Thursday, 8 March 2012

Programmi per gli Istituti fascisti di cultura

(Pubblicato in « Cultura Fascista », 1928)

di Antonio Giubbini

Lo scopo degli Istituti Fascisti di Cultura non è quello di diffondere la cultura in genere, la così detta cultura generale, ma è di formare una nuova mentalità, la mentalità cioè dell'italiano nuovo secondo secondo l'ideale mussoliniano. Questa nuova « forma mentis » importa una più profonda e chiara coscienza nazionale, e uno spirito realistico di volontà e di decisione guidato dalle superiori finalità della Patria. Si tratta di riportare nella cultura uno schietto e robusto carattere nazionale, e di animarla profondamente e integralmente degli spiriti e delle forme della rinascita fascista.

Insanguare, dunque, e movimentare con l'animo che ha fatto la rivoluzione fascista e con la mente che effettua la moderna costruzione nazionale. Questo vivo ritempramento porta naturalmente seco la difesa e la continuazione della tradizione italiana; questo nuovo e fecondo abbraccio fa germinare spontaneamente da sè medesimo le nuove attitudini pratiche e le capacità a risolvere i problemi della moderna vita sociale.

La, cultura, secondo il Fascismo, deve contribuire a formare e ad arricchire la nuova anima italiana, ad effettuare e divulgare la nuova norma di vita indicata dal Duce.

I metodi? Essi sono dettati dalla stessa idealità fascista, dalla stessa finalità vuol conseguire. Prima di tutto bisogna assolutamente evitare che sia seguito l'indirizzo agnostico e sciattamente universaleggiarne, centoni amorfi delle università popolari; in secondo luogo è necessario affidare la illustrazione dei problemi nazionali a chi abbia sinceramente passione e competenza fascista.

Come il maestro fa la scuola, così il fascista fa la cultura fascista. Per non costituire un bis o una concorrenza rispetto il da scuola, gli istituti fascisti potranno attenersi a queste linee di massima: 1) impartire ai giovani quelle cognizioni di vita politica, sociale ed economica che la scuola non offre ovvero dà in piccola parte, e accentrare ed animare le conoscenze in una chiara visione di valori italiani, in una volontà risoluta di finalità nazionali; 2) illustrare la storia del fascismo, le ragioni, lo spirito e le conquiste della rivoluzione fascista, la sua dottrina e le sue realizzazioni nella società nazionale; alimentare e tramandare la fede, la passione, le virtù del coraggio e della responsabilità; 3) diffondere la cultura fascista specialmente tra i giovani e gli appartenenti agli istituti corporativi e ai Dopolavoro; 4) fare dell'Istituto di cultura un centro spirituale di educazione e di propulsione di guida e di prestigio, mirando a dare il tono alle attività culturali-educatrici.

Gli istituti fascisti devono compiere una revisione fascista della storia e della vita, per dare agli italiani la coscienza di quello che sono e di che vogliono e debbono essere.

L'Istituto fascista di cultura deve essere un organismo vivo, alla cui unità d'intenti e di metodi devono subordinarsi i corsi particolari d'istruzione svolti per le varie organizzazioni fasciste.

Le varie sezioni d'insegnamento educativo o tecnico devono essere tanti aspetti di un'unica fede di una stessa volontà che potenzia ed effettua la rinascita spirituale ed economica della nazione italiana, secondo le alte mète del fascismo.