Friday, 9 March 2012

Cattolici e razzismo

(Pubblicato in « La Rassegna nazionale », gennaio 1939)

di Giulio de' Rossi dell'Arno

II Duce, a proposito del razzismo italiano, precisò in modo netto e definitivo:
« Sappiate, ed ognuno sappia che anche nella questione della razza noi tireremo diritto. Dire che il Fascismo ha imitato qualcuno o qualcosa è semplicemente assurdo ».
Ma l'internazionale antifascista — cioè un mondo alla rinfusa di genti d'ogni colore fisico politico morale — oggi serra le file contro il fascismo trionfante, che rigenera la civiltà di Roma.

Il campo scelto per darci battaglia è « naturalmente » l'equivoco.

Infatti è solo l'equivoco che può rendere possibile la convivenza, sotto una medesima tenda, di individui che mirano a scopo antitetici, come è tra cristiani e bolscevichi.

L'equivoco che è stato posto a comune denominatore della eterogenea accozzaglia dei Partiti liberali democratici massoni cattolici comunisti è questo: il razzismo italiano si identifica con il razzismo tedesco.

Ogni spirito sereno ed onesto vede che vero è il contrario. Razzismo italiano e razzismo tedesco sono in modo assoluto differenti tra loro come, biologicamente e storicamente, diverse sono le Patrie che li esprimono.

Se, come si pretente, nulla differenziasse il razzismo tedesco da quello italiano, i principii della teoria razziale apparirebbero campati in aria.

E allora perchè predersela contro il razzismo italiano che verrebbe a dimostrare l'infondatezza di quella dottrina, a maggior gloria del cosmopolitismo ebraico bolscevico?

Ma vero è che esiste una realtà razziale tedesca e una realtà razziale italiana, specchio delle particolari e per certi aspetti differentissime caratteristiche dei due popoli. Nè la comune provenienza dal ceppo ariano — generatore della nostra civiltà e quindi dell'energia unificatrice dell'Europa — alla quale avidamente si abbrancano gli oppositori del razzismo — infirmano affatto questa verità, come a torto, ed in perfetta malafede, pretendono gli antifascisti.

Infatti gli ariani che si stabilirono a Nord vi trovarono genti e ambiente storico e condizioni fisico climatiche assolutamente diverse da quelle che gli Ariani che si volsero a Sud, trovarono nella aprica penisola italica già fiorente per industria di popoli.

Le due famiglie si differenziarono quindi sotto l'influsso ambientale, tanto che qui si determinò la stirpe ariano-romana e lassù quella ariano-germanica.

Due stirpi che il luogo e la storia resero l'una dall'altra distinte, ma che nel corso dei secoli sempre si ritrovarono per la difesa della comune civiltà europea.

Se si nega che da un medesimo ceppo possano sortire stirpi che gli eventi storici e il diverso ambiente naturale differenziano, imprimendo un diverso sviluppo o perfezionamento delle originali caratteristiche somatiche e intellettive, non si vede come gli oppositori cattolici del razzismo possano partire in quarta alla difesa della Verità Rivelata della comune origine dell'uman genere in Adamo.

Verità Rivelata che il razzismo italiano non offende e non nega.

Da un sol ceppo creato da Dio derivarono infatti, per Provvidenziale e imperscrutabile disegno, le genti che poi si differenziarono fino a tal punto, che gli stessi missionari cattolici indicano il pericolo del meticciato come un avviamento alla decadenza del genere umano.

Dunque pur derivando dal medesimo ceppo ariano una è la razza tedesca altra è la razza italiana; sicchè differenti sostanzialmente sono i due razzismi, che le diverse caratteristiche delle due stirpi intendono difendere sviluppare e perfezionare.

Ma l'assalto contro il a « razzismo italiano » mira sopratutto a colpire l'alleanza Roma-Berlino-Tokio; formidabile diga contro il bolscevismo e il cosmopolitismo ebraico.

Infatti i democratici stranieri si affannano a dimostrarci irrazionale la nostra amicizia con i tedeschi e ci aizzano a odiarli. Che specie di principi di fratellanza pratichino costoro, molti dei quali si dichiarano cristiani, noi non vediamo; solo comprendiamo che parlano per fanatismo democratico antifascista. E ci basta.

Però affermare che razzismo è sinonimo di paganesimo è tale patente falsità, che deve essere smentita. Il « razzismo italiano » invece costituisce una barriera contro l'ateismo e il panteismo. La dottrina razzista italiana infatti si ispira alle necessità di difesa integrale dei valori fisici spirituali morali tradizionali della nostra razza, creatrice e divulgatrice di civiltà. Ma poichè la nostra tradizione nazionale è romana ed è cattolica, ne consegue che il razzismo salvaguarda la romanità imperiale e la romanità cristiana del popolo italiano.

Se molti si sono trovati mentalmente e culturalmente impreparati a comprendere le ragioni attuali del razzismo, ciò non ne sminuisce il valore essenziale come difesa della civiltà umana, romana e cattolica, che oggi si rinnova nella sintesi fascista.

In un mondo che stava precipitando verso il cosmopolitismo materiale dell'ebraismo massonico e bolscevico, cioè nell'antitesi dello spirito del cristianesimo, il Fascismo ha elevato la sua difesa del razzismo e dello spirito della Patria italiana.

E' evidente che il fascismo non poteva illudersi di salvare con un colpo di bacchetta magica tutto il mondo fatto antiromano, ha sentito però il dovere umano e cristiano di salvare almeno, dalla minaccia del caos, il popolo italiano.

La Patria Fascista si è perciò chiusa nella sua fortezza razzista, alzando i ponti levatoi a tutti gli errori del cosmopolitivismo, perchè non intaccassero le energie materiali e spirituali dell'italianità; che è sorgente perenne del progresso civile del mondo.

Non altrimenti ci si può salvare dal contagio del materialismo che uccide, fisicamente e spiritualmente, i popoli.

Il perfido inganno bolscevico non si vince con mezze misure. Non si debbono lasciar porte socchiuse, da cui di straforo s'insinui il nemico; s'hanno da sprangare, dopo averne gettati al di fuori tutti i nemici dell'anima romana e imperiale della nostra stirpe, e per primi i giudei cosmopoliti per antonomasia. Il razzismo italiano — rigenerando integralmente nei suoi valori fisici e spirituali la stirpe romana — vuole ricondurla al fastigio del suo primato civile.

Non esiste dunque, non può sussistere, nella dottrina e nella prassi del Fascismo, nulla che sia incociliabile con l'anima cristiana del popolo italiano. Quando gli atti del Fascismo siano esaminati e vagliati al lume di questa verità, che l'evento storico della Conciliazione conferma per tutti gli onesti, chiaro apparirà che nulla turba nella coscienza e nel cuore del popolo italiano l'armonia tra sentimento religioso e fascismo.