Saturday, 3 March 2012

Discorso di Roma, 31 Ottobre 1925

Al primo congresso dei Fasci all'Estero

di Benito Mussolini

Camerati! Sono venuto non per pronunciare un discorso anche perchè mi mancherebbe il tempo per pronunciarlo. Un importante delicato lavoro mi attende in questo momento a Palazzo Chigi. Sono venuto per portarvi il mio saluto di Capo del Governo e di Camerata vostro e per dirvi alcune cose che vi possono interessare. Forse saranno già state dette. Io le ripeterò.

In primo luogo voglio rendere dinanzi a voi, camerati venuti a Roma da tutti i paesi del mondo, una calda attestazione di simpatia al camerata Bastianini il quale è stato per lunghi anni l'infaticabile animatore del vostro movimento, che lo ha creato, e gli ha dato la possibilità di vita e ne ha fatto una istituzione possente.

Con lui voglio ricordare tutti i suoi collaboratori, quelli di Roma e quelli di altri Paesi.

Oggi i Fasci Italiani all'Estero sono una realtà confortantissima. Quali direttive devono seguire i fascisti all'estero?

1. I fascisti che sono all'estero essere ossequienti alle leggi del paese cheli ospita. Devono dare esempio quotidiano di questo ossequio alle leggi e dare, se necessario, tale esempio agli stessi cittadini.

2. Non partecipare a quella che è la politica interna dei paesi dove i fascisti sono ospitati.

3. Non suscitare dissidi nelle colonie ma piuttosto sanarle, all'ombra del Littorio.

4. Dare esempio di probità pubblica e privata.

5. Rispettare i rappresentanti dell'Italia all'estero.

6. Difendere l'italianità nel passato e nel presente.

7. Fare opera di assistenza fra gli italiani che si trovano in stato di bisogno.

Se i fascisti all'estero si terranno su queste direttive, quali saranno i risultati?

1. Una valorizzazione dell'elemento italiano in tutti, i paesi e quindi del lavoro, dell'industria e dello spirito italiano in genere.

2. Quell'alone di simpatia che già circonda il nostro movimento aumenterà e l'atmosfera nella quale vivrete diventerà più ossigenata.

Il vostro semplice esempio darà una idea di quella che è la nostra Italia, la virile Italia che noi stiamo creando con sforzo assiduo e quotidiano.

Voi che venite da tutte le parti del globo avete certamente nettissima l'impressione che trascurando le vociferazioni miserabili dei tristi rinnegati, il mondo comincia a conoscerci. Questo è importante.

Dovete considerarvi in ogni opera vostra e in ogni momento della vostra vita come dei pionieri, come dei missionari, come dei portatori della civiltà latina, romana, italiana. Credo che questo discorso giunga direttamente ai vostri cuori, perchè voi sapete che la vita degli italiani all'estero non mi è ignota, Io stesso l'ho vissuta. L'ho vissuta in una età nella quale, essendoci grande ricchezza di sogni, si sopporta anche la miseria.

Voi dovete reagire contro il luogo comune secondo il quale l'Italia sarebbe un paese ricco di splendide memorie, pieno di musei venerabili, di'monumenti eterni ma in arretrato con quella che si chiama la civiltà moderna.

Dovrete farmi il piacere di dire che accanto ai monumenti ci sono le officine e che accanto ai musei ci sono i cantieri, e nelle officine e nei cantieri lavorano milioni di operai che gettano sul mercato del mondo dei prodotti perfetti, dalla seta alle automobili trionfatrici. E dovrete dire che l'agricoltura italiana non è più l'agricoltura arcaica di altri tempi, ma una agricoltura che adotta tutti i sistemi della tecnica moderna; infine che il paese è attrezzato a produrre e che il paese, cioè la Nazione italiana, non si affissa al passato, ma marcia gagliardamente verso l'avvenire. Se voi vi terrete su queste linee che io vi ho cosi schematicamente delineate, voi compirete opera di alto civismo e di grande patriottismo e a poco a poco i rancori si sopiranno, le ostilità si attenueranno, simpatie sorgeranno in tutti gli ambienti e quelle simpatie che andranno ai vostri fasci andranno direttamente anche alla Nazione italiana.

Camerati! Siate disciplinati all'estero come io esigo ed impongo che gli italiani siano disciplinati all'interno.

Siate fedeli non solo con le parole vane, ma con le opere concrete al sacrificio dei nostri e dei vostri morti.