Sunday 4 March 2012

Discorso di Roma, 9 maggio 1936

Proclamazione dell'impero

di Benito Mussolini

Ufficiali! Sottufficiali! Gregari di tutte le forze armate dello Stato, in Affrica e in Italia! Camicie Nere della rivoluzione! Italiani e italiane in patria e nel mondo: ascoltate!

Con le decisioni che fra pochi istanti conoscerete e che furono acclamate dal Gran Consiglio del Fascismo, un grande evento si compie: viene suggellato il destino dell'Etiopia, oggi, 9 maggio, XIV anno dell'era fascista.

Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. L'Italia ha finalmente il suo impero, impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del littorio romano, perché questa è la mèta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. Impero di pace perché l'Italia vuole la pace per sé e per tutti e si decide alla guerra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessita di vita. Impero di civiltà e di umanità per tutte le popolazioni dell'Etiopia.

Questo è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino.

Ecco la legge, o italiani, che chiude un periodo della nostra storia e ne apre un altro come un immenso varco aperto su tutte le possibilità del futuro:

1°) i territori e le genti che appartenevano all'impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del regno d'Italia;

2°) il titolo di Imperatore d'Etiopia viene assunto per sé e per i suoi successori dal Re d'Italia.

Ufficiali! Sottufficiali! Gregari di tutte le forze armate dello Stato, in Affrica e in Italia! Camicie Nere! Italiani e italiane!

Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.

In questa certezza suprema, levate in alto o legionari, le insegne, il ferro e i cuori a salutare, dopo quindici secoli, la riapparizione dell'impero sui colli fatali di Roma.

Ne sarete voi degni? (la folla prorompe in un formidabile: « sì! »).

Questo grido è come un giuramento sacro, che vi impegna dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini, per la vita e per la morte!

Camicie Nere, legionari, saluto al Re!