Friday 9 March 2012

Politica di vita

(Pubblicato in « Il Popolo d'Italia », 11 ottobre 1935)

di Scrittore fascista

La nazione italiana mai come in quest'ora è compatta e ferma nella difesa del suo buon diritto.

l. - L'Etiopia barbara e schiavista ha violato gli impegni assunti verso la Lega delle nazioni e verso l'Italia. Ginevra ha riconosciuto la necessità di sottoporre il non Stato etiopico al disarmo, al controllo e ad un mandato esterno. L'Etiopia si è resa responsabile di razzie, provocazioni e aggressioni. L'avanzata italiana oltre il Mareb è stata provocata dalla mobilitazione generale delle forze etiopiche.

2. - L'Italia ha adottato misure di sicurezza coloniale dopo aver pazientato per quarant'anni. Un giudizio equanime sulla vertenza non poteva partire dal 3 ottobre. Tra Etiopia e Italia un problema è aperto non da sette giorni, ma da quattro decenni. Dei precedenti, dei torti, delle responsabilità dell'Etiopia, non si è tenuto calcolo alcuno. Che la mobilitazione generale etiopica abbia avuto decisi scopi aggressivi, è stato confermato apertamente dallo stesso Negus, allorché, rivolgendosi ai suoi guerrieri, prometteva le terre italiane in Eritrea e Somalia in compenso della loro fedeltà.

3. - L'Italia si è orientata verso l'Etiopia per parare ad una minaccia in atto, che sarebbe divenuta gravissima in caso di torbidi europei. La nostra nazione ricerca in Etiopia sicurezza e possibilità di lavoro. Che l'Italia abbia necessità di spazio per l'esuberanza della propria popolazione, è stato riconosciuto a parole. Ci siamo orientati verso l'Etiopia, anche per non ripresentare sul tappeto il problema di una necessaria revisione dei mandati. A Versailles, una grande ingiustizia era stata commessa ai danni dell'Italia. Una seconda nera ingiustizia si commette tentando di sbarrarle il passo in Etiopia. Niente mandato a Versailles, niente mandato per l'Etiopia. In qual modo si intende risolvere una necessità storica, ammessa e riconosciuta?

4. - L'Italia ha in Etiopia titoli di priorità, assicurati dal sangue versato dai suoi figli, garantiti da accordi diplomatici con l'Inghilterra e Francia. I documenti del 1925 stanno a testimoniare il pieno vigore dei nostri diritti, anche dopo la costituzione della Lega delle nazioni e dopo l'ingresso dell'Etiopia a Ginevra.

5. - Il Patto ha subito precedenti e più gravi violazioni. Perché non si è mai parlato di sanzioni? Il trattamento intransigente ed ostile contro l'Italia non ha riscontro in quindici anni di procedura ginevrina. Delegati britannici trattarono col Giappone anche dopo la sua uscita dalla Società, ed un accordo fu concluso « fuori della Lega » da ministri britannici colla Germania, dopo il clamoroso esodo tedesco da Ginevra.

6. - Italia ed Etiopia sono due entità nettaìnente di v erse. La prima è una grande nazione, culla di tre civiltà. L'altra un conglomerato di tribù barbare. L'Etiopia è per l'Europa un elemento negativo, generatore di pericoli. L'Italia rappresenta, per contro, una colonna basilare della collaborazione europea: è la generosa e leale nazione di Bligny, di Vittorio Veneto, di Locarno e di Stresa. Senza l'Etiopia, la Lega può vivere. Senza l'Italia, non potrebbe più aversi in Europa né collaborazione, né sicurezza,

7. - L'Etiopia è costituita da un nucleo centrale di popolazioni, che nell'ultimo cinquantennio hanno soggiogato, razziato, spogliato ed oppresso i territori circostanti. Gli ahmarici rappresentano forze guerriere e negriere. Le popolazioni oppresse alimentano i mercati di schiavi. L'Italia ha denunciato questa situazione, che costituisce una vergogna per il secolo. ventesimo ed un'offesa per la stessa Ginevra. La Lega non ne l1a tenuto conto.

8. - La Società delle nazioni, riconosciuta apertamente la necessità di sottoporre l'Etiopia a mandato, poteva risolvere il conflitto affidando il compito di ristabilire l'ordine in quel territorio ad un popolo che è il più laborioso e generoso dell'universo. L'Etiopia non può più vivere nel caos e nell'anarchia. Ciò è stato ammesso a Ginevra. La soluzione della vertenza poteva attenersi con un mandato sull'Etiopia, non con odiose sanzioni contro l'Italia.

9. - Le sanzioni rappresentano un danno per quegli Stati che intendessero applicarle. Nella stessa Gran Bretagna si rileva che la soppressione degli acquisti italiani di carbone inglese provocherà un aumento della disoccupazione nelle zone minerarie. Comunque l'Italia è preparata a fronteggiare tutte le difficoltà.

10. - La nazione italiana non dimenticherà gli amici di quest'ora. Notevole l'atteggiamento dell'Austria e dell'Ungheria, che, pure essendo piccoli Stati, hanno rifiutato di aderire a ingiuste sanzioni. Gli italiani non dimenticheranno.

11. - Il Presidente Lava! ha fatto appello ad una soluzione conciliativa, dicfiiarando che la Francia si dedicherà appassionatamente ad un'opera di pace. Egli ha affermato che per tale opera nessun concorso dovrà mancare.

12. - Il rappresentante italiano, in una vibrata dichiarazione, che ha scosso il sentimento dell'Assemblea, ha precisato che la salvezza della politica di collaborazione è indicata dall'Italia. La politica italiana è politica di vita!