Tuesday, 2 July 2013

Preghiera dell'ausiliaria (1944-1945)

    Ausiliaria
    nelle caserme negli uffici negli ospedali
    sul campo
    nobile ispiratrice
    di chi
    per la libertà e l'onore d'Italia
    lavora soffre combatte
    nel primo annuale del S.A.F.
    sulle rovine
    delle divise ed incerte coscienze
    riafferma
    la fedeltà alla Patria
    nell'ora cruciale che vivi
    onora e tieni desta la fiamma
    simbolo
    di sublime missione di Fede
    di sublime missione di Amore.

18 aprile 1944-45
XXII-XXIII

Preghiera del Servizio Ausiliario (1944-1945 ca.)

    Signore del Cielo e della Terra,
    accogli l'umile, ardente preghiera
    di noi, donne italiane,
    che sopra gli affetti più cari,
    poniamo Te o Signore, e la Patria.
    Benedici le nostre case lontane,
    benedici il lavoro delle nostre giornate,
    raccogli, come offerta di redenzione
    per la Patria tradita,
    il sangue degli eroi, dei martiri,
    il pianto delle madri private dei figli,
    il singhiozzante grido dei bimbi
    privati delle madri per
    la sadica ferocia nemica.
    Fa, o Signore, che la resurrezione
    della Patria sia vicina,
    concedi la vittoria.
    Benedici sul mare l'Italia,
    sulle terre insanguinate ed oppresse,
    su tutti i cieli, la Bandiera Repubblicana,
    libera, potente, sicura.
    Benedici i nostri morti in noi sempre vivi,
    che levano verso Te, su in alto,
    la Bandiera d’Italia
    che mai
    sarà ammainata.
    Conservaci il Duce.
    Benedici.

Prayer of the Auxiliary Service (c. 1944-1945)

    Lord of Heaven and Earth,
    welcome the humble, ardent prayer
    of us Italian women,
    who place Thee, O Lord, and the Fatherland,
    above all other dearest affections.
    Bless our far-away homes,
    bless the work of our days,
    collect, as an offering of redemption
    for the betrayed Fatherland,
    the blood of the heroes and the martyrs,
    the weeping of the mothers deprived of their children,
    and the sobbing cry of the children
    deprived of their mothers
    due to the sadistic ferocity of the enemy.
    Grant, O Lord, that the resurrection
    of the Fatherland take place soon,
    and grant us victory.
    Bless Italy on the sea,
    on the bloody and oppressed terrain,
    in all the skies, the Republican Flag,
    free, strong, secure.
    Bless our dead who are always alive in us,
    who raise up towards Thee, on high,
    the Flag of Italy
    which will
    never be lowered.
    Preserve for us the Duce.
    Amen.

Preghiera a San Michele Arcangelo, Protettore della MVSN (1944 ca.)

Principe della Milizia Celeste, Tu cacciasti dal cielo negli abissi infernali gli spiriti a Dio ribelli.

Militi d'Italia, noi Ti ammiriamo fedele, forte esecutore degli ordini dell'Onnipotente e siamo fieri di salutarti nostro modello e patrono.

Tu mantieni fedele l'animo nostro a Dio e alla Milizia Fascista, forte il nostro braccio contro i nemici della Patria, contro i ribelli alle sue leggi e all'ordine che il Duce vuole nella Nazione.

San Michele vincitore di Satana, proteggi noi, che vogliamo essere Soldati di Cristo, Militi del Duce, vincitori sempre in tutte le battaglie per la sicurezza e grandezza della Patria di quaggiù e per la conquista della gloria nella Patria celeste. Amen.

(Per i Militi, indulgenza di 100 giorni † Angelo Bartolomasi, Arcivescovo militare).

Prayer to St. Michael the Archangel, Protector of the MVSN (c. 1944)

Prince of the Celestial Militia, thou who didst drive out of heaven and into the infernal abyss those spirits who rebelled against God.

Keep our soul faithful to God and to the Fascist Militia, keep our arm strong against the enemies of the Fatherland and against those who rebel against its laws and against the order willed by the Duce in the Nation.

St. Michael, defeater of Satan, protect us, that we may be Soldiers of Christ, Soldiers of the Duce, always victorious in all battles for the security and greatness of the Fatherland in this world and for the conquest of glory in the heavenly Fatherland. Amen.

(For the Soldiers, 100-day indulgence † Angelo Bartolomasi, Military Archbishop).

Preghiera dell'Alpino (Natale 1944)

Su le nude rocce
su i perenni ghiacciai
su ogni balza delle Alpi
che la Provvidenza Divina ci ha dato per culla
e creato a baluardo sicuro
de le nostre contrade
ne l'estate torrida
o nel gelido inverno
sempre e dovunque
l'anima nostra
purificata dal dovere pericolosamente compiuto
sta rivolta a te
o Signore che proteggi le nostre famiglie lontane
e ci conforti a essere degni dei nostri avi.

Salvaci
o Dio onnipotente
Signore di tutti gli elementi
da ogni male spirituale
salvaci dal gelo demolitore
da la furia de la tormenta
da la slavina travolgente
da l'impeto de la valanga.
Fa che il nostro piede
passi sicuro
su le creste vertiginose
se le diritte pareti
su i crepacci insidiosi.

Fa che le nostre armi siano infallibili
contro chiunque osi offendere la Patria
i diritti de la nostra millenaria civiltà
la nostra sfolgorante bandiera.

Proteggi
o Signore
il Duce nostro
e concedi a le armi romane
guidate dal genio della sua sapienza
il giusto premio della vittoria.

Natale di guerra 1944–XXIII.

Il Capp. Milit. del "Tirano"
P. Claudio Enrico Bianchini C. S. J.

Prayer of the Alpino (Christmas 1944)

On the bare rocks
on the perennial glaciers
on every cliff of the Alps
that Providence gave us as a cradle
and created as a safe bulwark
for our lands
in the heat of summer
or in the cold of winter
always and everywhere
our soul
purified by dangerously accomplished duty
is turned to Thee
O Lord, that Thou may protect our far-away families
and help us to be worthy of our ancestors.

Savs us
O Almighty God
Lord of all the elements
from every spiritual evil
save us from the destructive frost
from the furious storms
from the cataclysmic avalanches.
Let our feet
pass safely
on the vertiginous ridges
on the straight walls
on the treacherous crevasses.

Let our weapons be infallible
against anyone who dares to offend our Fatherland
the rights of our millennial civilization
and our blazing flag.

Protect
O Lord
our Duce
and grant Roman arms
guided by his genial wisdom
the just reward of victory.

Christmas at War 1944–XXIII.

(Signed)
Padre Claudio Enrico Bianchini, S.J.
Military Chaplain of the "Tirano" Alpini Battalion

Preghiera: Signore facci liberi (1944)


di  Teresio Olivelli

Signore che fra gli  uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti, la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te, fonte di libere vite, dà la forza della ribellione.

Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi, alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.

Noi ti preghiamo, Signore.

Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell'indulgenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.

Quanto più s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.

Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare.

Se cadremo fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.

Tu che dicesti "Io sono la resurrezione e la vita" rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.

Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.

Sui monti ventosi e nelle catacombe delle città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.

Dio della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi "ribelli per amore".

Preghiera dell'Alpino ignoto (1943)


di Giulio Bedeschi

Tu per le mie ferite
da cui scese sangue
alla terra alle pietre
al fango alla neve
dovunque passai;

Tu per il mio silenzio
e il mio dolore senza volto
e il mio respiro che cessò
senza lamento
nell'invocare Te;

Tu per il lungo calvario
d'ogni fratello alpino
che giacque infine riverso
in quell'ora e per sempre
simile a me
nella sua stessa offerta;

Tu per gli occhi di mia madre
fermi nel buio fermi nel vuoto
in cui vedesti tremolare
e cadere verso Te dalle ciglia
la luccicante preghiera;

Tu per le mani di mio figlio
che mai sentirono le mie
e non ebbero più guida
se non di ricordo;

Tu, o Signore, tendi la mano
per quanto noi ti offriamo,
preserva dalla vita e dalla morte
ch'io conobbi in sorte
e benedici
ogni fratello che vive.

Benedici l'Italia.

Preghiera del prigioniero in Russia (1943)


di Don Guido Maurilio Turla

O eterno Iddio di pietà e di giustizia,
effondi il tuo amore lenitore sui figli oppressi da dura cattività.

Tu che conoscesti attraverso le sofferenze del Tuo divin Figlio
i tragici disagi dell'esilio, il "crucifige" del Calvario,
infondi forza e speranza al nostro spirito, stanco e sfiduciato.

Raccogli sull'altare del Tuo, del nostro sacrificio tutte le sofferenze:
la fame, il freddo crudele e la libertà oppressa.
Dalle sconfinate steppe, dalle immense foreste,
dalle tundre di questa terra,
benedici coloro che perseguitano Te e noi.

Con la tua mano onnipotente spezza gli spinati vincoli che ci riserrano;
non disperdere, ma richiama e perdona
il barbaro che ci opprime e ci calpesta.
La Madre del Tuo divin Figlio,
che ci scampò dal gelo e dal piombo nemico,
stenda la mano materna su di noi,
sulle famiglie lontane che ignorano la nostra sorte.

O signore dell'infinito!

Restituisci alla terra in fiamme la Tua pace,
distruggi col fuoco del tuo amore,
l'odio profondo che dilania le nazioni e il mondo.

A Te gloria eterna.

