Tuesday 5 February 2013

Lettera al cancelliere Adolf Hitler, 30 maggio 1939

Note di Benito Mussolini a Hitler sull'applicazione dell'alleanza (Memoriale Cavallero)

30 maggio 1939

Ora che l'alleanza fra Italia e Germania è fissata e troverà, in ogni momento, secondo la lettera e lo spirito del Trattato, la sua piena applicazione, ritengo opportuno esporre quanto io penso sulla situazione attuale e sui suoi probabili sviluppi futuri.

1. La guerra fra le nazioni plutocratiche e quindi egoisticamente conservatrici e le nazioni popolose e povere è inevitabile. Data questa premessa, bisogna prepa­rarsi.

2. Con le posizioni strategiche conquistate in Boemia e Albania, le potenze dell’Asse hanno in mano un elemento fondamentale di successo.

3. Ho spiegato in una Memoria a von Ribbentrop, all'epoca del convegno di Milano, i motivi per cui l'Italia ha bisogno di un periodo di preparazione che può andare a tutto il 1942. Essi sono:

Le due potenze europee dell'Asse hanno bisogno di un periodo di pace di durata non inferiore ai tre anni. È solo dal 1943 in poi che uno sforzo bellico può avere le più grandi prospettive di vittoria. Un periodo di pace è necessario all'Italia per le seguenti ragioni:
a) per sistemare militarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia, dalla quale deve uscire un'armata di mezzo milione di uomini;

b) per ultimare la costruzione e il rifacimento delle sei navi di linea attualmente in corso;

c) per il rinnovamento di tutte le nostre artiglierie di medio e grosso calibro;

d) per spingere innanzi la realizzazione dei piani autarchici che devono rendere vano ogni tentativo di blocco da parte delle democrazie possidenti;

e) per realizzare l'Esposizione del 1942, la quale, oltre a documentare il primo ventennio del regime, può fornirci riserve di valute;

f) per effettuare il rimpatrio degli italiani dalla Francia, problema di natura militare e morale molto serio;

g) per ultimare il già iniziato trasferimento di molte industrie di guerra dalla valle del Po nell'Italia meridionale;

h) per approfondire sempre più i rapporti, non solo fra i governi dell'Asse, ma fra i popoli, al che gioverebbe indubbiamente una distensione dei rapporti fra Chiesa e Nazismo, distensione che è anche molto desiderata dal Vaticano.
Per tutte queste ragioni l'Italia fascista non desidera di anticipare una guerra di carattere europeo, pur convinta che essa sia inevitabile. Si può anche pensare che fra tre anni il Giappone abbia condotto a termine la sua guerra in Cina.

È prevedibile che il Triangolo Londra-Parigi-Mosca cercherà — in tempo di pa­ce — di danneggiare in tutti i modi le potenze dell'Asse, specie dal punto di vista e­conomico e morale. Sul terreno economico si risponderà sviluppando sino all’estremo i piani autarchici e sul terreno morale contrattaccando su tutti i campi.

4. Oltre all'azione di sabotaggio materiale vero e proprio — attentati, ecc. — ogni sforzo dovrà essere intrapreso per incrinare l'unità interna dei nemici col favorire i movimenti anti-semiti, coll'aiutare i movimenti pacifisti (caso Paul Faure in Francia), col patrocinare le autonomie regionali (Alsazia, Bretagna, Corsica, Irlanda), coll'ac­celerare la decomposizione dei costumi, coll'eccitare alla rivolta le popolazioni coloniali.

L'ingresso della Russia bolscevica nell'Occidente — condotta per mano da Londra — è un elemento indubbiamente favorevole allo sviluppo di questi piani.

5. Dal punto di vista strategico le nazioni ad occidente possono considerarsi murate, cioè praticamente inattaccabili per forza di terra. Si può quindi prevedere una difensiva reciproca sul Reno e sulle Alpi e in Libia. Viceversa le forze metropolitane e coloniali in Etiopia possono iniziare operazioni offensive contro le colonie francesi e britanniche confinanti.

Ad occidente la guerra assumerebbe un carattere predominante aereo-marittimo. Con la conquista dell'Albania, il problema navale italiano è notevolmente alleggerito. L'Adriatico è un mare interno che può essere ermeticamente chiuso.

6. Solo verso oriente e sud-est la guerra può assumere un carattere dinamico. Polo­nia ed altri Stati garantiti dovranno fare assegnamento su se stessi e potranno essere paralizzati prima che giunga un concreto aiuto, anche dalla confinante Russia.

7. La guerra che le grandi Democrazie preparano è una guerra di usura. Bisogna quindi partire dall'ipotesi più dura, che è la possibile al cento per cento. L'Asse non riceverà più nulla dal resto del mondo. Questa ipotesi sarebbe grave, ma le posizioni strategiche conquistate dall'Asse riducono di molto la gravità e il pericolo di una guerra di usura. A tale scopo, sin dalle prime ore della guerra, bisogna impadronirsi di tutto il bacino danubiano e balcanico. Non contentarsi di dichiarazioni di neutralità, ma occupare i territori e sfruttarli ai fini dei rifornimenti bellici alimentari e industriali. Con questa operazione, che dovrebbe essere fulminea e condotta con decisione estrema, non solo si metterebbero fuori combattimento i "garanti", cioè Grecia, Romania e Turchia, ma si avrebbero le spalle sicure. In questo giuoco noi possiamo contare su due pedine favorevoli: l'Ungheria e la Bulgaria.

8. L'Italia può mobilitare proporzionalmente un numero maggiore di uomini che la Germania. A una abbondanza di uomini corrisponde una modestia di mezzi. L'Italia — nel piano bellico — darà quindi più uomini che mezzi: la Germania più mezzi che uomini.

Desidero sapere se le considerazioni su esposte incontrano l'approvazione del Fuhrer. Nel qual caso bisogna che su tali direttive si preparino i piani degli Stati Maggiori.

MUSSOLINI