Sunday 4 March 2012

Discorso di Roma, 26 ottobre 1935

Ai bonificatori

di Benito Mussolini

Camerati rurali!

Prima di procedere alla distribuzione dei premi che voi avete meritato con le vostre fatiche assidue e intelligenti, voglio dirvi poche cose e desidero che queste rimangano scolpite nella vostra memoria.

L'anno scorso a questa cerimonia partecipò il Camerata Luigi Razza. Forte combattente della grande guerra, uomo integerrimo della Rivoluzione, la sua morte rimane avvolta in un profondo mistero. Ma per noi fascisti morire non è morire, quando si muore per l'Italia.

Ora intendo rivolgere un saluto ai camerati contadini che combattono in terra d'Affrica. L'enorme maggioranza di quei soldati viene dalla terra: tanto quelli volontari come quelli regolari. Poiché la verità profonda è questa: che mai come ora tutto il Popolo italiano avvertì la giustizia di questa nostra causa.

Voi sentite, o camerati contadini, che io sono vicino al vostro spirito.

Ora vi voglio raccontare un fatto. Stasera, quando tornerete alle vostre case, lo racconterete alla vostra moglie, ai vostri bambini, poi ai parenti, poi agli amici perché lo sappiano; dovete dunque sapere che degli individui i quali vanno sempre a frugare tra le vecchie carte, credevano di farmi un grande piacere scoprendo che fra i miei lontani nonni, bisnonni e arcibisnonni ci sarebbero stati dei nobili.

Allora io ho detto: finitela! Tutti i miei nonni, bisnonni, arcibisnonni erano dei lavoratori della terra! e perché non ci fosse più alcun dubbio al riguardo, ho piantato una lapide sulla casa colonica dalla quale risulta che tutte le generazioni dei Mussolini precedenti la mia hanno sempre lavorato con le loro proprie mani la terra.

Ecco perché io vi conosco molto bene. E mi sento felice quando posso scendere fra di voi, a parlare con voi dei vostri affari, dei raccolti, dei lavori, dell'andamento delle stagioni, quando mi è data l'occasione di misurare la vostra forza, il vostro buon senso, la vostra pazienza ed il vostro patriottismo. Poiché siete voi che rappresentate la razza nel suo significato più profondo ed immutabile. Voi non fate i matrimoni misti; i vostri amori non escono dalla cerchia del villaggio o tutto al più della provincia. E quindi, quando arrivano le grandi crisi dei popoli, voi non avete dei problemi familiari da risolvere. È anche per questo, non soltanto per questo, che io vi addito alla profonda gratitudine di tutta la Nazione.

Ora passerò a distribuirvi i premi. Questi premi sono modesti. Però, dati i tempi, non sono proprio da buttar via. Ma al di sopra della somma di 500 o di 1000 lire, quella che sarà in queste buste che noi vedremo fra poco, voi dovete vedervi la manifestazione della profonda simpatia che il Regime, nato dalla Rivoluzione delle Camicie Nere, nutre per tutti i rurali d'Italia, per i 24 milioni di contadini dai quali sono usciti ed usciranno i milioni di fanti. necessari, quando il momento arrivi, a difenderè gli interessi legittimi della Nazione.

Passiamo alla distribuzione.