Preghiera del Paracadutista (1942)


di Padre Giovanni Scantamburlo

Signore grande Iddio, vivo nello spazio infinito, dove il dovere per la Patria in armi ci ha fatto sbocciare come candidifiori con i nostri paracadute, ascolta:

Guida e proteggi l'ardimentoso volo, come quello delle aquile piombanti sulla preda, e fa di noi, e da a noi la fulminea e travolgente irruenza di frecce, scoccate dall'arco teso del nostro valore, più potente del rombo dei nostri apparecchi. Come nebbia al sole, davanti a noi siano dissipati i nostri nemici, ed il nostro piede calpesti sempre vittorioso la meta che l'anima ha sognato. Candida sempre, come la bianca seta del nostro paracadute, sia la nostra fede e indomito il nostro coraggio. La nostra vita giovane é tua, per quel caro e benedetto suolo latino, dove sono piantati i nostri focolari e fioriscono i nostri destini. Se é scritto che cadiamo, sia! Ma da noi, seminati dalla morte, sprezzata dalla nostra audacia, balzino gagliardi a falange, da ogni goccia del nostro sangue, figli e fratelli innumeri, sempre orgogliosi del nostro immortale passato, sempre degni del nostro immancabile avvenire. Benedici, Signore, la nostra Patria.Signore, le nostre famiglie. Signore, le nostre mamme, le nostre spose, sorelle, fidanzate: Signore, i nostri cari! Per loro, nell'alba o nel tramonto, sempre, la nostra vita, Signore, per noi il tuo glorificante sorriso.

E cosi sia!

Ricordo di Pasqua (1942)

Mio Artigliere Alpino

Cerca di essere:

Forte: come cristiano e come soldato. La vita, ora e sempre, è una dura milizia: i deboli soccombono.

Coraggioso: Iddio è con te, ti aiuta, conforta e salva. La battaglia della vita va sostenuta senza ignavia, paura, senza codardia: fuggono i vili.

Generoso: se Dio, se la Patria ti chiedono un servizio, qualunque sia, ora e sempre, rispondi con entusiasmo pronto ad ogni sacrificio: solo gli eroi sono degni della vittoria!

Iddio, che oggi hai ricevuto nel tuo cuore, ti benedica.

Il Tuo Cappellano

DON SECONDO CONTIGIANI


Preghiera dell'Alpino

Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi che la Providenza ci ha dato per culla e creato a baluardo sicuro delle nostre contrade, in ogni angolo della terra o sui mari, ovunque, l'anima nostra, purificata dal dovere pericolosamente compiuto, è rivolta a Te, o Signore, che proteggi le nostre madri, le nostre spose, i nostri figli lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente che regoli tutti gli elementi, salva noi, armati di amore e di fede, da ogni male spirituale; salvaci dal gelo demolitore, dalle furie della tormenta e dall'impeto della valanga;

fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, sui crepacci insidiosi;

fa che le nostre armi siano infallibili contro chiunque osi offendere la nostra Patria, la nostra millenaria cristiana civiltà, la nostra Bandiera gloriosa.

Proteggi, o Signore, l'amato Sovrano, il Duce nostro, e concedi sempre alle armi romane, guidate da Augusta sapienza, il giusto premio della Vittoria.

Easter Memorandum (1942)

My Alpino artilleryman, seek to be:

Strong: as a Christian and as a soldier. Life, now as always, is a harsh struggle: the weak will perish.

Corageous: God is with you, helps you, comforts you and saves you. The battle of life must be sustained without ignorance, without fear, without cowardice: cowards flee.

Generous: if God and the Fatherland request your service, whatever it is, respond now and always with enthusiasm, ready for any sacrifice: only heroes are worthy of victory!

May God, whom you received in your heart today, bless you.

Your Chaplain,

Don Secondo Contigiani


Prayer of the Alpino

On the bare rocks, on the perennial glaciers, on every cliff of the Alps that Providence gave us as a cradle and created as a safe bulwark for our lands, in every corner of the earth or on the seas, everywhere, our soul – purified by dangerously accomplished duty – is turned to Thee, O Lord, that Thou may protect our mothers, our spouses and our far-away children, and help us to be worthy of the glories of our ancestors.

Almighty God who regulates all the elements, save us – armed with love and faith – from every spiritual evil; save us from the destructive frost, from the furious storms and from the cataclysmic avalanches;

make sure that our feet pass safely on the vertiginous ridges, on the straight walls, on the treacherous crevasses;

make our weapons infallible against anyone who dares offend our Fatherland, our millennia-old Christian civilization and our glorious flag.

Protect, O Lord, the beloved Sovereign, our Duce, and always grant Roman arms – guided by Augustan wisdom – the just reward of Victory.

Preghiera dell'Alpino (Pasqua 1942)

Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi che la Providenza ci ha dato per culla e creato a baluardo sicuro delle nostre contrade, in ogni angolo della terra o sui mari, ovunque, l'anima nostra, purificata dal dovere pericolosamente compiuto, è rivolta a Te, o Signore, che proteggi le nostre madri, le nostre spose, i nostri figli lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente che regoli tutti gli elementi, salva noi, armati di amore e di fede, da ogni male spirituale; salvaci dal gelo demolitore, dalle furie della tormenta e dall'impeto della valanga;

fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, sui crepacci insidiosi;

fa che le nostre armi siano infallibili contro chiunque osi offendere la nostra Patria, la nostra millenaria cristiana civiltà, la nostra Bandiera gloriosa.

Proteggi, o Signore, l'amato Sovrano, il Duce nostro, e concedi sempre alle armi romane, guidate da Augusta sapienza, il giusto premio della Vittoria.

Prayer of the Alpino (Easter 1942)

On the bare rocks, on the perennial glaciers, on every cliff of the Alps that Providence gave us as a cradle and created as a safe bulwark for our lands, in every corner of the earth or on the seas, everywhere, our soul – purified by dangerously accomplished duty – is turned to Thee, O Lord, that Thou may protect our mothers, our spouses and our far-away children, and help us to be worthy of the glories of our ancestors.

Almighty God who regulates all the elements, save us – armed with love and faith – from every spiritual evil; save us from the destructive frost, from the furious storms and from the cataclysmic avalanches;

make sure that our feet pass safely on the vertiginous ridges, on the straight walls, on the treacherous crevasses;

make our weapons infallible against anyone who dares offend our Fatherland, our millennia-old Christian civilization and our glorious flag.

Protect, O Lord, the beloved Sovereign, our Duce, and always grant Roman arms – guided by Augustan wisdom – the just reward of Victory.

Preghiera degli Alpini (1941)


di Tito Ferruccio Barbieri

O Signore che dall’alto dei monti ai mortali più sembri vicino, Tu che cantano i venti e le fonti, che cantano i fiori al mattino, o Signore che comandi alle stelle, che sull'alto dei nembi troneggi, nei bivacchi, tra gelo e procelle, dell'Alpino le penne proteggi.

Nella man la piccozza lucente, per crepacci, per crode sfuggenti, Tu la corda sostieni clemente, rendi i muscoli nostro possenti.

Difendiam del Paese i confini dal valore del Re consacrati; noi vogliam confermare i destini all'Italia del Duce segnati.

Se una sposa fedele ci attende, se ti prega una mamma lontana, se sue mani fanciulla ti tende fa che speme non sperdasi vana.

Al mattino innalziam la bandiera che bell'opre segnacol ci sia; l'ammainiamo fidenti alla sera se per scolta t'abbiamo, Maria.

Tito Ferruccio Barbieri
Capitano medico del 9° Alpini

Preghiera dell'Alpino (1941)

Fra pascoli e pinete, sulla nuda roccia, sui ghiacciai perenni della grande cerchia delle Alpi che la bontà divina ci ha dato per culla e creato a baluardo sicuro delle nostre contrade, nel torrido estate come nel gelido inverno, l’anima nostra si rivolge a Te, o Signore, che proteggi le nostre madri, le nostre spose i figli nostri lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Salvaci o Signore, dalla furia della tormenta, dall’impeto cieco della valanga, e fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, sui crepacci insidiosi.

Così – ad intercessione della Tua e nostra dolcissima Mamma Maria – conserva, o Signore pietoso, pure le nostre labbra e onesta la nostra vita.

Proteggi, Signore, l’amato Sovrano, il Sommo Pontefice, il nostro Duce; concedi che, per le ognor più belle fortune dell’amata Patria, ci manteniamo fedeli sempre al gelosissimo motto che infiamma il nostro labaro: « Nec Descendere, Nec Morari »!

50 giorni di indulgenza.
Mondovì. 28 Febbraio 1941.
 Sebastiano Briacca, Vescovo.

Preghiera dell'Alpino (1939)

Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi che la Provvidenza ci ha dato per culla e creato a baluardo sicuro delle nostre contrade, in ogni angolo della terra o sui mari, ovunque l'anima nostra purificata dal dovere pericolosamente compiuto, è rivolta a Te, o Signore, che proteggi le nostre madri, le nostre spose, i nostri figli lontani, e ci aiuti a essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio Onnipotente, che regoli tutti gli elementi, salva noi, armati di fede, e di amore, da ogni male spirituale; salvaci dal gelo demolitore, dalle furie della tormenta, e dall'impeto della valanga; fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti, sui crepacci insidiosi; fa che le nostre armi siano infallibili contro chiunque osi offendere la Patria, la nostra millenaria civiltà, la nostra bandiera gloriosa.

Proteggi o Signore, l'amato Sovrano, il Duce nostro, e concedi sempre alle armi romane guidate da Augusta sapienza, il giusto premio della vittoria.

Con approvazione ecclesiastica.

Ufficio del Cappellano Militare VI° Gruppo Alpini Valle

Batt. Val d'Adige

Tenente P. Claudio Enrico Bianchini, C.S.J.

Preghiera per il Duce (1935)

Gesù
al Duce d'Italia
a questa creatura Vostra
ascesa dall'umiltà del lavoro
alla responsabilità e alla gloria del potere
concedete la grazia di servire
per lunghi anni ancora
Voi nella Patria
coll'anima pura
illuminata dalla Vostra luce
per la pace religiosa
per la devozione al nostro Re
per la grandezza della nostra Terra.
Così Vi prego o Gesù
per Colui che restituì la pace alla Chiesa
la serenità e la concordia alle famiglie
il rispetto e l'amore per la Vostra santa Fede agli italiani.

Così sia.

