattro: l'equivoco collabo razionista, l'equivoco popolare, l'equivoco Facta e l'equivoco fascista. (Commenti).

Cominciamo dall'equivoco collaborazionista. Si tratta di vedere se questa famosa collaborazione sia una vescica piena di vento o un apporto concreto al Governo di domani. Dalle statistiche parlamentari, da quel che già si vede, si può arguire che la collaborazione socialista, oramai, può essere definita le nozze con i fichi secchi. (Commenti).

Non sono più di 60 i deputati socialisti disposti a votare per un Ministero che nasca con programmi di antifascismo. Ma questo Ministero, onorevoli colleghi, si troverebbe domani di fronte non solo alla opposizione fascista, ma anche alla opposizione di quel terzo partito socialista, che sorgerebbe inevitabilmente dalle assisi di Roma, quando i collaborazionisti si presentassero col fatto compiuto.

Ora vi dico brutalmente che abbiamo tutto l'interesse, giacché oramai il corso delle cose è fatale e inevitabile, che il socialismo si divida sempre più, che ne sorgano tre o trenta di partiti socialisti, perchè dopo essere stato religione, dopo essere divenuto chiesa e setta e bottega, sarà più facile batterlo diviso che non unito. (Commenti).

Bisogna anche chiarire la posizione del partito popolare, il quale è travagliato da una crisi che ha già avuto delle manifestazioni significative, anche se non importanti dal punto di vista numerico.

Io non credo che tutto il partito popolare italiano possa seguire il comunismo, che è stato definito nero; dell'onorevole Miglioli. Io non credo che il mondo cattolico italiano, da distinguersi dal partito popolare, che è massone (commenti, rumori al centro) possa abbracciarsi con quei socialisti che sino a ieri, e anche oggi, avevano sulla loro bandiera: né Dio, né padrone! E poi il partito popolare non può rimanere continuamente nella posizione di fortuna in cui si è trovato fino ad oggi. Il partito popolare fa delle pressioni continue sul Governo, che si possono chiamare ricatti. (Interruzioni e commenti al centro). Non ama il partito popolare, non ha mai amato, e non ha mai sostenuto efficacemente il Gabinetto Facta. Scusate se l'immagine è un poco ordinaria: voi siete dei topi dai denti aguzzi, che state nel formaggio ministeriale per divorarvelo. (Applausi a destra, ilarità, commenti).

Quanto alla democrazia, altro equivoco, che ho incontrato per la strada, si deve dire che anch'essa non è animata dai più accesi entusiasmi per il Governo dell'onorevole Facia.

Finalmente, onorevole Facta, io vi dico che il vostro Ministero non può vivere, perchè ciò è indecoroso anche dal semplice punto di vista umano; il vostro Ministero non può vivere, o meglio vegetare, o meglio ancora trascinare la sua vita, in grazia della elemosina di tutti coloro che vi sostengono, come la tradizionale corda so stiene il non meno tradizionale impiccato. Del resto, le vostre origini, sono là ad attestare il carattere del vostro Ministero. Io scommetto che il primo ad essere sorpreso di diventare Presidente del Consiglio, siete stato precisamente voi. (Si ride, commenti).

Tutti ricordano che alla vigilia della Conferenza di Genova occorreva che l'Italia avesse un Governo qualsiasi: così è sorto il Gabinetto Facia, il quale si è messo in una situazione di necessità. Ma noi, ou. Facia, almeno teoricamente, abbiamo cercato di superare la contraddizione che ci tormenta tra il volere l'autorità dello Stato e il compiere spesso delle azioni che certamente non aumentano la forza di questa autorità.

Ed io deploro, onorevole Facta, le misure che avete prese contro i funzionari che rappresentavano il Governo a Cremona; perché quei funzionari hanno seguito le vostre direttive. (Commenti all'estrema sinistra). Se non hanno ordinato di fare fuoco contro i dimostranti fascisti, evidentemente è perché voi, e giustamente, siete contrario ad ogni effusione di sangue. (Approvazioni). Non dovevate soprattutto punire il rappresentante del potere giudiziario a Cremona, quando quei funzionari meritavano il vostro plauso.

