Saturday 3 March 2012

Discorso di Cremona, 18 giugno 1923

Al popolo di Cremona

di Benito Mussolini

Camicie Nerel Popolo di Cremona!

Ecco che per un singolare destino propizio ai miei voti mi ritrovo, dopo sette mesi, a parlare a questa marea umana nella stessa armoniosa piazza che accolse la mia voce prima della Marcia su Roma. Io guardo nei vostri occhi, che possono guardare nei miei e interrogarmi e domando: « Mi trovate voi cambiato in qualche linea? ». Sono sicuro che nessuno di voi ha pensato, nemmeno nei momenti di incertezza, che io potessi diventare diverso da quello che sono. Ho l'orgoglio di essere quello che sono, cioè un uomo che prima di imporre dei sacrifici agli altri li impone a se stesso, e prima di chiamare la disciplina per gli altri a questa disciplina si sottopone. Tutto il popolo è raccolto in questa piazza, non solo il popolo di Cremona, ma tutto il popolo italiano; tutto il popolo italiano delle tre diverse categorie che sono raccolte oggi intorno al Governo.

È forse la prima volta nella storia italiana che il Capo del Governo può andare tra la folla tranquillamente senza le preoccupazioni che potevano affliggere certi individui in altri tempi. Sono della vostra razza, ho lo stesso vostro sangue, le stesse vostre virtù e naturalmente gli stessi vostri difetti. Appunto per questo si stabilisce fra noi la perfetta comunione degli spiriti: basta che io vi chiami, perché dalle città e dai borghi e dai casolari un coro unanime e formidabile risponda: « Presente! ».

Camicie Nere!

Voi potete avere fiducia in me. Io sono il difensore inflessibile, severo, implacabile della nostra rivoluzione e se per difender questa rivoluzione, alla quale avete dato il prezioso contributo del vostro sangue, fosse necessario ricominciare ancora, ricomincieremo.

A chi la battaglia? A chi la gloria? A chi l'Italia? (A queste tre domande rispoudono tre gridi formidabile: « A noi! »).