Prayer for the Duce (1935)

Jesus
to the Duce of Italy
to this creature of Yours
who rose from the humility of labour
to the responsibility and glory of power
grant the grace to serve You
through the Fatherland
for many years to come
with pure soul
illuminated by Your light
for religious peace
for devotion to our King
for the greatness of our Land.
Thus I beg You, O Jesus
for Him who gave peace back to the Church
serenity and harmony to the families
respect and love for Your Holy Faith to the Italians.

Amen.

Preghiera al Duce (1935)


di Alessandro Melchiori

Per te, o Duce, che sei la vita, la speranza, la certezza dell'Italia nuova;

per te o Duce, che rendi bene la fatica, e nobile ogni più umile servizio;

per te, o Duce, che tutto vedi e tutto senti sol tuo genio di Capo e col tuo cuore di Padre;

Te che io amo più di ogni cosa al mondo;

Te che m’hai dato una Patria forte, temuta e grande;

Te per la gioia di un istante, per un sorriso intravisto di lontano, per la certezza che tu m'odi;

io offro in umiltà la mia vita, o Duce.

Preghiera del Legionario prima della battaglia (1935)

Iddio che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore,
rinnova ogni giorno la passione mia per l'Italia.

Rendimi sempre più degno dei nostri morti, affinché
loro stessi – i più forti – rispondano ai vivi: "Presente!".

Nutrisci il mio libro della tua saggezza
e il mio moschetto della tua Volontà.

Fa più aguzzo il mio sguardo e più sicuro il mio piede
sui valichi sacri alla Patria.

Sulle strade, sulle coste, nelle foreste
e sulla quarta sponda, che già fu di Roma.

Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi,
fa ch'io senta battere il suo cuore fedele.

Quando passano i gagliardetti e le bandiere,
fa che tutti i volti si riconoscano in quello della Patria.

La Patria che faremo più grande
portando ognuno la stia pietra al cantiere.

Signore! Fa della Tua Croce l'insegna che precede
il labaro della mia legione.

E salva l'Italia nel Duce
sempre e nell'ora di nostra bella morte.

Così sia.

Prayer of the Legionary Before Battle (1935)

O God, who lights every flame and strengthens every heart, renew my passion for Italy in me day by day. Make me ever more worthy of our dead, so that they themselves — the strongest — shall answer to the living: "Presente"!

Nourish my book with Thy wisdom and my rifle with Thy will. Make my eyes sharper and my feet more secure on the sacred passes of the Fatherland; and on the roads, on the coasts, in the forests, and on the fourth shore which once was Rome's.

When the future soldier marches by my side in the ranks, let me feel his heart beating faithfully. When the standards and the flags pass by, may all the faces recognize themselves in that of the Fatherland; the Fatherland which we shall make grander by each carrying his stone to the workshop.

Lord God! Make Thy Cross the sign which precedes the labarum of my Legion. And save Italy through the Duce always and in the hour of our beautiful death.

Amen.

Preghiera del Balilla (1927)

Io credo nel sommo Duce,
creatore delle Camicie Nere.
E in Gesù Cristo suo unico protettore.
Il nostro Salvatore fu concepito
da buona maestra e da laborioso fabbro.
Fu prode soldato, ebbe dei nemici.
Discese a Roma, il terzo giorno ristabilì lo Stato.
Salì all'alto ufficio.
Siede alla destra del nostro Sovrano.
Di là ha da venire a giudicare il bolscevismo.
Credo nelle savie leggi.
La comunione dei cittadini.
La remissione delle pene.
La resurrezione dell'Italia.
La forza eterna.

Così sia.

Sunday, 2 June 2013

Oath of Allegiance to the Italian Social Republic (1943)

Oath of the Armed Forces of the Italian Social Republic

I swear to serve and defend the Italian Social Republic, its institutions and laws, its honor and territory, in peace and in war, to the supreme sacrifice. I swear before God and the Fallen, who gave their lives for the unity, independence and future of the Fatherland.

Giuramento di fedeltà alla RSI (1943)

La formula del giuramento per le forze armate della Repubblica Sociale Italiana

Giuro di servire e di difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, fino al sacrificio supremo. Lo giuro dinanzi a Dio e ai Caduti, per l'unità, per l'indipendenza e per l'avvenire della Patria.

Oath of the Albanian Fascist Party (1939)

I swear to carry out the orders of the Duce, Founder of the Empire and Creator of the New Albania, and to serve with all my strength and, if necessary, with my blood, the cause of the Fascist Revolution.

Giuramento del Partito Fascista Albanese (1939)

Giuro di eseguire gli ordini del Duce, fondatore dell'Impero e creatore della nuova Albania, e di servire con tutte le mie forze e, se necessario, col mio sangue, la causa della Rivoluzione Fascista.

Oath of the Italian Youth of the Lictor (1937)

In the name of God and of Italy I swear to carry out the orders of the Duce and to serve with all my strength and, if necessary, with my blood, the cause of the Fascist Revolution.

Giuramento della Gioventù Italiana del Littorio (1937)

Nel nome di Dio e dell'Italia, giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario col mio sangue, la causa della Rivoluzione fascista.

Oath of Fidelity to Fascism (1931)

All professors and lecturers involved in the institutions of higher education are required to take the following oath:

I swear fidelity to the King, to his Royal successors and to the Fascist Regime, and I swear to respect the Statute and the other laws of the State, and to fulfill all my teaching and academic duties with the aim of forming hard-working and virtuous citizens devoted to the Fatherland and to the Fascist Regime. I swear that I do not belong to nor will ever become a member of organizations or parties whose activities are incompatible with the duties of my office.

Giuramento di fedeltà al fascismo (1931)

I professori di ruolo e i professori incaricati nei Regi istituti d'istruzione superiore sono tenuti a prestare giuramento secondo la formula seguente: Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante e adempire tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria e al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concilii coi doveri del mio ufficio.

Oath of the Balilla (1929)

In the name of God and of Italy I swear to carry out the orders of the Duce and to serve with all my strength and, if necessary, with my blood, the cause of the Fascist Revolution.

Giuramento del Balilla (1929)

Nel nome di Dio e dell'Italia, giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario col mio sangue, la causa della Rivoluzione fascista.

Thursday, 2 May 2013

Testamento di Benito Mussolini (1945)

(Il giorno prima della sua morte Benito Mussolini redasse i seguenti documenti che sono conosciuti come il Testamento e gli ultimi pensieri del Duce; sono datate 27 aprile 1945, giorno precedente alla morte di Mussolini per mano dei partigiani comunisti.)

di Benito Mussolini

Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purché improntato a vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi, ma poi verranno a mondarmi di venerazione. Allora sorriderò, perché il mio popolo sarà in pace con se stesso.

Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono "socialista". L'accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse collettivo.

La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perché lavora la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spirito degli uomini, che è una entità assai difficile da definirsi, perché è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non ci sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone.

Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nal loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora.

Tutti i dittatori hanno sempre fatto strage dei loro nemici. Io sono il solo passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato gli strumenti di tortura. Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. È male? Io non mi pento di avere fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono confinati nella cronaca nera.

Vent'anni di fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perché sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finché la mia stella brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove il destino mi vorrà, perché ho fatto quello che il destino mi dettò.

I fascisti che rimarranno fedeli ai principi dovranno essere cittadini esemplari. Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare nal più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal basso. I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del fascismo, perché adesso è notte, ma poi verrà giorno.

Benito Mussolini


L'ultima lettera del Duce agli Italiani (Ultimi pensieri del Duce)

Non è la fede che arriva nell'ora del crapuscolo quella che mi sostiene, è la fede della mia infanzia e della mia vita che mi impone di dover credere, anche quando avrei diritto di dubitare. Non so se questi miei appunti saranno mai letti dal popolo italiano; vorrei che fosse così, per dargli la possibilità di raccogliere in confessione di fede il mio ultimo pensiero. Non so nemmeno se gli uomini mi concederanno il tempo sufficiente per scriverli. Ventidue anni di governo non mi rendono probabilmente degno, a giudizio umano, di vivere altre ventiquattro ore.

Ho creduto nella vittoria delle nostre armi, come credo in Dio, Nostro Signore, ma più ancora credo nell'Eterno, adesso che la sconfitta ha costituito il banco di prova sul quale dovranno venire mostrate al mondo intero la forza e la grandezza dei nostri cuori. È ormai un fatto che la guerra è perduta, ma è anche certo che non si è vinti finché non ci si dichiari vinti. Questo dovranno ricordare gli Italiani, se, sotto la dominazione straniera, arriveranno a sentire l'insoffocabile risveglio della loro coscienza e dei loro spiriti.

Oggi io perdono a quanti non mi perdonano e mi condannano condannando se stessi. Penso a coloro ai quali sarà negato per anni di amare e soffrire per la patria e vorrei che essi si sentissero non solo testimoni di una disfatta, ma anche alfieri della rivincita. All'odio smisurato ed alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della dignità e dell'onore, son certo che gli italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo. Se questo è dunque l'ultimo giorno della mia esistenza, intendo che anche a chi mi ha abbandonato e a chi mi ha tradito, vada il mio perdono, come allora perdonai al Savoia la sua debolezza.

Benito Mussolini

Last Testament of Benito Mussolini (1945)

(The following texts are Benito Mussolini's testament and final thoughts. They were written on April 27, 1945—the day in which Mussolini was captured by Communist Partisans. On the following day he was executed without trial.)


By Benito Mussolini

No true Italian, whatever his political faith, should despair of the future. The resources of our people are immense. If we are able to find a common ground, we will regain our strength before any victor. For this common ground, I would give my life even now, willingly, so long as it is truly marked with real Italian spirit. After defeat, I will be furiously covered by spit, but later I will be cleansed with veneration. Then I will smile, because my people will be at peace with themselves.

The worker who fulfills his social duty with no other hope than a piece of bread and the health of his family repeats, on a daily basis, an act of heroism. Labourers are infinitely superior to all false prophets who pretend to represent them. These false prophets have an easy time of it due to the insensitivity of those who have the sacrosanct duty of taking care of labourers. It is for this reason that I was, and am, a socialist.

