Friday, 9 March 2012

Barcellona

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 21 maggio 1937)

di Scrittore fascista

Nella capitale della Catalogna, durante alcuni giorni e alcune notti, fratelli hanno ucciso i fratelli, i cugini hanno scannato i cugini, i socialisti, insieme con i comunisti « staliniani », hanno massacrato gli anarchici e i comunisti « trotzkysti ». Quanti siano questi ultimi, caduti sotto il piombo del comunismo ufficiale, non è ancora preciso. Il giornale La Lutte Ouvrière di Parigi, nel suo numero del 14 maggio u. s., stampa un titolo su tutta la pagina per proclamare che « il proletariato internazionale vendicherà i novecento comunardi catalani vittime della controrivoluzione borghese "stalinista". Morti novecento, dunque, sem;a contare i feriti. Fra i morti, è da segnalare il professar Berneri, che dirigeva a Barcellona La Guerra di Classe. È stato prelevato a domicilio da sei comunisti e - senza ombra di processo! - finito sulla pubblica via a revolverate, insieme con il suo compagno Barbieri. Secondo il Libertaire, parigino, del 15 maggio, la borghesia di Barcellona e di Valencia « si prepara a strangolare la rivoluzione proletaria di Spagna, rappresentata dalla Federazione anarchica iberica e dalla Confederazione nazionale dei lavoratori ». Il Risveglio di Ginevra narra, nel suo numero del 15 maggio, come il professar Berneri « fu vigliaccamente assassinato dai comunisti » e come Valencia voglia eliminare anarchici e sindacalisti per... stendere la mano a Franco. Il Nuovo Avanti del 15 maggio pubblica in seconda pagina la seguente laconica cronaca delle giornate catalane:
« Già sin da lunedì mattina le strade che conducono a Barcellona erano controllate. Non si passava senza uno speciale lasciapassare, che veniva rilasciato dagli agenti della Federazione anarchica libera a coloro che non fossero politicamente sospetti. La nostra vettura poté, tuttavia, raggiungere Barcellona, nonostante non fossimo degli affiliati alle organizzazioni libertarie. 
Giunti nella capitale catalana, si offerse ai nostri occhi un vero spettacolo di guerra civile nella guerra civile. In tutte le strade erano state scavate delle trincee, tenute da una parte dagli aderenti alla Federazione anarchica libera, con i quali avevano fatto causa comune quelli del P.O.U.M.; dall'altra dagli affiliati al Partito Socialista Unificato di Catalogna. Ho avuto l'impressione che tutti - dico tutti - avessero perduta la testa. La lotta fratricida si è svolta per alcune ore,· con particolare violenza. Ci furono molti morti e moltissimi feriti. Le rivali pattuglie di perlustrazione stracciavano i documenti che trovavano addosso all'avversario politico, perché senza documenti fosse più facile preda alla rappresaglia. 
Nella giornata di martedì più di venti cannonate sono state sparate dalle milizie della Federazione anarchica libera contro il cinema Americano, dove era accasermata la guardia di assalto. Decine di guardie di assalto, assediate, furono freddate con un colpo di rivoltella alla testa, mentre si facevano uscire dal cinema. 
Purtroppo una parte degli emigrati italiani che si trovavano a Barcellona non hanno inteso il dovere - non potendo fare di più e di meglio - di rimanere estranei a questo conflitto, già troppo doloroso e sanguinoso. 
Il primo tentativo di conciliazione non ebbe fortuna, perché la colonna Durruti fece sapere che, ove il Governo di Valencia avesse inviato della truppa a Barcellona sotto il pretesto di ristabilire l'ordine, essa avrebbe abbandonato il fronte aragonese per scendere nella capitale catalana ».
Mentre gli anarchici sono in uno stato di terribile esasperazione contro i comunisti, costoro, dalle colonne del loro giornale, Il Grido del Popolo, non solo approvano l'azione del Governo catalano e i relativi massacri, ma incitano il Governo a ripulire la Catalogna dai nemici interni superstiti, che sarebbero gli anarchici, i « trotzkysti », i sindacalisti. Dopo di che l'ordine regnerà a Barcellona, come già a Varsavia i Questo è l'antifascismo internazionale nella sua più genuina espressione: odio e sangue!