Ed anche il vostro discorso non può piacere agli uomini che siedono da questa parte della Camera. Il punto centrale del vostro discorso è stato un aspro richiamo alla magistratura, un aspro richiamo ai funzionari in genere; con ciò avete dato l'impressione che gli organi esecutivi dell'autorità dello Stato siano insufficienti, deficienti o complici di una delle fazioni che lottano attualmente nel Paese. Io devo dire invece che la magistratura italiana è ancora una delle poche gerarchie statali contro le quali sia assai difficile elevare critiche fondate, e che non partano da presupposti di ordine per sonale o di partito. (Approvazioni a destra, commenti). E poi il Governo ha l'obbligo di coprire i suoi funzionari, di assumere esso le sue responsabilità. Il generale non punisce l'ultimo caporale. (Approvazioni, commenti). Ci sono altri elementi di critica contro il Governo Facta, da parte nostra, e per la politica finanziaria e per la politica estera. D'altra parte la Camera deve prendere atto che il fascismo parlamentare, uscendo, come fa in questo momento, dalla maggioranza, compie un gesto di alto pudore politico e morale. Non si può essere parte della maggioranza, e nello stesso tempo agire nel . paese come il fascismo è costretto per ora ad agire. (Commenti).

Il fascismo risolverà questo suo intimo tormento, dirà forse fra poco se vuole essere un partito legalitario, cioè un partito di Governo, o se vorrà invece essere un partito insurrezionale, nel qual caso non potrà più far parte di una qualsiasi maggioranza di Governo, ma probabilmente non avrà neppure l'obbligo di sedere in questa Camera. (Vivissimi commenti). Questo che io ho chiamato equivoco fascista, sarà risolto dagli organi competenti del nostro partito.

Ora, date queste mie dichiarazioni, voi comprendete subito che il problema della successione ci preoccupa fino ad un certo punto. Io vi dichiaro con molta

schiettezza che nessun Governo si potrà reggere in Italia quando abbia nel suo programma le mitragliatrici contro il fascismo. (Interruzioni, commenti, applausi a destra). Io non so neanche se questo sarà possibile, perché potrebbe darsi, anche per uno di quei paradossi assai frequenti nella politica e nella storia, che il Gabinetto il quale sorgesse sotto auspici e con origini nettamente antifasciste, fosse costretto a fare verso di noi una politica di grande liberalismo (commenti), perché il non farla gli procurerebbe assai maggiori noie. (Commenti).

D'altra parte, noi nel paese abbiamo forze molto numerose, molto disciplinate, molto organizzate. Se da questa crisi uscirà un Governo che risolva il problema assillante, angoscioso nell'ora attuale, cioè il problema della pacificazione, inteso come una normalizzazione dei rapporti fra i diversi partiti, noi lo accetteremo con animo lieto, e cercheremo di adeguare tutti i nostri gregari alla necessità, sentita, del resto, intimamente da parte della nazione, alla necessità di ordine, di lavoro e di disciplina. Ma se, per avventura, da questa crisi che ormai è in atto, dovesse uscire un Governo di violenta reazione antifascista, prendete atto, onorevoli colleghi, che noi reagiremo con la massima energia e con la massima inflessibilità. (Commenti). Noi alla reazione, risponderemo insorgendo. (Applausi a destra, commenti, rumori).

Io debbo, per debito di lealtà, dirvi che dei due casi che vi ho testè prospettati, preferisco il primo, e per ragioni nazionali e per ragioni umane. Preferisco cioè che il fascismo, che è una forza, o socialisti, che non dovete più ignorare.. e non dovete nemmeno pensare di distruggere, arrivi a partecipare alla vita dello Stato attraverso una saturazione legale, attraverso una preparazione alla conquista legale. Ma è anche l'altra eventualità, che io dovevo, per obbligo di coscienza, prospettare perché ognuno di voi, nella crisi di domani, discutendo nei gruppi, preparando la soluzione della crisi, tenga conto di queste mie dichiarazioni che affido alla vostra meditazione e alla vostra coscienza. Ho finito.

(Vivi applausi all'estrema destra, commenti prolungati).