Saturday, 3 March 2012

Discorso alla Camera, 6 febbraio 1926

Difesa dell'Alto Adige

di Benito Mussolini

Onorevoli Colleghi!

L'interrogazione presentata dall'on. Farinacci e da altri camerati in questa assemblea mi porge il destro di fare immediatamente dichiarazioni assai precise, dichiarazioni tempestive che non avrei potuto rinviare alla ripresa dei lavori parlamentari, la quale non potrà avvenire se non nella seconda quindicina di aprile.

Voi intendete che non parlo soltanto a voi e non parlo per polemizzare col Capo del Governo bavarese, ma parlo per chiarire le idee a coloro che si ostinano nel volerle confuse e parlo perché io penso che come per le relazioni tra gli individui, così nelle relazioni tra i popoli è sempre meglio parlare schietto e in tempo, come vuole lo stile fascista.

Il Governo fascista, durante tre anni, ha, fatto una politica assai temperata nei confronti della Germania e non ha mai incrudelito su quel popolo percosso dalla disfatta. Si è opposto a misure di estremo rigore. Gli stessi tedeschi, più equanimi in altri tempi, ci hanno dato di ciò esplicito riconoscimento.

L'anno scorso, dopo lunghe trattative, noi e la Germania abbiamo concluso un trattato di commercio, il primo che quella Nazione concludeva, spirate le clausole doganali del trattato di Versaglia.

Ed è appunto dopo gli accordi di Locarno e dopo il trattato di commercio, che in Germania, d'improvviso, come rispondendo ad una parola d'ordine, si è scatenata una campagna antitaliana, nefanda e ridicola. (Approvazioni). Nefanda, perché parte da un complesso di sapute e risapute menzogne (approvazioni); ridicola, perché si illudeva di impressionare questa giovane e orgogliosa Italia fascista che non s'impressiona di nessuno. (Vivissime approvazioni).

Si è mentito quando si è parlato di una rimozione del monumento a Walter che sorge in una delle piazze di Bolzano. Noi siamo rispettosi della poesia, anche quando è mediocre (ilarità), ma non possiamo accettare l'antitesi Walter-Dante perché equivarrebbe a stabilire una possibilità di comparazione tra il Pincio e l'Himalaya. (Ilarità). Noi lasceremo intatta la statua di questo troviero germanico, ma molto probabilmente in una piazza di Bolzano, per sottoscrizione del popolo italiano, sulle stesse fondamenta sulle quali doveva sorgere la vittoria tedesca, erigeremo un monumento a Cesare Battisti ed ai martiri che con il loro sangue e col loro sacrificio hanno scritto per l'Alto Adige la parola definitiva della nostra storia! (Vive approvazioni).

Poi si è inventato un incendio di un monumento dedicato all'imperatrice Elisabetta a Bressanone.

Poi si è lungamente parlato di concentramenti e di spedizioni fasciste. Quindi nei giornali tedeschi sono apparsi orripilanti racconti di violenze consumate su turisti tedeschi e delle quali io non ho avuto che due segnalazioni in ritardo di quattro mesi.

Poi si è parlato di scuse che il Governo italiano avrebbe indirizzato all'Ambasciata tedesca a Roma per le dimostrazioni studentesche e anche questa è una stolta menzogna.

Ma tutto ciò se bastava a determinare quella che i tedeschi chiamano « stimmung », la intonazione, non arrivava ancora a solleticare la « gemutlichkeit » cioè certo sentimentalismo mezzo materialista e molto lacrimoso (si ride), e allora si è inventata la proibizione che il tiranno Mussolini avrebbe fatto a danno dei tedeschi dell'Alto Adige, che non avrebbero potuto elevare per il Santo Natale gli alberelli tradizionali. Anche questa era una stolta e ridicola menzogna e tale proibizione non era nemmeno passata per le famose controcasse dell'anticamera del mio cervello. (Ilarità).

Determinata questa successione di sentimenti, che come vi ho dimostrato, partivano da menzogne e si nutrivano di menzogne, si è parlato di boicottaggio contro le merci italiane.

Si è parlato, anche, di un boicottaggio turistico contro l'Italia. Parliamo una volta per sempre di questo turismo.

Noi siamo un popolo eminentemente ospitale. Questo ci viene dalla nostra antica e millenaria civiltà. (« Benissimo! ») Ospitali siamo e ospitali vogliamo restare. Anche quando si porta attraverso le nostre adorabili città un « folclore » primitivo, e qualche volta indegno (approvazioni), quando si vedono, in abbigliamenti primitivi, e da serva, uomini e donne sfilare e passeggiare sui marmi dei nostri meravigliosi palazzi, delle nostre sacre e monumentali basiliche. Ma nessuno si faccia illusioni di prendere l'Italia attraverso il boicottaggio del turismo. (Approvazioni). L'Italia vive di ben altro ed ha ben altre energie e molti di costoro vengono in Italia non per farci regali, ma per realizzare delle economie. (Approvazioni).