The accusation of inconsistency is without foundation. My behaviour has always been consistent in the sense of looking to the substance, not the appearance of things. I have adapted myself, socialistically, to reality. As the natural development of society proved more and more of Marx's predictions to be wrong, true socialism retreated from the possible to the probable. The only feasible socialism that can be truly implemented is Corporativism—a merging point, a place of equilibrium and justice, with respect for collective interests.

The art of politics is very difficult, amongst the most difficult, because it works on matter that cannot be grasped, that wobbles and is more uncertain. Politics works on the spirit of men, which is much more difficult to define because it is subject to change. Most changeable of all is the spirit of Italians. When I am gone, I am sure that historians and psychologists will ask themselves how a single man was able to successfully lead a people like the Italian people. If I had accomplished nothing else, this single work of art would have been sufficient to prevent me from being forgotten. Others have been able to dominate with iron fists, not with consensus and agreement as I managed. My dictatorship was much milder than many democracies that are run by plutocracies. Fascism lost more men than its adversaries, and on 25th of July there were no more than thirty persons in exile.

When it is written that we are the white guard for the bourgeoisie, it is the vilest of lies. I defended, and I state this with full conviction, workers' progress. Amongst the principal causes for the fall of Fascism I blame the deaf and merciless fight of certain financial and industrial groups who, in their mad egoism, feared and hated Fascism as the worst enemy of their inhuman interests. I must say for the purpose of justice, that Italian capital, the part which is legitimate and holds itself up with the ability of its industry, has always understood the needs of society, even when they required sacrifice to address new labour terms. The humble folk of labour have always loved me and love me still.

All dictators have always made slaughter of their enemies. I have been the only mild one: a few hundred dead against several thousand. I believe I've ennobled dictatorship. Perhaps I emasculated it, but I rid it of instruments of torture. Stalin sits on a mountain of human bones. Is this bad? I don't regret to have done all the good I've done, even to my adversaries, even enemies who plotted against my life. I've done this through the provision of subsidies that were so frequent as to become stipends, as well as by saving their lives. But if tomorrow they will kill my men, what responsibility will I have for having spared them?

Stalin is left standing and wins; I fall and lose. History only concerns itself with victors and the volume of their conquests; triumph justifies everything. The French Revolution is studied for its outcomes, while those who died with the guillotine are relegated to the obituaries.

Nobody will be able to erase twenty years of Fascism from Italy's history. I have no illusion regarding my fate. They will not give me a trial, because they know that from a defendant I would become a prosecutor. They will probably murder me and then claim that I committed suicide, overcome by remorse. He who fears death has never lived, and I have lived, perhaps even too much. Life is nothing more than an intersection between two eternities: the past and the future. As long as my star shone, I was enough for all. Now that it fades, everybody is not enough for me. I will go where destiny will want me because I always did what fate requested of me.

Fascists who will remain faithful to principles will need to be exemplary citizens. They must respect the laws that the people will give, and cooperate loyally with legitimate authorities to help them heal, as quickly as possible, the fatherland's wounds. Whomever will behave differently will demonstrate the he no longer supports the fatherland when he has to serve it from below. Fascists, in other words, will have to act out of passion, not resentment. From their behaviour will depend a speedier historical rehabilitation of Fascism. Because now it is night, but later, day will break.

Benito Mussolini


Last Thoughts of the Duce

It is not the faith that arrives at the moment of death which sustains me, it is the faith of my childhood and of my life which demands that I must believe, even if I might have reason to doubt. I don't know if the Italian people will ever read these notes of mine. I would like to believe they will, to give them the opportunity to accept my last thought as a confession of faith. I also don't know if men will provide me with sufficient time to finish writing. Twenty-two years of governing do not make me, by human judgment, worthy of living another twenty-four hours.

I believed in the victory of our arms, as I believe in God, our Lord, but even more I believe in the eternal. Now defeat provides the test-bench upon which we must show the whole world the strength and enormity of our hearts. It is now a fact that the war is lost, but it is also certain that one is not defeated until one calls oneself defeated. This Italians will need to remember, if, under foreign domination, they begin to feel the undeniable awakening of their spirits and their conscience.

Today I forgive those who don't forgive me and condemn me, thereby condemning themselves. I think of all those to whom it will be denied for years to love and suffer for the fatherland, and I would like them to feel not only witnesses of a defeat, but also bearers of a rebirth. After the time of terrible hate and revenge, there will be the time of reason. Thus, the sense of dignity and honour will be regained and I am certain that the Italians of tomorrow will be able to evaluate, serenely, the causes of the tragic hour that I am living. If this is the last day of my existence, I want to extend my forgiveness even to those who abandoned me and those who betrayed me, much as I have forgiven the king for his weakness.

Benito Mussolini

Testamento spirituale di Aldo Resega


di Aldo Resega

[..] Se dovessi cadere lasciate che il mio sacrificio, come quello di tanti altri Martiri, rappresenti semplicemente il pegno della nostra rinascita. La tragedia dell'Italia vorrà forse il mio sangue? Io l'offro con l'impeto della mia fede. Lasciate che sgorghi senza equivalente, senza rappresaglie e senza vendetta. Così soltanto sarà caro e fecondo per la mia patria: dono e non danno, atto d'amore e non fomite d'odio, necessità di dolore e non veicolo di disunione maggiore.

L'esistenza non può essere ricondotta alla concezione della lunghezza della vita, ma soltanto alla sua qualità, alla sua intensità. Pochi attimi possono essere tutta una vita. Si Spiritus pro nobis, quis contra nos?

Spiritual Testament of Aldo Resega (1943)


By Aldo Resega

[...] If I die, let my sacrifice, like that of many other Martyrs, simply represent the debt of our rebirth. Will Italy's tragedy perhaps want my blood? I offer it with the impetus of my faith. Let it flow without retaliation, without reprisals and without revenge. Only then will it be precious and fruitful for my Fatherland: a gift and not an injury, an act of love and not a source of hate, a painful necessity and not a vehicle of greater disunity.

Existence can not be reduced to the length of one's life, but only to its quality, its intensity. A few moments can be a lifetime. Si Spiritus pro nobis, quis contra nos? [If the Spirit is with us, who can be against us?]

Il testamento spirituale di Niccolò Giani (1941)

Lettera al figlio Romolo Vittorio, marzo 1941

di Niccolò Giani

Figlio, un giorno tu leggerai queste righe, che la mia destra, orgogliosamente ferma e decisa, ora verga al lume di una lanterna da campo, mentre sopra la testa, dal cielo le stelle ricamano fosforescenze piene di mistero, Iddio mi guarda, e, intorno a me, i 675 fratelli del battaglione vegliano in armi.

Allora saranno passati degli anni, molti, forse troppi e sulla cronaca di ferro di questo XIV anno del Fascismo, il tempo avrà smussato gli angoli e stesa la sua patina ammorbidente. Ma appunto per questo io scrivo e tu leggerai: per ricordare e non dimenticare.

Intorno alla tua culla oggi c'è fragor d'armi. 52 stati imperiali – e ricordare sempre i nomi – cercano di mettere in ginocchio la Patria di tuo padre, la tua Patria, questa divina Italia che anche tu imparerai ad adorare. Sono nomi di nemici, sono nomi di amici di ieri, sono nomi gloriosi e prestanti: è il mondo intero, che, coalizzato, tenta il grande delitto. Ma è vana rivolta di schiavi, è l'ultimo anelito dell'ieri, è l'estrema speranza del passato che cerca di fermare il domani; invano, invano, chè la Storia, nel Genio e pel Genio dell'Uomo vincerà e tu sarai cittadino dell'Impero. È quella Roma che i nostri nonni hanno fatto regale, che i nostri padri hanno incoronato della Vittoria; tu la conoscerai imperiale. Ma se sui colli fatali tu rivedrai il segno d'Augusto, ricordati, ricordale sempre, solo perché una grande Vittoria, una profonda Rivoluzione, un invincibile Capo hanno segnato nel tempo le tappe della trionfale rinascita.

Tu non conoscerai fazioni, non partiti. Non vedrai nemici entro i confini sacri della Patria. Solo conoscerai un nome: Italia, una sola cosa amerai: Italia, e per essa solo dovrai essere capace di tutto lasciare, tutto perdere, tutto dimenticare. Di essere odiato e vilipeso, umiliato e straziato: solo, solo per questa Italia dovrai saper morire col corpo e coll'anima. E mai, mai dovrai dimenticare che, per questo sacro nome, madri hanno salutato col sorriso i figli che andavano a morire, mariti hanno abbandonato in fiera letizia le giovani spose, padri hanno orgogliosi baciato per l'ultima volta i loro bimbi. Che per questa Italia si sono fatti di sangue i fiumi, le montagne hanno tremato, i morti sono usciti dalla terra. E che per essa io oggi non ti conosco e potrei non conoscerti mai: ma se così fosse tu amala anche per me, sacrificati anche per me, muori anche per me. E ricordati che, solo quando vedrai cadere il tuo amico più caro, quello che ti è spiritualmente fratello, e tu troverai soltanto il tempo di chinarti e baciarlo, e dalla tua bocca non uscirà una sola parola di rabbia e nel tuo cervello non affiorerà un solo pensiero di imprecazione, ma tu vorrai solo andare avanti per cogliere la vittoria e così facendo sarai certo di vendicare l'amico caduto, allora, appena sarai certo di averla imparata a conoscere, sarai certo di amarla, la tua Patria.

Figlio, la Patria ti sia sempre sopra la famiglia, ma nei loro ideali vivi e agisci: non vi troverai mai contrasto, come ha scritto una letteratura decadente e morta, ma, sempre, santa, necessaria integrazione. Solo così facendo sarai degno di questo italo popolo dalle mille vite che oggi, in cachi e in tuta, in Africa e in Europa, combatte per la causa della Giustizia e della Civiltà, per la causa dell'Impero della "pax romana".

