Saturday, 3 March 2012

Discorso di Milano, 29 marzo 1923

Ai ciechi di Guerra

di Benito Mussolini

Miei cari compagni! Quando poco fa uno dei vostri dirigenti mi diceva che voi non vi siete mai lagnati della guerra e dei sacrifici terribili che essa vi ha imposti, anche quando l'Italia sembrava sommersa da un dilagare di istinti e di egoismi antinazionali, io non mi sono stupito perché della guerra si lagnano particolarmente coloro che vi hanno speculato sopra e che non l'hanno fatta se non per imboscarsi.

Ma coloro che hanno molto donato, coloro che hanno fatto all'Italia nostra una suprema dedizione di amore, i mutilati e i combattenti non si lagnano, ma accettano con romana semplicità ed austerità il loro sacrificio. Quando io mi trovo fra di voi — e l'altro giorno sono stato a Roma alla mensa dei vostri compagni di villa Felicetti — io rivivo tutte le grandi giornate della nostra guerra, tutti i sacrifici sostenuti dal popolo, gli atti di eroismi singoli e collettivi, quanto è costata di sangue e di lagrime la nostra superba vittoria.

Allora io vi dichiaro che un Governo che non tenesse conto dei vostri diritti sarebbe un Governo indegno e irriconoscente.

Ma nel Governo che ho l'onore di presiedere sono tutti combattenti, mutilati: tutti hanno vissuto la guerra.

Questi uomini di Governo non possono ignorare il vostro sacrificio e sanno quanto l'Italia vi deve per oggi e per domani.

Vi esprimo tutta la mia più fraterna simpatia di combattente, di uomo politico e di italiano: io vi abbraccio con infinita devozione, con simpatia, con ammirazione: e in questo abbraccio io intendo di onorare e di esaltare tutti coloro che hanno dato contributo di sangue e di opere alla grandezza della Patria.