2ª riunione del Consiglio dei ministri repubblicano
di Benito Mussolini
La situazione dell'Italia, nel momento in cui il Governo fascista Repubblicano intraprende la sua fatica, può definirsi, senza ombra di esagerazione, una delle piú gravi della sua storia. Bastano per confermarlo le seguenti semplici considerazioni: alla mattina del 25 luglio l'Italia - pure selvaggiamente martoriata dai bombardamenti anglo-americani - era uno Stato; e il suo territorio, meno la Sicilia occidentale, intatto. Il tricolore sventolava ancora a Rodi, a Tirana, a Lubiana, a Spalato, in Corsica, sul Varo. Oggi, a due mesi di distanza, il nemico occupa un terzo del territorio nazionale e tutte le nostre posizioni fuori del territorio nazionale od oltremare sono state sgombrate.
La perdita di queste posizioni che pure avevano costato tanto sangue e tanto sacrificio al popolo italiano fu provocata da un armistizio durissimo, quale non vi fu mai nella storia, concluso all'insaputa degli alleati e quindi attraverso un tradimento senza precedenti, che basta a disonorare per sempre la Monarchia e i suoi complici.
Le conseguenze dell'armistizio sono state semplicemente catastrofiche. Consegna al nemico della Marina italiana, liquidazione umiliante - attraverso disarmo - di tutte le altre forze militari italiane, bombardamenti continui e spietati che dovevano "coprire" i negoziati in atto sin dai primi d'agosto, abbattimento profondo dell'anima nazionale, disordine nelle cose e negli spiriti; e continuazione della guerra sul nostro territorio, come chiunque avrebbe potuto facilmente prevedere. Da questa situazione di fatto, le direttive che guidano l'azione del Governo non possono essere che le seguenti:
Tener fede all'alleanza con le Nazioni del Tripartito, e per questo riprendere il nostro posto di combattimento accanto all'unità tedesche, attraverso la piú sollecita riorganizzazione delle nostre forze militari, a cominciare da quelle della difesa contraerea e costiera. Nell'attesa della preparazione di queste forze, che è già incominciata, dare cordiale e pratica collaborazione alle autorità militari tedesche che operano sul fronte italiano.
Attraverso lo sforzo militare noi intendiamo non solo di cancellare la pagina del 25 luglio e quella ancor piú disastrosa dell'8 settembre, ma raggiungere i nostri obiettivi che sono l'integrità territoriale della Nazione, la sua indipendenza politica, il suo posto nel mondo.
Il nuovo sforzo militare che l'onore e gli interessi della Nazione ci impongono di compiere sarebbe impossibile, se la vita nelle provincie non riprendesse il suo ritmo normale e se i cittadini con la loro consapevole disciplina non si rendessero conto delle necessità attuali. La prossima nomina dei Capi delle Provincie, concentrando autorità e responsabilità in una sola persona, ridarà al complesso delle nostre istituzioni locali la possibilità di un funzionamento per quanto possibile regolare.
Non sono in progetto, salvo i casi accertati di violenza, repressioni generiche contro tutti coloro che in un momento di incosciente aberrazione infantile credettero che un governo "militare" fosse il piú adatto a realizzare il regime della sconfinata libertà né saranno oggetto di particolari misure coloro i quali avendo fatto costante professione di antifascismo piú o meno attivo, tali si dichiararono nelle giornate del 26 luglio e seguenti.
Ma vi è un'altra categoria d'individui che non dovranno sfuggire a severe sanzioni; e sono tutti quelli iscritti al Partito, i quali si nascosero sotto una adesione formale la loro falsità, ricoprirono talora per anni ed anni alte cariche, ricevettero onori e ricompense, e al momento della prova, nelle giornate del colpo di Stato, passarono al nemico. Essi sono corresponsabili dell'abisso nel quale la Patria è caduta.
Tribunali straordinari provinciali giudicheranno questi casi di tradimento e di fellonia. Ciò servirà di monito per il presente e per il futuro. L'attuale Governo ha fra i suoi compiti quello fondamentale di preparare la Costituente, che dovrà consacrare il programma del Partito con la creazione dello Stato fascista repubblicano. Non è ancora il momento delle precisazioni in una cosí grave e delicata materia. Ma due elementi essenziali io credo necessario di fissare fin da questa prima riunione: e cioè che la Republica sarà unitaria nel campo politico decentrata in quello amministrativo; e che avrà un pronunciatissimo contenuto sociale, tale da risolvere la "questione sociale" almeno nei suoi aspetti piú stridenti, tale cioè da stabilire il posto, la funzione, la responsabilità del lavoro in una società nazionale veramente moderna.
Come ho detto all'inizio la situazione è da ogni punto di vista gravissima: ma non è disperata.
Un popolo non può perire, quando ha la coscienza di essere un popolo. Ci sono popoli che hanno subito prove tremende, talora secolari, e che rifiorirono. Forze di ripresa sono già in atto. Il Governo intende organizzarle, convogliarle, prepararle ai compiti della guerra, perché ancora e sempre sono decisive per l'avvenire della Patria e le sorti della guerra.
Io vi ringrazio di aver accolto il mio invito, di esservi riuniti intorno a me in questo momento e conto sulla vostra collaborazione.