Quando sarai adulto, alla mutilata corona che vedrai sul capo della tua Patria, ti sarà facile riconoscere le gemme di cui il volger del tempo e l'ignavia degli uomini l'han fatta priva.

Riconoscerai la culla dei tuoi avi, quella sacra terra di Dalmazia dove ogni sasso impreca al tradimento e dove ogni pina sale al cielo come una preghiera a Dio per il ritorno della Madre. Riconoscerai Corsica e Malta, Ticino e Grigioni. Ritroverai le gemme perdute di quest'Africa, dove ora s'è accesa la grande favilla della nostalgia, e di quell'Asia che già vide i miracoli dei grandi figli di Roma. Riconoscerai tutte, tutte le gemme che a lei devono ritornare, e tu vedrai restituirgliene chè ad una ad una ritorneranno e tu insegnerai a tuo figlio le mancanti perché non una sola, fra cento, fra mille anni, le manchi.

Mentre l'Impero di Roma ricondurrà il Sole nei cieli del mondo, tu vedrai decadere nazioni, disfarsi stati, distruggersi idoli e illusioni: mentre vedrai finire di morire un mondo, nella certezza del credere, dell'obbedire, del combattere, assisterai alla rinascita del mondo della Giustizia, dell'autorità, dell'ordine, perché nel meriggio delle albe già nate rifulga la civiltà dei fasci.

Un felice destino ti ha fatto nascere in questo XIV anno dei fasci che vede la vendetta di Adua e il trionfo del risorto genio di Roma: che tu, in vita, non conosca che la fuga obbrobriosa del nemico, così come oggi noi l'abbiamo vista: che il tuo cuore non apprenda che l'inesorabile giustizia di Roma per cui illividiscono al brivido della notte i quattro traditori che pendolano a 50 metri da qui; e che i tuoi occhi non vedano che grandezza e potenza, Gloria e Vittoria.

Figlio, nel nome che porti c'è l'auspicio del tuo tempo e della tua generazione: l'Africa dovrà essere il tuo segno e la tua via. Il tuo destino e il tuo dovere, dovrà essere la speranza e il tuo diritto.

Ora cresci: la Camicia Nera, e la divisa cachi che tua madre ti ha fatto trovare nella culla ti dovranno essere compagne di tutta la vita. Sappile portare con amore e con fierezza.

Niccolò Giani

Spiritual Testament of Niccolò Giani (1941)

Letter to His Son Romolo Vittorio, March 1941

By Niccolò Giani

Son, one day you will read these words, which my right hand — proudly firm and decisive — is writing by the light of a field lantern, while in the sky above my head the stars embroider phosphorescences full of mystery, God looks upon me, and keeping watch beside me are 675 brothers-in-arms of my battalion.

By that time some years will have passed, many, perhaps too many, years will have passed, and on the iron chronicle of this 14th year of the Fascist Era, time will have rounded off the edges and softened the surface. But it is precisely for this reason that I write: so that you can read it, remember it and never forget it.

Surrounding your cradle today is the roar of armies. 52 imperial states – and always remember their names – tried to bring your father's Fatherland to its knees, your Fatherland, this divine Italy that you too will learn to adore. They are the names of enemies, they are the names of yesterday's friends, they are glorious and attractive names: the whole world in coalition attempted this great crime. But it is a vain revolt of slaves, it is the last yearning of yesterday, it is the extreme hope of the past trying to stop the future; vain, because History — through the Engineer battalions and the genius of man — will win and you will be a citizen of the Empire. It is that Rome that our grandparents made regal, that our fathers crowned with Victory; it is that imperial Rome that you will know. And if on the fatal hills you again see the sign of Augustus, remember, always remember, that it is only because a great Victory, a profound Revolution and an invincible Leader have marked in time the stages of the triumphal rebirth.

You will not know factions, nor parties. You will not see enemies within the sacred borders of the Fatherland. You will know only one name: Italy, you will love only one thing: Italy, and for it you will be willing to leave everything, lose everything, forget everything. To be hated and vilified, humiliated and tormented: only for this Italy will you learn how to die with both body and soul. And never, never must you forget that for this sacred land, mothers greeted with a smile their own sons who were going off to die, husbands abandoned their young brides with fierce enthusiasm, fathers proudly kissed their children for the last time. That for this Italy the rivers were filled with blood, the mountains trembled, the dead came out of the earth. And that precisely because of this, I do not know you today and perhaps I may never know you: but if it were so, you would love it also for me, sacrifice also for me; die also for me. And remember that only when you see your dearest friend fall, he who is spiritually your brother, and you alone find the time to kneel and embrace him, and not a single word of anger escapes your lips, and in your mind there is no thought to curse, but you just want to march forward to seize victory and by doing so you will be sure to avenge your fallen friend, then, as soon as you are sure you have learned to know your Fatherland, you will be sure to love it.

Son, the Fatherland should always be above the family, but live and act in their ideals: you will never find a contradiction, as certain decadent and dead literature has written, but always holy and necessary integration. Only by doing this will you be worthy of this Italic people who by the thousands are today putting on the uniform and giving their lives in Africa and in Europe, fighting for the cause of justice and civilization, for the cause of the Empire of the "Pax Romana".

When you are an adult, and you gaze upon the mutilated crown atop the head of the Leader of your Fatherland, it will be easy for you to recognize the gems which the passing of time and the sloth of men have rendered hollow.

You will recognize the birthplace of your ancestors, that sacred land of Dalmatia, where every stone is burdened with betrayal and where every pine reaches towards heaven as a prayer to God for the return of its Mother. You will recognize Corsica and Malta, Ticino and Grigioni. You will rediscover the lost gems of this Africa, where now there is a great spark of nostalgia, and of that Asia which already witnessed the miracles of the great sons of Rome. You will recognize all, all the gems that must return to her, and you will see them return to her, for one by one they will return, and you will teach your child about the missing ones...

While the Roman Empire shall bring the sun back into the skies of the world, you will see nations decay, states disappear, idols and illusions destroyed: while you witness the end of a dying world, the end of certainty in believing, obeying and fighting, you will witness the rebirth of the world of justice, authority and order, because in the noon of the already born dawns the civilization of the Fasces is shining forth.

Happy fate has granted you the gift of birth in this fourteenth year of the Fascist Era, which witnesses the revenge of Adua and the triumph of the resurrected genius of Rome: may you, in life, never know the shameful flight of the enemy, as we have witnessed today: may your heart learn only the inexorable justice of Rome, for which justice four traitors now hang 50 meters from here; and may your eyes only see greatness and power, glory and victory.

Son, in the very name that you bear lies the hope of your day and your generation: Africa must be your sign and your path, your destiny and your duty, it must be your hope and your right.

Now grown up: the Black Shirt and the khaki uniform which your mother made for you in the cradle will have to be your lifelong companions. Learn how to wear them with love and pride.

Niccolò Giani

Il testamento spirituale del Duca d'Aosta (1931)


di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta

La sera scende sulla mia giornata laboriosa e mentre le tenebre inondano e sommergono la mia vita terrena e sento avvicinarsi la fine innalzo a Dio il mio pensiero riconoscente per avermi concesso nella vita infinite grazie, ma sopratutto quella di servire la Patria ed il mio Re con onore e con umiltà. Grande ventura è stata per me quella di vedere, prima di chiudere gli occhi alla luce terrena, avverato il segno giovanile della completa redenzione d'Italia e di avere potuto, mercè il valore dei miei soldati concorrere alla Vittoria che ha coronato di alloro i sacrifici compiuti.

Muoio perciò serenamente, sicuro che un magnifico avvenire si dischiuderà per la Patria nostra, sotto l'illuminata guida del Re ed il sapiente governo del Duce.

Al mio Augusto Sovrano, che ho servito sempre con lealtà, con ardore e con fede, rivolgo le più care espressioni del mio animo grato per l'affetto che ha sempre avuto per me.

Ai carissimo nipote Umberto, promessa e speranza d'Italia, il mio augurio più affettuoso e più fervido.

A. S. M. la Regina, alla mia sposa. Hélène, ai miei figli Amedeo ed Aimone, ai miei fratelli Vittorio e Luigi, a tutti i miei congiunti, il mio pensiero riconoscente per il bene che mi hanno voluto e che ho contraccambiato con pari tenerezza.

In quest'ora della triste dipartita desidero esprimere particolarmente tutta la mia gratitudine ad Hélène per le cure che sempre mi ha prodigato e pregare i miei due cari figli di continuare nella via che ad essi ho tracciato e che si compendia nel motto: Tutto per la Patria e per il Re.

Il mio estremo saluto va a tutti i miei amici, collaboratori e cari compagni d'arme del Carso e del Piave, cui esprimo ancora tutta la mia riconoscenza per quanto ai miei ordini hanno fatto per la gloria della Terza Armata e per la grandezza della Patria.

Desidero che la mia tomba sia, se possibile, nel Cimitero di Redipuglia in mezzo agli Eroi della Terzo Armata. Sarò, con Essi, vigile e sicura scolta alle frontiere d'Italia, al cospetto di quel Carso che vide epiche gesta ed innumeri sacrifici, vicino a quel mare che accolse le salme dei marinai d'Italia.

EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA
Duca d'Aosta

Spiritual Testament of the Duke of Aosta (1931)


By Emanuele Filiberto of Savoy-Aosta

The night descends on my laborious day, and while the shadows flow over and submerge my earthly life and I feel the end approaching, I raise my grateful thoughts to God for giving me a life of infinite grace, especially that of serving the Fatherland and my King with honor and humility. Before closing my eyes to the earthly light, great fortune has permitted me to behold the realization of my youthful dream, the complete redemption of Italy, thanks to the valor of my soldiers who contributed to the Victory, crowned with a laurel, by their sacrifices.

Therefore I die serenely, certain of a magnificent future for our Fatherland, under the enlightened leadership of the King and the wise government of the Duce.

