Ai combattenti della battaglia del grano
di Benito Mussolini
Camerati! Agricoltori! Signori!
Se voi rappresentate i quadri dell'esercito impegnato nella battaglia e se io sono il vostro capitano, la conclusione è la seguente: che non dovrei pronunciare discorso alcuno, perché per il militare il miglior discorso consiste nel più rigoroso silenzio.
Mi limiterò quindi a poche dichiarazioni. Quella che io ho chiamato « battaglia del grano » è in pieno svolgimento e le operazioni procedono ottimamente. È commovente il consenso suscitato da questa battaglia in tutte le classi della popolazione: enti pubblici, enti privati, industriali, operai, maestri, sacerdoti, studiosi, tanto in Italia come all'estero, mi hanno dato in questi mesi prove di un interessamento veramente significativo. Vi sono stati dei proprietari che mi hanno offerto le loro terre gratuitamente perché le facessi convertire in campi sperimentali. Affermo che non vi è casolare dove l'eco di questa battaglia non sia già arrivata.
La battaglia è semplice perché l'obbiettivo è preciso. Non si tratta che di aumentare il rendimento medio per ettaro. Ed io, tanto per cominciare, mi contento di poco; mi basterebbe che il rendimento medio per ettaro aumentasse da uno a due quintali. Ho letto con molto interesse tutte le risposte date dai direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura i quali rispondevano alla mia precisa domanda: « È possibile nella vostra giurisdizione aumentare il rendimento agricolo? ». La risposta è stata unanime; dal monte al piano, dalle regioni impervie alle zone fertili: dovunque è possibile aumentare il rendimento medio per ettaro del grano. Allora, se questo è possibile, questo deve essere fatto!
E per arrivare a questa meta luminosa, conto su di voi, o camerati agricoltori. Voi tecnici dovete spezzare il pane della tecnica progredita, dovete svecchiare l'agricoltura là dove si attarda in procedimenti antiquati, accelerare i procedimenti di miglioria dove qualche cosa si è fatto; dovete essere gli animatori, arrivare dovunque, fino all'ultimo villaggio, fino all'ultimo uomo. Mentre sto per premiare in nome del Governo - ed oserei dire della Nazione - tutti gli agricoltori benemeriti, vi prego, camerati agricoltori, tornando nei vostri paesi, rimettendovi a contatto delle masse agricole, vi prego di dire che il Governo è pensoso dei problemi dell'agricoltura, vi prego di proclamare che il Governo considera i contadini in guerra e in pace, quali forze fondamentali per le fortune della Patria.