Al popolo di Cosenza
di Benito Mussolini
[Il Duce rivolge al popolo di Cosenza il suo vivo saluta, dicendosi lieto di visitare questa generosa terra, in un momento che gonfia di orgoglio il cuore di tutti gli italiani per la vittoria di Franco, alla quale hanno contribuito le gloriose formazioni legionarie. Dopo avere quindi rilevato come le idiote e miserabili profezie delle sinistre sono state disperse dalla volontà e dalla fede del popolo italiano, il Duce afferma che l'Italia non intende affatto rimanere prigioniera nel Mediterraneo, e così prosegue...]
La vostra provincia ha l'onore e l'orgoglio di aver dati i natali ad un Quadrunviro della Rivoluzione [Michele Bianchi] (acclamazioni) e ora ne custodisce le spoglie mortali sul colle di Belmonte, in faccia al mare di Roma.
Egli fu durante 15 anni uno dei miei più preziosi collaboratori. Io potevo contare in maniera assoluta sulle sue virtù che erano le virtù della vostra terra e della vostra razza: virtù tipicamente italiane. (La folla acclama lungamente all'indirizzo del Duce).
Io vi ricordo una delle sue frasi di una eloquenza rara e profonda: « Quando si è dato tutto alla Patria, non si è dato ancora abbastanza ». (Acclamazioni vibrantissime).
Camerati!
Siate in ogni istante della vostra vita di fascisti, di italiani, degni e fieri della memoria di Lui.