To my August Sovereign, whom I have always served with loyalty, ardor and faith, I address the dearest expressions of my soul, grateful for the affection he has always had for me.

To my dearest nephew Umberto, promise and hope of Italy, I give my most affectionate and fervent wishes.

To Her Majesty the Queen, to my wife Helen, to my sons Amedeo and Aimone, to my brothers Vittorio and Luigi, to all my relatives, I give my grateful thoughts for the good they wished me and which I have reciprocated with equal tenderness.

In this hour of sad passing I desire particularly to express all my gratitude to Helen for the infinite care she has always bestowed upon me and to pray my two dear sons to continue in the path which I have traced for them and which is summed up in the motto: All for the Fatherland and the King.

My last salute goes to all my friends, collaborators and dear companions of the Army of the Carso and of the Piave, to whom I again express all my gratitude insofar as my orders contributed to the glory of the Third Army and to the grandeur of the Fatherland.

I wish my grave to be, if possible, in the Cemetary of Redipuglia in the midst of the Heroes of the Third Army. I shall thus be, with Them, as a watchful sentinel on the frontiers of Italy, within sight of that Carso which beheld epic gestures and countless sacrifices, overlooking that sea which welcomes the the remains of the sailors of Italy.

EMANUELE FILIBERTO OF SAVOY
Duke of Aosta

Il testamento di Arnaldo Mussolini (1928)


di Arnaldo Mussolini

Nelle mie poche facoltà di mente e di spirito, per una misura di semplice previdenza, non sotto l’impressione di profezie più o meno sinistre sento la necessità di fissare le mie precise volontà perché in caso di morte coloro che mi sopravvivono conoscano i miei propositi, la mia fede e la mia devozione per loro.

Rivolgo innanzi tutto un pensiero a Dio supremo regolatore della vita degli uomini e desidero morire - se è possibile - col grande conforto della Religione cattolica alla quale ho creduto sino dall’infanzia e che nessuna vicissitudine di vita privata o politica ha mai sradicato dal mio spirito tormentato.

Funerali religiosi quindi assai semplici, senza sfarzo di corone, di fiori o di discorsi. Chiedo ai colleghi di essere sobri di commenti nel necrologio. Un corteo di breve durata e di breve percorso. Agli intimi solo esprimo il desiderio di saperli al seguito mio fino al recinto che accoglierà le mie spoglie mortali. Non ho preferenze per il luogo della sepoltura. Se mia moglie e i miei figli si fermano a Milano desidero rimanere vicino a loro altrimenti in Romagna nella tomba di Mussolini, se un giorno si farà, o meglio ancora a Paderno nel poggio appena fuori del Cimitero in un’urna di sasso vivo. Mi sembrerà di rivivere in eterno con la gente della mia terra, dominando la vallata dove un giorno fiorì la mia speranza.

In linea politica riaffermo la mia fede fascista e la certezza nei destini della mia Patria adorabile, vivamente rammaricato di non aver dato tutta la vita intensa di opere alla Grande Madre d’Italia. A mio fratello Benito la devozione di ogni tempo e l’augurio sentito per la sua nobile e fervida e disinteressata fatica. A mia sorella Edvige con maggiore tenerezza, per l’istintiva solidarietà tra gli umili, il mio affetto ed augurio fraterno.

Ma soprattutto e sopra tutti sta il mio cuore la mia piccola Augusta anima rara di bontà e di una virtù senza uguali. Lei mi à accompagnato attraverso la mia vita turbinosa, con una dedizione senza esempio. Madre e sposa amorosa, invoco dal sommo Iddio benedizioni infinite per Lei e la forza di superare con serenità le vicende tristi della vita, nell’attesa fidente di ritrovarci nel regno infinito dello spirito dopo la parentesi terrena.

Ai miei carissimi figlioli Sandrino (Italico), Vito e Rosina - tanta dolcezza della mia vita - le benedizioni del babbo - che à lavorato e sperato e creduto in Loro. Confido che l’esempio della mia attività, del mio disinteresse gioverà come sprone e paragone nelle difficili contingenze della vita. Sono certo che porteranno onoratissimi il mio nome intemerato e che circonderanno la loro Madre degnissima, di ogni vigile cura, attenzione e delicatezza.

I miei beni materiali sotto qualsiasi ragione o titolo, il premio di assicurazione e di liquidazione li eredita nella totalità mia moglie Augusta Bondanini e li amministra nel nome e nell’interesse dei nostri tre figlioli i quali alla morte della mamma divideranno in parti uguali le poche sostanze mobili ed immobili. L’importo dell’assicurazione dei giornalisti desidero sia devoluta all’Istituto di Previdenza. Altra beneficenza la lascio al criterio dei miei carissimi.

Chiedo umilmente perdono se inconsciamente ho fatto del male a qualcuno, se ho trasgredito le leggi divine ed umane. Affido il mio nome e la mia memoria ai miei famigliari ed affido l’anima alla misericordia di Dio.

Arnaldo Mussolini


Codicillo

Oggi, dieci dicembre millenovecentotrenta, rileggendo le mie disposizioni testamentarie, non ho ragione di sostanziali modifiche. La morte di Sandrino adorabile mi dà un’angoscia disperata. Egli deve essere vicino alle mie spoglie mortali come ho alta fede che Egli sarà vicino a me nei regni di Dio. La sua parte di beni ho disposto che sia distribuita in opere buone. Si continui a far rivivere la sua santa memoria in opere di bene. Rifiorisca sempre il suo nome e la sua santa memoria.

Dio ci assista.

Arnaldo Mussolini

Testament of Arnaldo Mussolini (1928)


By Arnaldo Mussolini

In my few faculties of mind and spirit, as a measure of simple foresight (and not under the influence of more or less sinister prophecies), I feel the need to fix my precise will because in the event of my death I want those who survive me to know my intentions, my faith and my devotion to them.

First of all, I lift my thoughts to God, the supreme regulator of human life. I wish to die — if possible — in the great comfort of the Catholic religion, which I have always believed in since childhood and which no private or political vicissitude has ever eradicated from my tormented spirit.

Therefore I want a very simple religious funeral, without any pomp or circumstance, flowers or speeches. I ask my colleagues to be moderate with their comments in the obituary. A brief procession would be sufficient. To those close to me I express only the desire to see them when I awake in the next life. I have no preference for the place of burial. If my wife and children stay in Milan then I would like to remain near them, otherwise I would be content with the Mussolini tomb in Romagna, or better yet in Paderno on the hill just outside the cemetery... resting forever among the people of my land, dominating the valley where my hope once flourished.

Politically I reaffirm my Fascist faith and absolute certainty in the destinies of my adorable Fatherland, while deeply regretting having not given my entire life's work to Great Mother Italy. To my brother Benito I give my perpetual devotion and heartfelt wishes for his noble, fervent and selfless work. To my sister Edvige, with her instinctive solidarity among the humble, I give my affection and brotherly wishes with great tenderness.

But above all and above everyone is my heart, my little Augusta, a rare soul of goodness and unparalleled virtue. She accompanied me through my turbulent life, with unequaled dedication. A loving wife and mother, I invoke God's infinite blessings for her and the strength to overcome the sad vicissitudes of life with serenity, with the expectation of finding ourselves reunited in the infinite kingdom of the spirit after our earthly life.

To my dear children Sandrino (Italico), Vito and Rosina — the darlings of my life — I give a father's blessing as someone who worked and hoped and believed in them. I trust that the example of my activities and my selflessness will be a spur and an inspiration in the difficult circumstances of life. I am sure that they will bring undefiled honor to my name and that they will cherish their most worthy mother, showering her with every vigilant care, attention and delicacy.

I leave all my material assets, insurance premium and liquidity premium in their entirety to my wife Augusta Bondanini, who will administer them in the name and interest of our three children who, upon the death of their mother, will equally divide the movable and immovable property. I wish to donate my journalists' insurance to the Social Security Institute. Any other charity I leave to the discretion of my loved ones.

I humbly ask forgiveness if I unconsciously hurt anyone, or if I have transgressed divine and human laws. I entrust my name and my memory to my family and I entrust my soul to the mercy of God.

Arnaldo Mussolini


Supplement

Today, December 10, 1930, having re-read my testament, I do not find a need for any substantial changes. The death of my dear Sandrino gives me a desperate anguish. He must be buried near my mortal remains, since I have a firm faith that he will be near me in the kingdom of God. I have arranged that his share of the inheritance be distributed to charitable works. His holy memory will survive in those good works; his name and his holy memory will constantly be renewed.

God help us.

Arnaldo Mussolini

Tuesday, 2 April 2013

Dichiarazione del Direttorio nazionale del PNF, 26 maggio 1942


Il Direttorio nazionale del P.N.F. acclama la seguente dichiarazione, redatta da Mussolini:

Il Direttorio del P.N.F., nelle sue prime riunioni dopo il rapporto dei federali, presiedute dal Duce, afferma che il compito fondamentale del Partito, secondo lo statuto approvato dal Gran Consiglio nella riunione dell'11 marzo XVI, è la difesa e il potenziamento della rivoluzione fascista, l'organizzazione e l’educazione politica del popolo italiano, secondo i capisaldi che costituiscono la dottrina del fascismo e che esigono un diverso, più alto costume politico-morale-sociale in pace e, soprattutto, in guerra.

I fascisti, che hanno il privilegio di essere gli artefici e i portatori della verità rivoluzionaria del fascismo, devono dimostrare, con l'esempio, che hanno il diritto e quindi il dovere di assolvere questo compito. Tutte le istituzioni create dal regime, in ogni campo, devono servire corre strumenti per la progressiva e integrale educazione politica del popolo italiano. A tale scopo il Direttorio ha deciso di invitare le singole Federazioni ad effettuare una rigorosa selezione fra i gregari per allontanare tutti coloro che, per un motivo qualunque, non meritano più l'onore di militare sotto i gagliardetti del Littorio, consacrati dal sacrificio e dal sangue di migliaia di camerati.