Comunque, anche a proposito del boicottaggio, io debbo dichiarare che, se domani il boicottaggio diventasse pratico e concreto o avesse la tacita tolleranza delle autorità responsabili, noi risponderemmo con un boicottaggio al quadrato e ad eventuali rappresaglie risponderemmo con rappresaglie al cubo. (Applausi vivissimi e prolungati).

Noi siamo così insolenti e così espliciti che crediamo, parlando chiaro, di servire magnificamente la causa della verità e della civiltà ed anche della pace.

Noi sopprimiamo un poco la vecchia formula e diciamo che qualche volta bisogna pagare con due occhi la perdita di un occhio e con tutta la dentatura la perdita di un dente. (Approvazioni).

Si pensava da qualcuno che, dopo le proteste dei consoli di tutti i paesi residenti a Venezia e dopo le proteste di molti cittadini tedeschi che sono in Italia tranquillamente a lucrare nei loro pacifici commerci, tutto ciò dovesse avere una fine.

Questo non è accaduto.

Siamo andati, invece, al discorso pronunciato ieri dal signor Held in pieno Landtag bavarese.

Dopo aver fatto appello ancora una volta a quello spirito di Locarno, che, a furia di parlarne, diventerà una cosa molle ed evanescente ed insopportabile anche (si ride) come tutte le cose abitudinariamente ipocrite (si ride). Il Capo del Governo bavarese ha detto:

« Noi dobbiamo far tutto per mitigare la situazione nel Tirolo del Sud e quanto è idoneo per portare la libertà ai tedeschi dell'Alto Adige. Anche essendo a questo posto, io debbo innalzare la più severa protesta contro le brutali violenze del Sud Tirolo ».

Dichiaro che questo discorso è semplicemente inaudito.

Inaudito dal punto di vista diplomatico, perché non è mai esistita nemmeno prima della guerra una questione del Sud Tirolo germanico, in secondo luogo la questione dell'Alto Trentino è stata definita dai trattati di pace e dal trattato di pace che abbiamo concluso a San Germano con l'Austria.

È inaudito parlare di violenze e di brutali violenze compiute dal Governo fascista nell'Alto Trentino!

Nell'Alto Trentino noi facciamo con gli allogeni la politica dell'italianità. (Bene!) Noi li consideriamo cittadini italiani ed applichiamo loro la nostra legge. Se ciò non facessimo, avremmo ai confini uno Stato nello Stato! (Vive approvazioni).

Vi è di più: il Governo fascista, in molte questioni, è andato incontro ai bisogni di quelle popolazioni.

Cito la questione dei prestiti cosiddetti lombardizzati. Tanto che io avrei dovuto ricevere una commissione dei contadini dell'Alto Trentino i quali pensavano di offrirmi un segno della loro gratitudine.

Ma poi quello che l'Italia romana e latina fa è nulla al paragone di quello che gli altri Stati fanno.

Proprio oggi la Cecoslovacchia applica le sue norme per l'uso della lingua ceca nell'amministrazione dello Stato e i giornali tedeschi di Praga e di altre città non protestano contro la tirannia della Repubblica cecoslovacca.

Ma vale la pena che io ricordi a voi, ancora una volta, e soprattutto che io ricordi al popolo italiano e che ne renda edotto il mondo civile, vale la pena che io vi informi dei propositi che i capi del pangermanismo avevano, in caso di vittoria delle armi tedesche. Essi chiedevano nella assemblea di Vipiteno, tenutasi pochi giorni prima di quella grande nostra vittoria del Piave che fu il piombo nell'ala per i sogni tedeschi:

