La nascita di Littoria
di Benito Mussolini
Camerati!
Oggi è una grande giornata per la Rivoluzione delle Camicie Nere, è una giornata fausta per l'Agro Pontino, una gloriosa giornata nella storia della Nazione. Quello che fu invano tentato durante il passato di 25 secoli, oggi noi stiamo traducendo in una realtà vivente.
Sarebbe questo il momento per essere orgogliosi. No! Noi siamo soltanto un poco commossi e coloro che hanno vissuto le grandi e tragiche giornate della guerra vittoriosa, passando davanti ai nomi che ricordano il Grappa, il Carso, 1'Isonzo, il Piave, sentono nei loro cuori tumultuare i vecchi ricordi. Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del nuovo comune di Littoria, consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino. (Applausi vivissimi).
Abbiamo, cioè, vinto la nostra prima battaglia. Ma noi siamo fascisti, e quindi più che guardare al passato siamo sempre intenti verso il futuro. (Applausi scroscianti).
Finché tutte le battaglie non siano vinte, non si può dire che tutta la guerra sia vittoriosa. Solo quando accanto alle 500 case oggi costruite, ne siano sorte altre 4500, quando accanto ai 10 mila abitatori attuali vi 'siano i 40-50 mila che noi ci ripromettiamo di fare vivere in quelle che furono le paludi pontine, solo allora potremo lanciare alla Nazione il bollettino della vittoria definitiva. (Applausi prolungati).
Non saremmo fascisti se già sin da questo momento non precisassimo con l'esattezza che è nel nostro costume, con l'energia che è nel nostro temperamento, quelle che saranno le tappe future e cioè: il 28 ottobre 1933 s'inaugureranno altre 981 case coloniche; il 21 aprile 1934 s'inaugurerà il nuovo comune di Sabaudia. (Applausi).
Vi prego di notare queste date. Il 28 ottobre 1935 si inaugurerà il terzo comune: Pontinia. A quell'epoca, per quella data, noi probabilmente avremo toccato la mèta e realizzato tutto il nostro piano di lavoro.
Voglio elogiare in primo luogo il presidente della O.N.C., poi i suoi immediati collaboratori, gli ingegneri, i tecnici tutti. Voglio elogiare gli operai venuti da tutte le parti d'Italia e i coloni che dalle terre del Veneto e della Valle del Po, son venuti qui a lavorare. Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, occorreva valicare le Alpi o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora soltanto da Roma. È qui che noi abbiamo conquistato una nuova provincia. È qui che abbiamo condotto e condurremo delle vere e proprie operazioni di guerra.
È questa la guerra che noi preferiamo. Ma occorre che tutti ci lascino intenti al nostro lavoro. (Applausi ed acclamazioni).
La nuova vita di Littoria comincia. Sono sicuro che i coloni qui giunti saranno lieti di mettersi al lavoro anche perché hanno in vista, fra 15 o 20 anni, il possesso definitivo del loro podere.
Io dico ai contadini e ai rurali, che sono particolarmente vicini al mio spirito, che essi, da vecchi soldati, debbono affrontare fieramente le difficoltà che si incontrano quando si comincia una nuova fatica. Debbono guardare a questa terra che domina la pianura e che è un simbolo della potenza fascista. Convergente verso di essa troveranno, quando occorra, aiuto e giustizia!