Il Direttorio riafferma che la Gioventù Italiana del Littorio, fondata e voluta dal Duce, rappresenta lo strumento principe per l'educazione del popolo italiano, per cui alla Gioventù Italiana del Littorio devono estere consacrare le massime cure del Partito. Anche qui il concetto quantitativo o meramente numerico deve essere integrato dal concetto qualitativo e differenziato.

Il Direttorio saluta nei giovani camerati alle armi, studenti, contadini, operai, che hanno combattuto e combattono, l'espressione eroica della gioventù del tempo fascista e innalza la resistenza dei giovani fascisti a Bir el Gobi quale consacrazione e simbolo di quello che possa la fede nel fascismo.

Il Direttorio si dichiara pienamente convinto che i giovani degni di questo nome conserveranno e difenderanno, tramandandoli, i "valori" creati dalla rivoluzione delle camicie nere, col sangue dello squadrismo e con le realizzazioni del regime. Tali valori sono: la dedizione assoluta alla patria e l'orgoglio della nostra razza e della nostra storia; la disciplina consapevole e l'impegno più serio in ogni ordine di attività; l'amore al combattimento e l'abitudine al pericolo; il coraggio e il dovere della verità; il disinteresse nelle funzioni di comando; la netta separazione fra il sacro e il profano; la schietta lealtà nei rapporti personali.

D'ordine del Duce, il segretario del P.N.F. ha disposto che i fascisti ricoprenti cariche o investiti di funzioni di pubblico interesse o di portata politica, non possano assumere né conservare, senza il nulla osta del P.N.F., incarichi amministrativi di carattere permanente o temporaneo, ordinari o straordinari, che non spettino loro di diritto di indipendenza della loro carica o della loro pubblica funzione. Si tratta degli incarichi che riguardano l'amministrazione, la rappresentanza e il controllo di enti pubblici in senso lato e di ogni specie, di aziende o di imprese private individuali, di società civili e commerciali di qualsiasi tipo, di consorzi, di sindacati e di altre organizzazioni economiche o tecniche comunque denominati, ed anche quando le ditte sociali e gli organismi in questione siano irregolarmente costituiti o funzionanti solo di fatto.

Ferme restando le norme in vigore, per quanto si riferisce a incompatibilità e autorizzazioni, il segretario del P.N.F., d'intesa coi ministri dell'Interno, della Giustizia, delle Finanze e delle Corporazioni, determinerà, con suo provvedimento, le cariche e le funzioni di pubblico interesse o di portata politica che importano, per chi ne sia investito, l'obbligo di ottenere il nulla osta del Partito, al fine di assumere o conservare incarichi permanenti o temporanei di amministrazione, rappresentanza o controllo presso enti pubblici o aziende private di cui sopra.

II Direttorio ha deciso che per fanno scolastico 1942-1943, XXI dell'Ora fascista, la Gioventù Italiana del Littorio organizzi la refezione scolastica per tutti indistintamente gli scolari delle classi urbane dell'ordine elementare.

Declaration of the National Directorate of the Fascist Party, May 26, 1942


The National Directorate of the National Fascist Party makes the following declaration, drawn up by Mussolini:

The National Directorate of the PNF in its first meetings after the report by the federal authorities, presided over by the Duce, affirms that the fundamental task of the Party, according to the statute approved by the Grand Council in the meeting on March 11, 1938-XVI, is the defense and strengthening of the Fascist Revolution, the organization and political education of the Italian people according to the cornerstones that constitute the doctrine of Fascism and which demand a different, higher political-moral-social custom in peace and, above all, in war.

Fascists, who have the privilege of being the architects and bearers of the revolutionary truth of Fascism, must demonstrate by example that they have the right and therefore the duty to carry out this task. All institutions created by the regime in every field must serve as instruments for the progressive and integral political education of the Italian people. To this end, the Directorate has decided to invite the individual Federations to conduct a rigorous selection among the rank and file to remove all those who, for whatever reason, no longer deserve military honor under the banners of the Fasces, which have been consecrated by the sacrifice and blood of thousands of comrades.

The Directorate reaffirms that the Italian Youth of the Lictor, founded and willed by the Duce, represents the main instrument for the education of the Italian people, and therefore the Party must dedicate supreme cae to the Italian Youth of the Lictor. Here too we must value quality over quantity, that is to say, the purely numerical aspect must be supplemented by a qualitative aspect.

The Directorate salutes the young comrades in arms, students, peasants and workers who fought and are still fighting; you are the heroic expression of the youth of the Fascist era. And we exalt the resistance of the Young Fascists Division at Bir el Gobi as a consecration and symbol of what faith in Fascism can do.

The Directorate declares with full confidence that young people worthy of the name will conserve, defend and pass down the "values" created by the Blackshirt Revolution with the blood of squadrism and the achievements of the Regime. These values are: absolute dedication to the Fatherland and pride in our race and our history; conscious discipline and the most serious commitment in every type of activity; the clear separation between the sacred and the profane; pure loyalty in personal relationships.

On the orders of the Duce, the secretary of the PNF has ordered that Fascists who are charged or invested with functions of public interest or political significance can not assume nor maintain administrative tasks of a permanent or temporary nature, neither ordinary nor extraordinary, which do not belong to them by right of independence of their office or their public function without the authorization of the PNF. These tasks include the administration, representation and control of public bodies in the broad sense and of each kind; of companies or individual private enterprises; of civil and commercial companies of any kind; of consortia; of trade unions and other economic or technical organizations, however denominated, and even when the social firms and organisms in question are irregularly constituted or functioning only in fact.

Without prejudice to the rules in force with regard to incompatibility and authorizations, the Secretary of the PNF, in agreement with the Ministers of the Interior, Justice, Finance and Corporations, will determine with its provision the offices and functions of public interest or of political significance which require—for those who are invested—the obligation of obtaining the Party's authorization in order to assume or maintain permanent or temporary offices of administration, representation or control of public bodies or private companies cited above.

The Directorate has decided that for the scholastic year 1942-1943, Year XXI of the Fascist era, the Italian Youth of the Lictor will organize school meals for the elementary school children of all the urban classes without distinction.

Dichiarazione del Gran Consiglio del Fascismo, 6 ottobre 1938

Dichiarazione sulla razza

Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'Impero, dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti.

Il problema ebraico non è che l'aspetto metropolitano di un problema di carattere generale.

Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:

a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.


Ebrei ed ebraismo.

Il Gran Consiglio del Fascismo ricorda che l'ebraismo mondiale - specie dopo l'abolizione della massoneria - è stato l'animatore dell'antifascismo in tutti i campi e che l'ebraismo estero o italiano fuoriuscito è stato - in taluni periodi culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica - unanimamente ostile al Fascismo.

L'immigrazione di elementi stranieri - accentuatasi fortemente dal 1933 in poi - ha peggiorato lo stato d'animo degli ebrei italiani nei confronti del Regime, non accettato sinceramente, poiché antitetico a quella che è la psicologia, la politica, l'internazionalismo d'Israele.

Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei; l'ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevichi di Barcellona.


Il divieto d'entrata e l'espulsione degli ebrei stranieri.

Il Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto d'ingresso nel Regno degli ebrei stranieri non poteva più oltre essere ritardata, e che l'espulsione degli indesiderabili - secondo il termine messo in voga e applicato dalle grandi democrazie - è indispensabile.

Il Gran Consiglio del Fascismo decide che, oltre ai casi singolarmente controversi che saranno sottoposti all'esame dell'apposita commissione del Ministero dell'Interno, non sia applicata l'espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri i quali:

a) abbiano un'età superiore agli anni 65;
b) abbiano contratto un matrimonio misto italiano prima del 1° ottobre XVI.


Ebrei di cittadinanza italiana.

Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l'appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue:

a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
b) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
c) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
d) non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all'infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.


Discriminazione fra gli ebrei di cittadinanza italiana.

Nessuna discriminazione sarà applicata, escluso in ogni caso l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana, quando non abbiano per altri motivi demeritato, i quali appartengono a:

1) famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall'Italia in questo secolo; libica, mondiale, etiopica, spagnola;
2) famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola;
3) famiglie di combattenti delle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola, insigniti della croce al merito di guerra;
4) famiglie dei Caduti per la Causa Fascista;
5) famiglie dei mutilati, invalidi, feriti della Causa Fascista;
6) famiglie di Fascisti iscritti al Partito negli anni 19- 20- 21- 22 e nel secondo semestre del 24 e famiglie di legionari fiumani.
7) famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accertate da apposita commissione.


Gli altri ebrei.

I cittadini italiani di razza ebraica, non appartenenti alle suddette categorie, nell'attesa di una nuova legge concernente l'acquisto della cittadinanza italiana, non potranno:

a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;
c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
d) prestare servizio militare in pace e in guerra.

L'esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.

Il Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre:

1) che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione;
2) che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia rigorosamente repressa;
3) che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l'attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti;
4) che, insieme alle scuole elementari, si consenta l'istituzione di scuole medie per ebrei.


Immigrazione di ebrei in Etiopia.

Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona dell'Etiopia.

Questa eventuale e le altre condizioni fatte agli ebrei, potranno essere annullate o aggravate a seconda dell'atteggiamento che l'ebraismo assumerà nei riguardi dell'Italia fascista.


Cattedre di razzismo.

Il Gran Consiglio del Fascismo prende atto con soddisfazione che il Ministro dell'Educazione Nazionale ha istituito cattedre di studi sulla razza nelle principali Università del Regno.


Alle Camicie Nere.

Il Gran Consiglio del Fascismo, mentre nota che il complesso dei problemi razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai fascisti che le direttive del partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative per tutti e che alle direttive del gran consiglio devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamente preparate dai singoli ministri.