« Di fronte all'Italia confini naturali che difendano meglio il Trentino e l'Austria e uniscano a questa i vecchi territori come i tredici e sette comuni della provincia di Vicenza; rettifica dei confini con estensione dell'Austria oltre la valle superiore dell'Adda e dell'Oglio fino ai margini meridionali del lago di Garda (Desenzano e Peschiera) ed oltre a ciò larghi indennizzi di guerra; lingua di Stato tedesca; indirizzo di Stato tedesco e rifiuto della creazione di Stati allogeni tanto a nord che a sud; unità ed indivisibilità di territorio da Kufstein fino alla chiusa di Verona; reciso diniego di ogni autonomia del cosiddetto Trentino italiano; completa trasformazione delle scuole nel territorio italiano, introducendo l'insegnamento della lingua tedesca in tutte le scuole; lotta inesorabile contro l'irredentismo italiano, da una parte col proteggere e col favorire i tedeschi e dall'altra con lo sfratto di tutti gli elementi irredentisti fino a che il Trentino italiano tornerà finalmente e interamente austriaco; non amnistia, né ritorno ai transfughi italiani; incameramento delle loro sostanze in quanto si possa mettervi su le mani; uso delle stesse sostanze per riparare i danni di guerra e specialmente per provvedere alle sorti dei soldati del Tirolo fedeli allo Stato ». (Commenti).

Questi erano i propositi di coloro che oggi protestano.

Io credo che alla base di questa campagna stia un fenomeno di ignoranza (« benissimo! »), io credo che molti germanici non ci conoscano ancora : sono rimasti evidentemente — e questo anche si spiega perché le evoluzioni morali dei popoli sono necessariamente lente — sono rimasti evidentemente all'Italia di venti o trenta anni fa; ignorano l'Italia che ha quarantadue milioni di abitanti nella sua angusta penisola e avendone nove o dieci milioni all'estero, porta la sua massa demografica a cinquantadue milioni di anime; ma ignorano soprattutto, oltre a questi dati puramente statistici, il nostro spirito, il nostro senso di dignità, la nostra forza morale e soprattutto l'Italia fascista. Essi la vedono ancora sotto la specie dell'episodio politico e pittoresco; non hanno ancora afferrato le forze profonde, gli istinti tradizionali che sono alla base del nostro movimento e ne garantiscono la vita e ne assicurano l'avvenire.

Impareranno? C'è da augurarselo!

Comunque, io debbo dichiarare con assoluta precisione che la politica italiana nell'Alto Adige non defletterà di una linea. (Vivi applausi).

Applicheremo rigorosamente, metodicamente, ostinatamente, con quel metodo, con quella tenacia fredda, che deve essere nello stile fascista, tutte le nostre leggi, quelle votate e quelle che voteremo (Vivissimi applausi). Renderemo italiana quella regione, perché è italiana (vivissimi applausi), italiana geograficamente, italiana storicamente. (Vive approvazioni).

Veramente del confine del Brennero si può dire che è un confine segnato dalla mano infallibile di Dio. (Vivissimi applausi).

I tedeschi dell'Alto Adige non rappresentano una minoranza nazionale, rappresentano una reliquia etnica. Sono centottantamila, mentre nella sola Cecoslovacchia, il cui nucleo statale era diventato di cinque milioni di cechi, ce ne sono tre milioni e mezzo.

Di questi centottantamila, ottantamila io affermo che sono italiani (approvazioni) diventati tedeschi, e noi cercheremo di riscattarli, di fare loro ritrovare i loro vecchi nomi italiani come risultano da tutti gli atti dello stato civile e che abbiano l'orgoglio di essere cittadini della grande patria italiana. (Vive approvazioni).

Gli altri sono il residuato delle invasioni barbariche (applausi), quando l'Italia, non potendo essere una potenza per se stessa, era il campo di battaglia per altre potenze di occidente e del settentrione.

Anche per costoro noi adotteremo la politica romana della severa equanimità.

Al popolo tedesco diciamo : « Anche con te il popolo fascista vuole essere sincero amico, ma amico guardandoti negli occhi, amico con le mani in alto (si ride), amico senza sufficenze più o meno « culturalizzate », perché per noi hanno fatto inesorabilmente il loro tempo ». (Approvazioni).

Il mio discorso deve essere considerato come una presa di posizione politica e diplomatica. Mi auguro che sia inteso da chi di dovere, in modo che il Governo italiano non debba passare a risposta concreta come passerebbe se domani il Governo tedesco assumesse la responsabilità diretta di quanto è accaduto e di quanto potrebbe accadere in Germania. (Vivissimi applausi).

Onorevoli colleghi!

L'altro giorno un giornale fascista, uno di quei giornali della provincia fascista, che io leggo attentissimamente, stampava su sei colonne questo titolo: L'Italia fascista non ammainerà mai la bandiera sul Brennero.

Io ho mandato il giornale al direttore con questa rettifica : « L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore, abbassarlo mai! ».

(I ministri e i deputati sorgono in piedi. Vivissimi, generali, prolungati, reiterati applausi, cui si associano le tribune. Grida ripetute di: « Viva il Duce! ». Si canta l'inno « Giovinezza »).