Agli ufficiali del primo e secondo reggimento granatieri, ottantunesimo ed ottantaduesimo fanteria, e di un battaglione del cinquantanovesimo fanteria
di Benito Mussolini
Ufficiali!
Sono ammirato, più che soddisfatto, per il modo con cui le vostre truppe si sono presentate ed hanno sfilato dinanzi a me, e sono particolarmente lieto di porgere il mio saluto a voi, Ufficiali dei Granatieri, che avete scritto pagine inobliabili di storia.
Ripensavo poco fa, guardando la cifra impressionante dei vostri caduti e ricordando la cifra non meno impressionante dei vostri feriti, che non si esagera dicendo che ogni granatiere ufficiale o soldato, ha versato il suo sangue per la Patria.
Né minore simpatia ho per voi, Ufficiali delle Fanterie. È stato bene che in questi giorni si sia ricordata una frase che non deve essere dimenticata: quella scritta da un anonimo ufficiale o fante, non importa, sopra uno dei baraccamenti alla vigilia della battaglia del Piave: « Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora ».
Vedendo la solidità fisica e morale delle vostre truppe, fiore della Nazione rinnovata, sono perfettamente convinto che se domani sarà necessario, tutti i granatieri, tutti i fanti, tutti i soldati d'Italia, tutto il popolo d'Italia, preferirà vivere un giorno da leone che cento anni da pecora.
Viva il Re!