Declaration of the Grand Council of Fascism, October 6, 1938

Declaration on Race

The Grand Council of Fascism, following the conquest of the Empire, declares the urgent relevance of racial problems and the necessity of a racial consciousness. Remember that for sixteen years Fascism has carried out, and continues to carry out a positive activity, aimed at the quantitative and qualitative improvement of the Italian race, an improvement which could be seriously compromised, with incalculable political consequences, by crossbreeding and bastardization.

The Jewish problem is simply the metropolitan aspect of a more general problem.

The Grand Council of Fascism establishes:

a) marriages between Italians and those belonging to Hamitic, Semitic and other non-Aryan races are forbidden;

b) State employees and employees of public institutions—civil and military personnel—are forbidden to marry foreign women of any race;

c) the marriage of Italians to foreigners—even to foreigners of other Aryan races—must have the prior approval of the Ministry of the Interior;

d) the sanctions must be reinforced against those who attack the prestige of the race in the territories of the Empire.


Jews and Judaism.

The Grand Council of Fascism recalls that world Jewry—especially after the abolition of Freemasonry—has been the instigator of anti-Fascism in all fields, and that foreign and external Italian Judaism—at some crucial moments, such as in 1924-25 and during the Ethiopian war—were unanimously hostile towards Fascism.

The immigration of foreign elements—which intensified greatly since 1933—has worsened the frame of mind of Italian Jews against the Regime, which is not sincerely accepted, since it is antithetical to the psychology, the politics, and the internationalism of Israel.

All anti-Fascist efforts can be traced back to Jewish elements; world Jewry is, in Spain, on the side of the Bolsheviks of Barcelona.


The prohibition of entry and expulsion of foreign Jews.

The Grand Council of Fascism believes that the law concerning the prohibition of entry into the Kingdom by foreign Jews could not be further delayed, and that the expulsion of the undesirables—to use the expression in vogue and applied by the great democracies—is absolutely necessary.

The Grand Council of Fascism has decided that, other than particularly controversial cases which will be decided by the special commission of the Ministry of the Interior, expulsion does not apply to foreign Jews when:

a) they are over 65 years of age;

b) they have contracted an Italian mixed marriage before October 1, 1938.


Jews of Italian citizenship.

The Grand Council of Fascism establishes the following, regarding who belongs or does not belong to the Jewish race:

a) those born of parents who are both Jews are of the Jewish race;

b) those born of a Jewish father and a mother of foreign nationality are of the Jewish race;

c) those who practice the Jewish religion, even though born of a mixed marriage, are of the Jewish race;

d) those born of a mixed marriage and practice another religion which is not the Jewish religion, at the date of October 1, 1938, are not of the Jewish race.


Discrimination amongst Jews with Italian citizenship.

No discrimination will be applied—except in every case of teachers in schools of any grade—to Jews of Italian citizenship (as long as they have not, for other reasons, been deemed unworthy) who belong to:

1) families of the Fallen in the four wars sustained by Italy during this century: Libyan, World, Ethiopian, Spanish;

2) families of volunteers in the Libyan, World, Ethiopian, and Spanish Wars;

3) families of those who fought in the Libyan, World, Ethiopian, and Spanish Wars and were decorated with the War Merit Cross;

4) families of the Fallen for the Fascist cause;

5) families of those maimed, disabled, or wounded for the Fascist cause;

6) families of members of the Fascist Party during the years '19, '20, '21, '22, and in the second half of '24, and families of Legionnaires in Fiume;

7) families holding exceptional merits which will be ascertained by a special commission.


The other Jews.

Italian citizens of the Jewish race not belonging to the above mentioned categories, pending a new law concerning the acquisition of Italian citizenship, may not:

a) be members of the National Fascist Party;

b) own or manage a business of any kind that employs 100 or more people;

c) own more than 50 hectares of land;

d) serve in the military in times of peace and war.

The exercise of the professions will be subject to further provisions.

The Grand Council of Fascism also decides:

1) that the normal right to pensions will be recognized for the Jews dismissed from public positions.

2) that every form of pressure upon the Jews to obtain abjurations will be rigorously punished;

3) that nothing is changed with regard to the free exercise of worship and the activity of the Jewish communities according to current laws;

4) that, together with elementary schools, the establishment of secondary schools for the Jews is permitted.


Immigration of Jews to Ethiopia.

The Grand Council of Fascism does not exclude the possibility of allowing, in order to prevent Jewish immigration to Palestine, a controlled immigration of European Jews into some areas of Ethiopia.

These and any other conditions extended to the Jews may be annulled or worsened, depending upon the attitude that Jewry takes towards Fascist Italy.


Chairs of Racialism.

The Grand Council of Fascism is pleased to note that the Minister of National Education has created chairs for the study of race in the most important universities of the Kingdom.


To the Black Shirts.

The Grand Council of Fascism, while it notes with satisfaction that the racial problems have aroused exceptional interest amongst the Italian people, announces to the Fascists that the directives of the Party in this matter are to be considered fundamental and binding for all, and that the regulations that will be promptly prepared by the individual ministers must be inspired by the directives of the Grand Council.

Dichiarazione del Gran Consiglio del Fascismo, 13 febbraio 1923

Fascismo e Massoneria

Il Gran Consiglio fascista ha ripreso le sue sedute sotto la presidenza dell'on. Mussolini, continuando la discussione sulla politica interna. Si è passato all'esame del secondo comma dell'ordine del giorno: « Partito e Massoneria ». L'argomento è stato trattato ampiamente e vi hanno partecipato il Duce, l'On. Finzi, l'On. Giuriati, l'On. Acerbo, Italo Balbo, l'On. De Stefani, Torre, Bianchi, Calza Bini, Rocca, Giunta, Farinacci, Ricci, Starace, Teruzzi, Sansanelli. Durante la discussione sono stati presentati vari ordini del giorno. Infine, dopo oltre tre ore di discussione, è stato approvato alla unanimità meno quattro astenuti, il seguente ordine del giorno:
« Il Gran Consiglio Nazionale del Fascismo, discutendo il tema « Fascismo e Massoneria » posto all'ordine del giorno della seduta del 12 corrente; considerato che gli ultimi avvenimenti politici e certi atteggiamenti e voti della massoneria danno fondato motivo di ritenere che la Massoneria persegue programmi e adotta metodi che sono in contrasto con quelli che ispirano tutta l'attività del Fascismo: invita i fascisti che sono massoni a scegliere tra l'appartenere al Partito Nazionale Fascista e alla Massoneria, poichè non vi è per i fascisti che una sola disciplina, la disciplina del Fascismo; che una sola gerarchia, la gerarchia del Fascismo; che una sola obbedienza, l'obbedienza assoluta, devota e quotidiana al Capo e ai capi del Fascismo ».
Alla fine della seduta il Duce, invitati i presenti ad alzarsi, ha letto il seguente ordine del giorno approvato per acclamazione:
« Il Gran Consiglio Nazionale del Fascismo saluta i fiumani e tutti i dalmati fratelli che, con sacrifìcio dell'obbedienza alle dolorose ma doverose esigenze derivate al Governo fascista per l'applicazione del Trattato di Santa Margherita, hanno ancora una volta con spirito di magnifica disciplina ben meritato della Patria e li assicura che la solidarietà operante del Governo del Fascismo li assisterà ora e sempre ».

Declaration of the Grand Council of Fascism, February 13, 1923

Fascism and Freemasonry

The meeting of the Grand Council of Fascism was attended by the Duce, the Hon. Finzi, Hon. Giuriati, Hon. Acerbo, Italo Balbo, the Hon. De Stefani, Torre, Bianchi, Calza Bini, Rocca, Giunta, Farinacci, Ricci, Starace, Teruzzi, and Sansanelli. The subject of Fascism and Freemasonry was extensively covered. During the discussion various proposals were presented. Finally, after more than three hours of discussion, the following agenda was unanimously approved, minus four abstentions:
"In consideration of the fact that recent political events and the attitude and certain resolutions of Freemasonry have given cause for the belief that Freemasons pursue a program and employ methods contrary to those which inspire the whole activity of Fascism, the Grand Council of Fascism calls upon those Fascists who are Freemasons to choose between membership in the National Fascist Party and Freemasonry. Because for Fascists there is only one discipline, the discipline of Fascism; only one hierarchy, the hierarchy of Fascism; and only one allegiance, the absolute, devout and daily allegiance to the Duce and to the leaders of Fascism."
At the end of the session, the Duce invited those present to stand, and read the following agenda approved by acclamation:
"The Grand Council of Fascism salutes all our Fiumian and Dalmatian brothers who, sacrificing themselves, have given their obedience to the painful but necessary requirements of the Fascist government regarding the application of the Treaty of Rapallo. Once again, their spirit of magnificent discipline has served our Fatherland well, and has assured that the active solidarity of the Fascist Government will assist them now and forever."

Saturday, 2 March 2013

Ordine del giorno, 21 agosto 1944


21 agosto 1944

Nel momento in cui la Guardia nazionale repubblicana entra a far parte integrante dell'Esercito nazionale repubblicano, del quale costituirà l'ossatura fondamentale, desidero sottolineare la portata dell'avvenimento, la cui logica e necessità sono manifeste. La Guardia nazionale repubblicana, malgrado difficoltà grandissime, dovute alla sua formazione iniziale, e alla complessità dei suoi compiti, ha dato un notevole contributo al consolidamento della Repubblica Sociale Italiana con la sua instancabile lotta contro gli elementi dell'interno operanti agli ordini del nemico. Centinaia e centinaia di caduti in combattimento o negli agguati tesi dai banditi lo dimostrano. Tali prove di dedizione alla Patria e all'idea fascista sono riconosciute appieno nella decisione che fa della Guardia nazionale repubblicana la prima arma dell'Esercito nazionale repubblicano. Sono sicuro che, tornata a funzioni esclusivamente militari di combattimento, liberata da compiti estranei alla sua natura, la Guardia nazionale repubblicana dimostrerà sui campi di battaglia che esistono ancora falangi di Italiani di buona razza, decisi con ogni mezzo a realizzare la riscossa della Patria.

MUSSOLINI